Cerca
Close this search box.
Un caffé con... Mago Forest
Cultura e Spettacoli

Un caffé con… Mago Forest

Incontro con il popolare cabarettista prima dello spettacolo all'Alfieri. “Ho iniziato in Rai nel 1988 con Indietro Tutta di Renzo Arbore. Per parlare con lui precedevo i suoi spostamenti e fingevo poi incontri casuali. Ma è stato Nino Frassica il mio maestro”

“Tu non puoi saperlo, e nemmeno i lettori del bisettimanale La Nuova Provincia, ma io di Asti ho un ricordo molto particolare. Me lo porto dietro dagli anni della scuola”. Con questa frase Michele Foresta, conosciuto dal grande pubblico televisivo come “Mago Forest” o più semplicemente Forest, stuzzica immediatamente la mia curiosità. Riesco ad intercettarlo al Teatro Alfieri un’oretta prima dell’inizio del suo Mr. Forest Show, andato in scena con successo sabato scorso. Lui è in camerino ma il signor Christian, il suo agente per il Piemonte, lo invita a raggiungermi in sala dove lo aspetto in compagnia del fotografo del giornale. Forest arriva dopo pochi minuti di attesa vestito con un camiciotto e un jeans; sembra rilassato.

Visti i tempi stretti niente caffè al bar come solitamente avviene con gli ospiti di questa rubrica ma chiacchierata informale accomodati nella seconda fila della platea del Teatro. “Era una caldissima estate di fine anni ’80 ed ero alle prese con gli esami di maturità. All’orale, la domanda di letteratura italiana verteva sul Foscolo, autore sul quale ero abbastanza preparato. Per impressionare favorevolmente la commissione iniziai dicendo con molta convinzione “Il Foscolo a differenza dell’Alfieri…”.

Avevo letto questa frase sul libro di testo e, poiché mi colpì parecchio, mi ripromisi di dirla nel caso mi avessero chiesto di parlare del poeta di Zante. Avrei sicuramente fatto un figurone. Quando terminai l’esame il presidente di commissione, memore del mio altisonante incipit che evidentemente aveva colto nel segno, mi chiese di chiarire quale fosse esattamente la differenza tra il Foscolo e l’Alfieri. Beh, a quel punto dovetti ammettere candidamente di non sapere granché dell’Alfieri se non delle sue origine astigiane. Per questa ragione ricordo con simpatia la vostra città dove peraltro è la prima volta che vengo fisicamente”. Svelatami questa simpatica reminiscenza scolastica – d’altronde l’arte dell’arrangiarsi con fantasia e creatività si impara fin dai banchi di scuola – Forest mi dice di conoscere tra i concittadini contemporanei Giorgio Faletti “astigiano per antonomasia” lo definisce proprio così.

Forest, come Faletti qualche anno prima, ha iniziato la sua carriera artistica facendosi le ossa in prestigiosi locali milanesi di cabaret. Una palestra fondamentale che gli ha offerto l’opportunità di avere un feedback immediato da parte del pubblico ad ogni esibizione dovendo essere sempre reattivo senza potersi mai permettere il lusso del calo di tensione. Un background che ti fa acquisire la capacità di interagire brillantemente con le persone presenti al tuo spettacolo, una considerevole freccia nell’arco di Forest. Di ciò se n’è avuta una chiara dimostrazione proprio nella performance sold-out all’Alfieri. Il comico originario di Nicosia di strada ne ha fatta parecchia visto che da poche settimane ha terminato di condurre insieme a Teresa Mannino l’edizione 2013 di Zelig, in prima serata su Canale 5. “Come locale Zelig esiste da svariato tempo ma soltanto da una quindicina d’anni sono entrate le telecamere Mediaset facendolo dunque diventare una vera e propria trasmissione televisiva che tuttavia conserva lo spirito originario del locale di viale Monza.

