Il pericolo amianto esiste: bisogna parlarne, informare e sensibilizzare la popolazione, in particolare i giovani, nel modo corretto, senza operazioni di terrorismo psicologico. E, soprattutto,
Il pericolo amianto esiste: bisogna parlarne, informare e sensibilizzare la popolazione, in particolare i giovani, nel modo corretto, senza operazioni di terrorismo psicologico. E, soprattutto, estirpare il problema sfruttando le ricerche, le tecniche, i brevetti già esistenti. E' il principale messaggio emerso dal convegno "S.O.S. Amianto", svoltosi mercoledì nell'aula magna dell'Università, promosso dall'ONA (Osservatorio Nazionale Amianto), dall'associazione di categoria Api Asti, che raggruppa circa 200 piccole e medie imprese astigiane, e dall'Ufficio scolastico territoriale (ex Provveditorato agli Studi). Al loro fianco hanno collaborato numerosi Enti e aziende: Comune di Asti, Università di Asti, CNR (Consiglio nazionale delle ricerche) di Roma, e due istituti bancari, Cassa di Risparmio di Asti e UniCredit. Moderato da Giuseppe Rasolo, il convegno è stato coordinato da Ines Fiore, membro dell'ONA, la cui sezione provinciale è presieduta da Pasquale De Filippo. Protagonisti sono stati gli studenti di quattro scuole superiori astigiane, intervenuti come relatori di fronte ad una platea composta da autorità e da numerosi compagni di altri istituti superiori.
A dare il via ai lavori alcune autorità presenti, tra cui il vice sindaco Davide Arri, che ha definito l'amianto un «killer pericoloso e silenzioso che avvolge la città e le campagne». «Nell'ambito della "terapia dall'amianto" – ha proseguito – Asti deve recuperare terreno e posizioni rispetto ad altre città, anche perché è fortemente intaccata dalla sua presenza. E lo sta facendo con tenacia e forza, nonostante la crisi economica». Dopodiché sono stati letti i saluti degli assessori regionali Claudia Porchietto (Lavoro e formazione) e Ugo Cavallera (Sanità). «Ritengo sia stata una scelta vincente ?- ha scritto Claudia Porchietto -? quella di far sì che fossero i giovani i veri protagonisti della giornata, capaci di offrire spunti di riflessione innovativi in grado di lasciare una traccia profonda nel pubblico in sala. Ritengo che questa sia un'esperienza estremamente formativa per tutti gli studenti che hanno partecipato, e confido che ne faranno tesoro per il loro futuro: magari alcuni decideranno di studiare e lavorare in questi settori. In conclusione, tengo a sottolineare come il loro impegno sia significativo e necessario per la formazione di una futura classe dirigente preparata, capace e appassionata che si spenda al meglio per il nostro territorio».
L'assessore Cavallera ha invece informato sui vari fronti dell'impegno della Regione relativamente alla "questione amianto". «D'intesa con il Ministero della Salute – ha scritto – l'Amministrazione ha cercato di fare sistema in materia sanitaria, favorendo la condivisione della conoscenze disponibili, lo sviluppo di attività di rete e l'integrazione delle attività di ricerca finanziate con le risorse progressivamente disponibili». Tra le misure adottate Cavallera ha ricordato che la Giunta regionale ha approvato nel 2013 «due documenti tecnici importanti. Primo, il protocollo regionale per la gestione di esposti/segnalazioni relativi alla presenza di coperture in cemento ? amianto negli edifici. Protocollo cui è allegata una linea guida per la valutazione del rischio di esposizione a queste coperture in Piemonte. Secondo, le linee guida per la rimozione e la raccolta di modeste quantità di materiali contenenti amianto in matrice cementizia o resinoide presenti in utenze civili».
