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Cultura e Spettacoli
Festival

Terminato Passepartout, pubblico fedele e sguardo rivolto ai giovani [photogallery]

Intitolato “Generazioni”, ha visto sul palco autorevoli relatori confrontarsi su temi di attualità

«Non chiediamo altro che essere considerati parte del presente, perché il futuro non si costruisce da soli e perché ogni generazione ha bisogno delle altre per andare avanti».
Sono le parole con cui è terminato, domenica scorsa, l’intervento degli studenti coinvolti nell’edizione 2025 di Passepartout, il festival culturale, organizzato dalla Biblioteca Astense, svoltosi dal 3 all’8 giugno.
I 18 ragazzi, che hanno collaborato nella gestione del pubblico e degli ospiti, hanno spiegato difficoltà e punti di forza della generazione Zeta. Le loro considerazioni hanno introdotto l’evento conclusivo del festival – che ha visto intervenire il professore universitario Guido Saracco (dallo scorso aprile presidente del consorzio universitario astigiano Astiss) – legandosi al tema dell’edizione di quest’anno.
Il festival è stato infatti intitolato “Generazioni” e ha visto alternarsi sul palco del cortile della Biblioteca Astense – o, in rari casi, del Palco 19 – esperti di vari campi che si sono confrontati su temi di attualità tra passato, presente e futuro: dalla geopolitica all’intelligenza artificiale, dai cambiamenti della politica al futuro della cultura. Confronti caratterizzati sempre da uno stile pacato e accurato, lontano dalla confusione dei talk show, diventato negli anni l’impronta distintiva del festival.

Lo sguardo attento ai giovani

Giunto alla 22esima edizione, la 17esima sotto la direzione scientifica di Alberto Sinigaglia, Passepartout è seguito da un pubblico attento e numeroso. «Abbiamo ormai acquisito un pubblico fedele e sicuro della qualità delle nostre scelte, anche quando riguardano personaggi meno noti, di fronte a cui i relatori esprimono senza remore opinioni e convinzioni», commenta Sinigaglia, che per la definizione del cartellone mette a disposizione la fitta rete di contatti legata al suo lavoro di giornalista e docente universitario, da anni impegnato sul fronte della diffusione della cultura. «Ciò che però ha caratterizzato l’edizione appena conclusa – continua – è il numero crescente di giovani che ci segue. Un segnale che abbiamo colto soprattutto in occasione di alcuni incontri e che ci stimola a guardare alle prossime edizioni cercando di migliorare il nostro modo di comunicare il festival ai giovani».
D’accordo Alessia Conti, direttrice della Biblioteca Astense. «Ci ha colpito positivamente, ad esempio – sottolinea – la presenza di diversi adolescenti all’incontro con Amalia Finzi, 91 anni, pioniera dell’ingegneria aerospaziale italiana. Un episodio che dimostra come, per avvicinare al festival i giovani (comunque da targetizzare, dato che questa espressione include diverse fasce di età), non conti la data di nascita dei relatori, ma il tema che propongono, la bellezza e la potenza della loro intelligenza».

L’incontro “off” di venerdì

E mentre i vertici della Biblioteca Astense guardano già all’edizione 2026, da ricordare che venerdì 13 giugno, alle 18.30 sempre nel cortile della Biblioteca, si terrà un appuntamento della sezione “off” del festival. Lo storico Gianni Oliva, in dialogo con il giornalista Vanni Cornero e l’ex assessore alla Cultura Gianfranco Imerito, terrà l’incontro “Addio mia bella addio – Soldati di leva, le generazioni in divisa”, analizzando la storia del servizio di leva con riferimenti al dibattito attuale.

Photogallery di alcune serate del festival a cura di Mariagrazia Billi

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