«Mi considero un attore teatrale che poi ha fatto incursioni, per fortuna felici, nel mondo della televisione e della radio, sia singolarmente sia soprattutto con il trio».
Così l’attore e comico Tullio Solenghi si definisce dopo 53 anni di carriera, ancora impegnato sul palco individualmente o con l’amico Massimo Lopez, componente con lui, dal 1982 al 1994, del noto trio insieme ad Anna Marchesini, scomparsa nel 2016. Proprio con Lopez sarà al Teatro Alfieri di Asti stasera (sabato) alle 21, per la tappa astigiana dello spettacolo “Dove eravamo rimasti”, che aprirà la stagione invernale.
Stasera salirà sul palco dell’Alfieri con Massimo Lopez. Un ritorno nella nostra città…
Sì, in quanto ho già calcato in passato il palco dell’Alfieri, che ritengo un bellissimo teatro. Ho ricordi positivi anche di Asti, che conosco non solo per motivi professionali: nel lontano 1969 avevo fatto il militare al Quarto battaglione fanteria Guastalla. Dopo il periodo di addestramento a Casale Monferrato e una parentesi a Torino, avevo infatti concluso il periodo nella vostra città.
Quali i suoi ricordi di quel periodo?
Oltre al freddo delle guardie notturne (ride, ndr), mi ricordo la città, carina ed ospitale.
Lo spettacolo
Lo spettacolo ha debuttato l’anno scorso. Come sta andando?
Molto bene. Abbiamo concluso una prima stagione di circa 70 repliche e adesso ci apprestiamo a farne altrettante, portando lo spettacolo in tutta Italia.
A cosa si riferisce il titolo?
E’ un riferimento alla volontà di tornare a giocare con il nostro pubblico dopo la pausa forzata della pandemia. Ed è anche, velatamente, un omaggio a Enzo Tortora, che con questa frase riprese le trasmissioni televisive dopo la drammatica vicenda giudiziaria.
Vogliamo poi riallacciare il discorso con il precedente spettacolo, intitolato “Massimo Lopez e Tullio Solenghi show”. Anche in questo caso è con noi la band diretta dal Maestro Gabriele Comeglio. Inoltre è presente un contributo importante di immagini che scorrono sul fondo della scena, accompagnando i vari momenti dello spettacolo.
Cosa si deve aspettare il pubblico?
Sicuramente di divertirsi e poi di assistere al nostro modo di raccontare e fare spettacolo, basato sull’assenza di un filo conduttore, come ai tempi del trio. Bastano un’evocazione scenica e una parola per introdurre un nuovo quadro di situazioni.
Passeremo da una lectio magistralis di Vittorio Sgarbi, che deve domare un allievo particolarmente fuori tema, ad un incontro tra due “grandi vecchi”, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Bergoglio. Quindi un omaggio all’avanspettacolo e momenti musicali (Massimo con Frank Sinatra, io con una canzone degli anni Trenta). Immancabile finale sarà poi il ricordo di Anna (Marchesini, ndr). Un omaggio di immagini e musica che diventa un appuntamento che non vogliamo mancare ogni volta che andiamo in scena perché, nonostante non ci sia più, ci sembra sempre di portarla sul palco con noi.
C’è spazio anche per la satira?
Sì, ma più che altro per la satira di costume. A quella politica non abbiamo mai dedicato molta attenzione, anche perché avrebbe bisogno di un aggiornamento continuo, tanto che un pezzo studiato due mesi fa ora sarebbe già da porre nel dimenticatoio. La satira di costume, invece, ha una resistenza più lunga.
Il ricordo di Anna Marchesini
Qual è il personaggio che le riesce più facile, o la diverte di più, imitare?
Sicuramente Giampiero Mughini è quello che frequento con maggiore divertimento, tanto che è “presente” nello spettacolo, in concomitanza con l’omaggio di Massimo a Maurizio Costanzo.
Durante lo spettacolo vi rivolgete agli spettatori come fossero vostri famigliari…
Sì, l’incipit è fatto con il pubblico, che informiamo di una sorta di esperimento che portiamo avanti attraverso lo spettacolo. Un riallaccio di contatti con gli spettatori che si ricollega all’idea del titolo di cui parlavamo prima.
Prima ha citato Anna Marchesini. Qual è il ricordo più bello che vi lega?
La sua presenza scenica. Quando c’era lei si scatenava una grande complicità, rimasta tra me e Massimo, di cui lei era spesso l’apice.
Comunque il nostro modo di raccontare è sempre lo stesso. Ritrovarci nelle stesse dinamiche sceniche la fa tornare ogni sera sul palco come se fosse insieme a noi. Questo è il ricordo che portiamo sul palco.
Qual è il segreto della lunga collaborazione artistica con Massimo Lopez?
L’amicizia. Ci siamo conosciuti al Teatro Stabile di Genova, poi siamo diventati amici e abbiamo tradotto in scena il nostro legame, che non è stato imposto da nessun impresario. Abbiamo deciso noi di lavorare insieme perché avevamo una sintonia, la stessa che ci legava ad Anna e che ci fa andare ancora in scena come due fratelli.
La carriera
Passando alla sua carriera solista, lei è attualmente impegnato anche con due “cavalli di battaglia” di Gilberto Govi…
Esattamente. Ho appena debuttato con “Pignasecca e Pignaverde”, con cui rimarrò in Piemonte dopo la tappa ad Asti (il 22 ottobre a Cossato e il 23 ottobre a Ivrea).
Portare in scena Govi rappresenta per me il sogno che avevo fin da ragazzino. Govi è il nostro nume tutelare, è l’“iniziatore della specie” per quanto riguarda il teatro comico genovese, per cui riportarlo sul palco – facendo la sua clonazione scenica – è una manifestazione di affetto nei confronti di un “gigante” della scena genovese. E devo dire che la cosa ha funzionato molto bene. L’anno scorso, con i “Maneggi per maritare una figlia”, abbiamo fatto 80 repliche sempre da tutto esaurito e ora la partenza di “Pignasecca e Pignaverde” a Camogli dove ha debuttato, ha dato gli stessi segnali positivi.
La sua carriera è dominata da teatro e televisione. Quale ambito sente maggiormente suo?
Io mi considero un attore teatrale, il mio Dna è teatrale. Sono nato come tale allo Stabile di Genova diverso tempo fa, tanto che quest’anno festeggio 53 anni di carriera.
Al contempo ho fatto incursioni, per fortuna felici, nel mondo della televisione e anche della radio, singolarmente ma soprattutto con il trio.
Lo spettacolo e i biglietti
Stasera (sabato), alle 21 al Teatro Alfieri di Asti, Massimo Lopez e Tullio Solenghi tornano insieme sul palco con “Dove eravamo rimasti”, spettacolo con cui nella scorsa stagione hanno riempito i teatri.
Scritto da Lopez e Solenghi con Giorgio Cappozzo, prodotto da International Music and Arts, vede sul palco il duo accompagnato dalla Jazz Company diretta dal maestro Gabriele Comeglio. In scena numeri e sketch per uno show all’insegna della comicità, che comprenderà anche un momento musicale dedicato ad Anna Marchesini.
Lo spettacolo è inserito come fuori abbonamento nel cartellone organizzato dal Comune di Asti in collaborazione con Piemonte dal Vivo.
Biglietti alla cassa del teatro oppure online su www.bigliettoveloce.it, al prezzo intero di 39 euro o ridotto di 35 euro (platea, barcacce, palchi); 26 euro loggione (23 euro ridotto).
Per informazioni: 0141/399057.