Patrizia Trinchero, 41 anni, insegnante di religione al liceo artistico Benedetto Alfieri di Asti è autrice del racconto apocrifo “Il gioco è cominciato, Holmes!”
Gli appassionati di Sherlock Holmes lo sanno bene: da qualche parte ci sono ancora numerosi diari inediti del dottor Watson che attendono solo di essere riportati alla luce. Benvenuti nel mondo degli apocrifi sherlockiani, un genere letterario amatissimo dai cultori del personaggio creato da Arthur Conan Doyle. Quest’ultimo scrisse ben cinquantasei racconti e quattro romanzi dedicati al più famoso detective della letteratura. Lo uccise nel racconto “Il problema finale”, salvo riportarlo in vita ne “La casa vuota”, prima storia pubblicata dopo il celebre caso del Mastino dei Baskerville.
E’ forse qui che nacque la leggenda di Sherlock Holmes e che, ancora oggi, fa proseliti in tutto il mondo. Lo sa bene l’astigiana Patrizia Trinchero, 41 anni, insegnante di religione al liceo artistico Benedetto Alfieri e autrice del racconto apocrifo “Il gioco è cominciato, Holmes!” pubblicato nel volume “Sherlock Holmes in Italia” nella collana Il giallo Mondadori. In questo racconto tutta Londra è a caccia di Sherlock Holmes, accusato di un tremendo delitto. Una taglia pende sulla sua testa e le prove a suo carico sono schiaccianti. Dovrà scoprire chi lo ha incastrato scavando nella carriera a rischio di un poliziotto e in una torbida storia di ricatti. Solo la sua intelligenza, l’abilità nel travestimento, l’amicizia del fedele Watson e la teatralità del colpo di scena finale riusciranno a trarlo d’impiccio. Ma questa avventura, per Holmes è molto di più: è la lotta di un uomo contro il suo demone.
«Il racconto è ambientato nel marzo del 1895 – spiega l’autrice – e nasce da due domande: che fine ha fatto la vestaglia viola di cui si parla nel racconto Il carbonchio blu? E come fa il dottor Watson a convincere Holmes a non abusare più della cocaina, la famosa soluzione 7%?».
Da qui si dipana la vicenda, scritta dalla Trinchero nel 2011 dopo aver riletto tutto il Canone Holmesiano e aver deciso di dare vita ad una storia apocrifa tutta sua. La vicenda è molto interessante anche perché ribalta alcune certezze sul detective di Baker Street, ma dà anche ai lettori la possibilità di mettersi alla prova, disseminando gli indizi tra le pagine per scoprire il colpevole prima della fine. In fondo che cosa sono i gialli di Sherlock Holmes se non dei grandi giochi d’abilità da risolvere battendo sul tempo il principe degli investigatori?
Patrizia Trinchero è cresciuta con questi gialli che le facevano compagnia fin da quando era bambina. «Quando ero piccola, mio padre andava ogni settimana al mercato di Poirino dove mi comprava i libri di Sherlock Holmes della Peruzzo Editore. Poi, a casa, in camera mia, seguivo la serie televisiva della Granada con Jeremy Brett nei panni di Holmes. Vedevo la serie su una piccola televisione in bianco e nero, col volume basso, perché in teoria mio padre credeva che andassi a dormire». Poi la svolta con il primo apocrifo cui sono seguiti altri racconti pubblicati da Delos sulle pagine di Sherlock Magazine e, successivamente, nell’antologia “Sherlock Holmes in Italia” curata da Luigi Pachì. Ma c’è dell’altro. Patrizia è anche traduttrice e nella collana “Baker Street Collection” ha tradotto “Sherlock Holmes e il vampiro di Whitechapel” di Dean P. Turnbloom.
Con l’apocrifo “Il gioco è cominciato, Holmes!” ha vinto un’edizione dello “Sherlock Magazine Award”. Una curiosità: Patrizia, quando non scrive di Sherlock Holmes, dipinge icone bizantine usando una tecnica molto antica. Ma questa è tutta un’altra storia e forse, un giorno, anche Holmes lascerà da parte il suo violino per seguire le orme artistiche di Patrizia, magari in un racconto intitolato “Sherlock Holmes e il mistero dell’iconografo assassinato due volte”.
Riccardo Santagati