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Candelaresi con Coma Cose sito
Astimusica 2025, Cultura e Spettacoli
Intervista

Terminato il festival Astimusica, oltre 24 mila spettatori in dieci serate

L’assessore Paride Candelaresi: «Rilancio solido che mette al centro la piazza e una forte volontà di rinnovamento»

«Astimusica 2025 ha dimostrato che il rilancio del festival avviato l’anno scorso non è stato un exploit, ma l’avvio di un percorso solido che mette al centro la piazza e una forte volontà di rinnovamento».
Così l’assessore comunale alla Cultura, Paride Candelaresi, commenta l’edizione appena conclusa del festival, la 28esima. Dieci serate in totale – che hanno spaziato dallo show di Barbascura X ai concerti di Coma_Cose (nella foto in alto con l’assessore) e Cristiano De André – ospitate per la seconda volta in piazza Alfieri dopo che la manifestazione era nata all’ombra della Cattedrale. Una scelta, il cambio di sede, che l’anno scorso presentava il sapore del rilancio per questo festival organizzato dal Comune (per il quale ha investito quest’anno 160mila euro) con l’apporto dei privati (Politeama srl, Audere eventi e Shining Production) e dei principali sponsor (Banca di Asti, Fondazione CrAsti, Asp, Iren e Consorzio dell’Asti docg e del Moscato d’Asti docg).
Assessore, l’anno scorso, al termine della prima edizione in piazza Alfieri, aveva parlato di “scommessa vinta”. Un giudizio che ritiene di poter estendere all’edizione 2025?
Se nel 2024 parlavo di “scommessa”, oggi posso parlare di consolidamento. Astimusica 2025 ha dimostrato che non si è trattato di un exploit, ma di un percorso solido, che mette al centro la piazza e una forte volontà di rinnovamento. Alcune serate hanno avuto numeri straordinari, altre hanno intercettato pubblici molto precisi e affezionati: insieme, hanno fatto della manifestazione uno spazio culturale aperto e fortemente identitario.
E, soprattutto, abbiamo costruito qualcosa che non si limita a “riempire serate”, ma che lascia tracce, pone domande, accende conversazioni. Per me questo è il segno più chiaro di una scommessa vinta due volte. E di un percorso che continueremo a far crescere.

I dati

L’anno scorso gli spettatori erano stati 15 mila in sei serate a pagamento. Quest’anno a quanto sono ammontati in dieci serate, di cui tre ad ingresso gratuito?
I numeri di quest’anno sono molto significativi: oltre 24mila presenze in dieci serate. Vanno oltre le previsioni e certificano la forza di questa edizione. I numeri, però, sono uno strumento, non un fine. Non possono diventare una tirannia. Una manifestazione pubblica non può misurare il proprio valore solo sul piano quantitativo: deve misurarlo anche nella capacità di rinnovarsi, rischiare ed emozionare. Abbiamo avuto serate record, ma anche serate più trasversali, più intime, che hanno regalato momenti irripetibili a chi c’era. E questo equilibrio è ciò a cui puntiamo.
I numeri ci confermano che siamo sulla strada giusta. Ma la vera domanda, ora, è: come continueremo a crescere senza perdere autenticità e coraggio? È lì che si gioca la sfida dei prossimi anni.

Eventi gratuiti e a pagamento

Le serate che hanno “trainato” a livello di pubblico questa edizione sono state il concerto di Alessandra Amoroso e due eventi gratuiti (concerto di TrigNO e format “La vita a 30 anni”). Ritiene che questi dati vi porteranno a ragionare sul bilanciamento tra eventi gratuiti e a pagamento per la prossima edizione?
Il tema dell’accesso, tra eventi gratuiti e a pagamento, è un tema vero, che ci porremo anche per la prossima edizione. Ma la logica non sarà mai “più gratis per avere più gente”: sarà trovare l’equilibrio giusto tra partecipazione ampia e proposta di qualità.
In un tempo in cui tante persone fanno i conti ogni giorno con un reddito che non basta, anche un concerto può diventare un lusso. E questo non possiamo ignorarlo. I biglietti costano, lo sappiamo. E anche organizzare un festival ha costi sempre più alti. Per questo crediamo che una manifestazione pubblica debba garantire momenti per aprire spazi gratuiti, pensati non come “contenuti minori”, ma come occasioni per coinvolgere la comunità, sempre ragionando sul senso che vogliamo dare a ogni serata.
Il concerto da ricordare dell’edizione 2024, per aver garantito una festa collettiva, è stato quello di Gigi D’Alessio. Per quest’anno, la serata che ha visto protagonista Alessandra Amoroso. Due scelte da lei caldamente sostenute….
Sì. Sia Gigi D’Alessio l’anno scorso che Alessandra Amoroso quest’anno sono state scelte che ho sostenuto con convinzione. Il rilancio di Astimusica passa anche da qui: dalla capacità di accogliere i linguaggi della musica popolare. Portare nomi amati da un pubblico ampio non vuol dire banalizzare, ma riconoscere che la cultura passa anche dal pop e che le emozioni collettive sono un valore da coltivare. Aggiungo una cosa importante: questo tipo di artisti non porta solo un concerto, ma porta con sé una festa. Porta un tifo da stadio, un’energia collettiva viscerale, una passionalità verace. In un’epoca in cui la vita di tante persone è segnata dalla fatica e dalla mancanza di soddisfazioni, c’è bisogno anche di momenti che scaldano il cuore e di questo tipo di emozioni.

Il problema delle zanzare

Passando dalle riflessioni sul cartellone ad aspetti più pratici, è stata notata in piazza la presenza massiccia di zanzare. Avete in mente una soluzione per il prossimo anno?
Valuteremo insieme agli uffici competenti la possibilità di una disinfestazione mirata, o di altre misure preventive, compatibilmente con la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. O, ancora, la distribuzione all’ingresso di salviette contro le zanzare.

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