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Cultura e Spettacoli

Tra provincia e amici nel cuore
Quattro chiacchiere con Paolo Conte

Paolo Conte in questi mesi è impegnato in un giro d’Europa per una serie di concerti che ha già toccato, tra le altre, capitali come Parigi, Amsterdam, Vienna e nelle prossime settimane toccherà

Paolo Conte in questi mesi è impegnato in un giro d’Europa per una serie di concerti che ha già toccato, tra le altre, capitali come Parigi, Amsterdam, Vienna e nelle prossime settimane toccherà Roma, Londra e anche la nostra città. L’appuntamento è per il 1° luglio quando l’artista sarà in piazza Cattedrale per un evento già molto atteso. Approfittando di una pausa del tour, il settantottenne celebre cantautore ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Come sta andando la tournée europea?
Molto bene, c’è una bella atmosfera in teatri grandi e bellissimi esauriti sei mesi prima degli spettacoli. Trovo ovunque un pubblico sensibile al di là della barriera delle lingue».
Il suo ultimo cd si apre con i suoni un po’ inconsueti di “Si Sposa L’Africa”. Come mai questa scelta?
Non vedo sonorità inconsuete, salvo miei “vocalizzi all’africana”. L’idea della canzone è legata ad un mio desiderio di accoppiarla ad un cartoon di cui ho preparato la sceneggiatura ma che al momento per ragioni economiche non è partito.

Quando presenta nei live le sue canzoni riesce a rinnovare la magia del momento in cui sono nate?
A volte sì. Non ho mai rinnegato nessuna mia composizione e mi piace dare, a turno a tutte, l’opportunità di vivere un po’ di palcoscenico. Poi, certo, le canzoni nascono fresche, fragranti di misteriose essenze. Col passar del tempo, ma soprattutto col successo, perdono l’aroma delle origini. È per questo che mi spremo nel desiderio di restituir loro la magia del momento in cui sono nate.
Il 1° luglio canterà sul palco di AstiMusica. Avrà nostalgia di qualche “assente giustificato”?
Sì, certamente. Da Beppe Scialuga a Gigi a Mingo Chiodo detto “Il Duca”… Sono amici che porto sempre nel mio cuore.

L’amore per la vita di provincia sembra pervadere ancora le sue canzoni. Asti è ancora capace di fornirle qualche ispirazione?
Direi di sì: nell’ultimo disco c’è una canzone che è appunto ispirata all’anima di provincia. Si tratta di “Snob” che tra l’altro dà proprio il titolo al disco.
L’ultima collaborazione in ordine di tempo è stata quella con Biagio Antonacci. Come è nata l’idea di scrivere per lui “Le Veterane”?
Antonacci ha chiesto gentilmente al mio management di avere una canzone da me. “Le Veterane” mi è sembrata adatta alla sua sensibilità per le invincibili donne di mezza età».

Qual è il complimento più bello che ha ricevuto dal punto di vista professionale? E dal punto di vista personale?
Il primo è “bravo”, il secondo “bello”.
Vede un suo erede all’orizzonte, artisticamente parlando?
Non vedo all’orizzonte nessuno.

Bartolo Gabbio

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