Quando ai tempi ho iniziato ad apparire sul piccolo schermo come debuttante avevo già una discreta gavetta sulle spalle, al pari di chi ha iniziato con me come Ficarra & Picone oppure Ale & Franz. Per un giovane di oggi iniziare è più difficile, ci sono meno spazi a disposizione e a volte si arriva in tv con minor esperienza rispetto a com’era fino a una ventina di anni fa. Parlando dei comici di quest’anno devo però dirti che in molti avevano già un discreto repertorio e quindi credo si debba sfatare un po’ quella convinzione a volte errata che ritiene che sia sufficiente un tormentone per funzionare. Se dovessi dirti alcuni nomi di gente parecchio promettente vista sul palco degli Arcimboldi in questa edizione di Zelig ti direi Chicco Paglionico, colui che interpretava il lavorante dell’Ikea, o anche Antonio Ornano, un altro particolarmente in gamba. Poi Maurizio Lastrico che, seppur già da qualche anno sulla cresta dell’onda, in questa stagione ha proposto cose nuove e molto divertenti”. La carriera televisiva di Forest è però iniziata in Rai. Anno 1988, Indietro Tutta, provino con Renzo Arbore andato alla grande.

“Al casting avevo divertito Arbore che quindi decise di darmi un’opportunità scritturandomi come componente del pubblico del Sud per Indietro Tutta. Lui è stato il primo a darmi una pacca sulla spalla e a dirmi che ero sulla strada giusta e che impegnandomi e credendoci potevo fare della mia attitudine artistica una vera e propria professione. A volte volevo parlargli per proporgli qualche idea per le mie esibizioni solo che, immaginati, io all’epoca ero agli esordi mentre Arbore era già famoso ed era sempre circondato da un sacco di persone e per me risultava sempre difficile avvicinarlo. Così per incontrarlo sai quale stratagemma escogitavo? Cercavo di anticipare i suoi spostamenti appostandomi nei corridoi degli studi e quando magari vedevo che si dirigeva verso gli ascensori mi infilavo io prima che entrasse lui così poi quando puntualmente varcava la soglia dell’ascensore avevo modo di parlargli a tu per tu facendo però risultare casuale il nostro incontro. Piccoli trucchi, escamotage, da ragazzino incosciente alle prese con un professionista affermato”. In quella mitica esperienza Forest conosce pure Nino Frassica, suo mentore per lungo tempo nei primi anni novanta.

“Per me Nino è stato un maestro e lo è ancora. Da lui ho imparato tantissimo; posso dire davvero di essere stato a bottega da lui. Ricordo le esibizioni con Nino in giro per l’Italia, un sacco di serate insieme, anche in televisione. Credo di aver imparato parecchio dal suo umorismo fatto di non-sense e giochi di parole e poi lui è uno che fa ridere in maniera sempre contemporanea: a volte mi capita di rivedere i suoi pezzi di vent’anni fa e penso che potrebbero essere stati scritti ieri”. Come mago strampalato (ma nemmeno poi tanto) nel tempo si fa conoscere ed apprezzare essendo protagonista di sketch comici capaci di renderlo nel corso degli anni una piacevole realtà nel mondo dello spettacolo nostrano. Arrivano così varie esibizioni a Zelig fino ad approdarne, come detto, alla conduzione. Ma soprattutto arriva, dal 2001 al 2009, l’esperienza con la Gialappa’s al timone dei vari Mai Dire, trasmissioni imperdibili per il sottoscritto; un autentico must per una vasta parte di coetanei del target di età dai 18 ai 35. Per Forest quello è stato un modo di fare televisione in una maniera ben poco televisiva.

“Anche se c’erano le telecamere e i tempi del piccolo schermo da rispettare, si svolgeva tutto in una dinamica quasi teatrale poiché era presente il pubblico in studio e in più la Gialappa’s interpretava a voce alta il pensiero del pubblico a casa”. Prima di salutarci ne approfitto per scattare una foto ricordo insieme. Ci vorrebbe una magia delle tue, caro Forest, per riuscire a sorridere di questi tempi. “Ma no, dai, non dire così. Pensa che si rideva anche durante la guerra o il periodo del fascismo. Gente del calibro di Petrolini o De Filippo riusciva ad essere dissacrante ed irriverente come non mai, in periodi storici durissimi. Figuriamoci se non si dovesse ridere al giorno d’oggi nel nostro Paese solo perché siamo in crisi da una ventina d’anni!”.

Bartolo Gabbio

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Scopri inoltre:

Edizione digitale