Cerca
Close this search box.
Sulle etichette dell’Astitorna il nome Piemonte
Cultura e Spettacoli

Sulle etichette dell’Asti
torna il nome Piemonte

L'Asti si produce in Piemonte, non è la prima frase di un tema di un ragazzo poco fantasioso, ma un'indicazione che dal primo gennaio può nuovamente comparire sulle etichette delle bottiglie. Una bella vittoria dei vignaioli, ora contesa tra Coldiretti e Vignaioli Indipendenti. Questo strano inizio d'anno ha infatti portato, oltre alle temperature miti di un inverno africano, anche un poco di buonsenso…

L'Asti si produce in Piemonte, non è la prima frase di un tema di un ragazzo poco fantasioso, ma un'indicazione che dal primo gennaio può nuovamente comparire sulle etichette delle bottiglie. Una bella vittoria dei vignaioli, ora contesa tra Coldiretti e Vignaioli Indipendenti. Questo strano inizio d'anno ha infatti portato, oltre alle temperature miti di un inverno africano, anche un poco di buonsenso nei polverosi uffici del Ministero dell'Agricoltura che ha deciso di tornare indietro sul divieto di indicare il nome della Regione di provenienza sulle etichette e sul materiale informativo dei nostri vini. Con una circolare interpretativa.

La faccenda è semplice, con il solito tormentone ce lo impone l'Europa, si era arrivati al paradosso di non poter scrivere che una bottiglia di Barolo, di Asti o di Ruchè era prodotta in Piemonte o che una bottiglia di dolcetto era prodotta in Langa. Questo perché Piemonte e Langa sono anche denominazioni. Un pasticcio che aveva spinto i Vignaioli alla minaccia di disobbedienza civile. «L'attività concreta della Federazione Vignaioli Indipendenti era già iniziata da tempo – ha spiegato Gianmario Cerruti, vignaiolo di Cassinasco e Vicepresidente FIVI – da fine novembre si è concretizzato al nostro mercato dei vignaioli con l'annuncio della disobbedienza civile da gennaio se non avessimo avuto riscontro all'inoltro del nostro memoriale, redatto dal Professor Michele Antonio Fino. Così, grazie anche all'attenzione dei dirigenti del ministero, si è raggiunto un grande risultato. D'altra parte l'articolo di Carlin Petrini ripreso dall'Indipendent americano avevano sensibilizzato le istituzioni».

Intanto, anche la Coldiretti si prende il merito del risultato. Infatti, in un comunicato di qualche giorno fa, il Presidente Roberto Cabiale afferma: «Coldiretti ottiene più chiarezza su etichette Dop e IGP a difesa dei consumatori e produttori grazie alla circolare del Ministero da noi fortemente sollecitata». Forti solleciti che però non avevano lasciato traccia. «La FIVI – ha chiuso Cerruti – può concretamente dire che, se non tutto, la maggior parte del merito è sicuramente nostra. Al giusto momento abbiamo saputo sfruttare un nostro atteggiamento concreto, competente e preciso che le istituzioni hanno saputo ascoltare. Riguardo la Coldiretti non voglio fare polemiche che vanno contro ad una unità di settore che è fondamentale e che se fosse stata piena ci avrebbe visto vincenti prima e con meno fatica. Voglio sperare che in futuro questo sarà lo spirito. Per noi non è importante mettere la bandiera ma risolvere il problema dei Vignaioli». Che da oggi hanno un guaio in meno.

Lodovico Pavese

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale