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Cultura e Spettacoli

Storia di Alberto il giocoliere,
in equilibrio tra sfortuna e felicità

Importante successo per l’astigiano Adriano Sforzi all’undicesima edizione del Biografilm Festival – International Celebration of Lives, rassegna dedicata alle biografie e svoltasi a Bologna dal

Importante successo per l’astigiano Adriano Sforzi all’undicesima edizione del Biografilm Festival – International Celebration of Lives, rassegna dedicata alle biografie e svoltasi a Bologna dal 5 al 15 giugno. Sforzi, classe 1976, è stato premiato con la menzione speciale della giuria e il premio del pubblico per il suo ultimo documentario intitolato “L’equilibrio del cucchiaino”: «Sono molto felice di questo doppio riconoscimento. Per me è stato il massimo aver messo d’accordo il pubblico e la giuria di esperti di cinema – ci dice il regista trentasettenne – e sono particolarmente felice di aver vinto con un lavoro che per me rappresenta molto poiché nel documentario ho raccontato la storia di mio zio Alberto Sforzi, uno dei miei “eroi”, il più grande giocoliere italiano, sfortunato ma felice. Sfortunato perché nel 1966 all’apice della sua carriera venne investito da un auto in corsa e l’incidente rovinò parecchio le sue gambe ma non cancellò il suo entusiasmo. Il resto della storia vale la pena scoprirlo guardando il film».

Per preparare la sua ultima produzione, Sforzi ha analizzato e adoperato l’enorme mole di “girato” lasciatogli dallo zio Alberto che per ben sessant’anni, con la sua Super8, ha filmato i retroscena e la vita quotidiana all’interno del Circo Medrano dove ha lavorato con abilità e passione. Nell’ambito del Biografilm Festival, “L’equilibrio del cucchiaino” ha destato l’attenzione degli addetti ai lavori e sono in corso trattative con emittenti televisive come Sky Arte per la sua messa in onda. «Vengo da una famiglia di circensi da otto generazioni. Io da adolescente aiutavo mio padre Italo sia alle giostre dei giardini pubblici di Asti e sia quando portavamo il nostro luna park itinerante in giro per l’Italia. Al termine delle scuole superiori mi sono poi trasferito a Bologna, dove attualmente vivo, per frequentare il Dams e già negli anni universitari ho cominciato a lavorare alle prime produzioni audiovisive».

Sforzi ci anticipa i suoi prossimi progetti: «Sto preparando il documentario “Più libero di prima” per raccontare la storia del mio amico Tomaso Bruno e di Elisabetta Boncompagni, ingiustamente detenuti per quasi cinque anni in India in quelle che io definisco quattro mura d’ingiustizia (i due ragazzi erano stati condannati all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso un loro compagno di viaggio, ndr). Ci sto lavorando proprio insieme a Tommaso, che nel periodo passato in carcere ha scritto così tante lettere su ciò che stava vivendo che ne è venuto fuori quasi un romanzo di formazione».

Bartolo Gabbio

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