Dopodiché sono stati invitati al tavolo dei relatori gli studenti che avevano lavorato sul tema. L'esordio è stato affidato ai ragazzi della classe IV SB del liceo scientifico "Vercelli", seguiti dal prof. Luigi Savergnini, che hanno spiegato cosa è l'amianto, fornendo anche alcuni cenni storici, e come viene smaltito. «Il suo impiego -? hanno affermato -? risale in Italia alla fine dell'Ottocento, per poi raggiungere il picco di utilizzo dalla metà degli anni Sessanta alla fine degli anni Settanta, apprezzato per le sue qualità (tra cui l'alta resistenza al fuoco e alla trazione, la fonoassorbenza, l'isolamento termico, il basso costo). L'amianto è stato utilizzato in vari settori, tra cui edilizia, trasporti, industria degli elettrodomestici». Dopo averne spiegato le caratteristiche chimiche, gli studenti hanno poi accennato al grave problema della dispersione di fibre di amianto che, come è stato accertato, sono causa di gravi problemi alla salute anche dopo decenni, dato che il periodo di latenza è molto lungo. «Problemi che riguardano soprattutto lavoratori che sono stati o sono a contatto con l'asbesto (in diversi Paesi esteri non è ancora bandito) o con manufatti realizzati con questo materiale». Infine hanno accennato alle tecniche attualmente in atto per lo smaltimento dell'amianto ? la stabilizzazione (non permanente), con conseguente trasferimento in discarica, e l'inertizzazione ? sottolineando i vantaggi della seconda, che, grazie a tecniche chimico/fisiche, trasforma l'amianto in materiali inerti, innocui e che possono essere riciclati.
Al termine della relazione è seguito un piccato intervento di Alberto Servida (Dipartimento di Chimica dell'Università di Genova), tutor dei ragazzi insieme a Sandra Petraroia (Università di Bologna), che ha polemizzato col fatto che «in Italia spesso la chimica viene considerata in modo negativo, quando invece è buona. Solo che la politica ha fatto sì che la chimica italiana, fino agli anni Ottanta ai livelli dei concorrenti tedeschi, venisse svenduta, nonostante le ottime competenze, solo perché non ha il "peso" a livello numerico di altri comparti industriali, come l'automotive». I ragazzi della III B Cat (geometri) dell'istituto "Giobert", guidati dai docenti Carlo Roggero e Cesare Zollo, hanno invece analizzato la questione relativa al telerilevamento aereo per misurare, conoscere e pianificare l'ambiente, tecnica in grado di individuare, caratterizzare e quantificare le superfici in cemento-amianto con accuratezza del 94% circa. «Siccome il progetto di telerilevamento aereo a cura del Comune, in programma l'anno scorso, non è stato effettuato ? hanno sottolineato i ragazzi ? abbiamo pensato di dare un contributo, identificando vari edifici con copertura in cemento-amianto sul territorio astigiano».
Strettamente collegata la relazione della classe V A del liceo artistico "Benedetto Alfieri", seguita dalla prof.ssa Gianna Gandini (i compagni della classe IV dell'indirizzo multimediale hanno invece realizzato la locandina del convegno). I ragazzi hanno approfondito il tema della catalogazione dei dati di rilevamento per una puntuale verifica dei dati rilevati attraverso gli strumenti tecnologici. Hanno ricordato quali sono i dati occorrenti e le diverse modalità di effettuare un censimento, citando alcuni esempi di classificazione dei dati ad opera della Provincia di Cosenza, dell'Arpa Emilia Romagna, dell'Ufficio tecnico del Comune di Reggio Calabria e dell'Ufficio tecnico del Comune di Vinchio. A margine il commento di Lorenza Fiumi del CNR di Roma, che ha mostra apprezzamento per le relazioni delle due scuole «perché hanno trattato un passaggio fondamentale, ovvero la classificazione e il censimento, che dimostra come i ragazzi abbiano centrato l'obiettivo». Ricordando poi come il telerilevamento debba sempre essere affiancato da una verifica con gli Enti locali.
