Fin da giovanissimo la spinta a trovarsi un lavoro per essere autonomo. E poi il matrimonio, con Pina, conosciuta a quindici anni in un reparto dellospedale. Accanto al ristorante del lungotanaro, laltro punto di riferimento di Piero Fassi è il Palio
Quarantanni di attività come ristoratore ad altissimo livello e 75 anni di vita: questo il contenuto del libro Piero Fassi racconta, Espansione grafica, a cura di Cristiana Luongo, scritto dal titolare del Gener Neuv, il celebre ristorante sulle rive del Tanaro e presentato ieri al Teatro Alfieri. Un libro in cui Piero Fassi ha messo una sintesi di tutta la sua vita: linfanzia, il lavoro, gli amori, la famiglia, la città, il Tanaro, il Palio.
In esso Piero Fassi ci parla della sua infanzia ricordata senza nostalgia, con la guerra incombente, qualche fastidioso problema di salute, ma già trascorsa sulle rive del Tanaro, in quel corso Savona dove è nato e dove ha trascorso quasi tutta la sua esistenza; ricordi della scuola mal sopportata e la voglia di trovarsi un lavoro, un po per aiutare la famiglia, un po per sentirsi libero ed indipendente. Eccoli i lavori fatti: il garzone ciclista, lapprendista in un laboratorio di cromatura, il pittore in un laboratorio di insegne, la maschera al Politeama. E poi il matrimonio, con Pina, conosciuta a quindici anni in un reparto dellospedale, e gli amici, in primo luogo Antonio Guarene. Sino al gran salto, linizio dellattività al Gener Neuv, prima part time, poi a tempo pieno. La maggior parte del libro, ovviamente, è occupata da questa grande scommessa vinta, dalla riapertura della vecchia trattoria tanarina del Gener, diventata Gener neuv ed inaugurata il 3 gennaio 1971, una domenica, allora festa dellEpifania.
Accanto a quelle sale del lungotanaro, laltro punto di riferimento di Piero Fassi è il Palio, naturalmente con i colori bianco-azzurri nel cuore. Quel Palio che gli ha fatto riprendere in mano i pennelli per dipingere lo stemma del borgo. E proprio da lui, allora rettore, e da Antonio Guarene, nacque lidea della corsa in piazza Alfieri, unidea proposta in un Consiglio del Palio del 77, dopo unalba di un giorno dinverno passata a prendere le misure in piazza per studiare il posizionamento di piste e tribune.
Il libro si conclude con una serie di quelle ricette che hanno caratterizzato la cucina del Gener neuv. Ma al lettore non sfugga una frase, in quarta di copertina, che è unautentica chiave di lettura: Ho scritto questo libro per non dimenticare quanto Asti sia parte e viva in me: essa è arte, musica, enogastronomia, lavoro, amicizia, bellezza, malinconia e, soprattutto, speranza.
Aldo Gamba