Infine gli studenti della classe I B del liceo classico "Vittorio Alfieri", accompagnati dalla docente Maria Anna Gianotti, hanno analizzato l'aspetto sanitario, sottolineando il rapporto di causa-effetto tra esposizione alle fibre di amianto e mesotelioma (cancro del mesotelio). «Gli organi più colpiti – hanno sottolineato gli studenti – sono polmoni (il cancro si presenta come addensamento delle fibre di amianto nell'estremità inferiore), stomaco e colon, con un lungo periodo di latenza, pari anche a 20 anni, i cui primi sintomi sono la difficoltà respiratoria e i dolori addominali». Da parte sua il dott. Carlo Dardanelli, uno degli esperti che hanno fatto da tutor ai ragazzi insieme ad Elisa Paolicchi (Dipartimento di Biologia, Università di Pisa), ha ricordato come, «vista l'ineluttabilità della malattia, dovuta al fatto che siamo tutti un po' esposti all'amianto, è importante non fare terrorismo psicologico, in quanto quando si avvertono quei sintomi non bisogna subito pensare al peggio. E, soprattutto, è importante non fumare, in quanto è stato dimostrato che il fumo di sigaretta aumenta il rischio di ammalarsi di mesotelioma».
D'accordo sul tema del terrorismo psicologico l'assessore comunale all'Ambiente Alberto Pasta, che ha ricordato come «non tutto l'amianto presenta rischi per la salute, ma solo quello ammalorato», sottolineando tutto ciò che fa l'Amministrazione per individuare l'amianto ad Asti. «Premesso che, a differenza di altre città, tutte le scuole del territorio comunale sono completamente ripulite dall'amianto ? ha spiegato ? esiste anche un progetto di bonifica dell'ex Way Assauto, l'area più estesa di Asti contaminata da questo minerale, grazie all'accordo con la proprietà. Senza contare che, come Comune, emettiamo a getto continuo ordinanze a firma del sindaco per la rimozione o l'incapsulamento di coperture di amianto da edifici civili o industriali. Infine stiamo per firmare un protocollo di intesa con l'Arpa Piemonte che sta aggiornando una cartografia in suo possesso sulla presenza dell'amianto in Piemonte. Nello specifico, abbiamo chiesto che Asti sia capofila del progetto».
Le conclusioni sono state affidate al segretario nazionale ONA Michele Rucco, che ha puntato il dito contro «le lobby che non consentono di fare passi avanti nella lotta all'amianto a causa degli interessi che ha nel far permanere la situazione allo stato attuale». Qualche esempio? «Come testimonia una sentenza del Tribunale del 1906 ? ha affermato ? la nocività a livello di salute dell'amianto era già conosciuta ai primi del Novecento, ma è sempre stata ignorata. Anche quando, nel 1964, è stata dimostrata da uno scienziato americano, tanto che dagli anni Sessanta gli Stati Uniti hanno diminuito notevolmente la produzione di amianto quando invece l'Italia registrava il suo picco produttivo. Per lo stesso motivo si continua a parlare di mappatura o ricerca scientifica quando esistono già brevetti e ricerche scientifiche che andrebbero solo applicate».
Infine Andrea Cirio, presidente di Api Asti, ha ricordato l'impegno dell'associazione di categoria sul tema amianto grazie all'inaugurazione, un anno fa, dello sportello "S.O.S. Amianto" presso la sede dell'associazione, con l'obiettivo di dare consulenza integrata sul piano medico, legale, tecnico. «Sono state supportate diverse persone nell'ambito dell'assistenza previdenziale e sanitaria – ha spiegato – e sono stati effettuati vari interventi per rimuovere, e in alcuni casi sostituire con pannelli fotovoltaici, coperture in amianto da tetti di edifici civili e industriali, grazie alla rete di imprese specializzate in bonifica e smaltimento, in grado di proporre anche tariffe agevolate, che abbiamo messo a disposizione. A questo proposito sottolineo anche il nostro ruolo di associazione come "cuscinetto" tra impresa e Comune nel caso in cui quest'ultimo emetta ad un imprenditore un'ordinanza di rimozione di una copertura. Così da trovare un accordo (per esempio stabilendo tempi di intervento non troppo stretti) che riesca a far raggiungere l'obiettivo che sta a cuore a tutti, ovvero la rimozione dell'amianto, senza mettere in ginocchio l'azienda, dato che noi piccole e medie imprese siamo già molto provate dalla crisi economica».
Elisa Ferrando