Lo scrittore toscano Marco Malvaldi ha scelto Asti per la prima presentazione del suo nuovo romanzo "Buchi nella sabbia" (Sellerio – 14 euro). Ospite del gruppo Donne Impresa di
Lo scrittore toscano Marco Malvaldi ha scelto Asti per la prima presentazione del suo nuovo romanzo "Buchi nella sabbia" (Sellerio – 14 euro). Ospite del gruppo Donne Impresa di Confartigianato, guidato da Anna Oliva, Malvaldi ha raccontato la genesi di una storia i cui ingredienti, sapientemente mescolati tra loro, sono il mistery, la storia d'Italia nei primi del Novecento, una forte vena ironica e la presenza di personaggi realmente esistiti come il protagonista Ernesto Ragazzoni, e il maestro Giacomo Puccini. Siamo a Pisa nel 1901. Al Teatro Nuovo si attende l'arrivo del re Vittorio Emanuele III (il precedente, Umberto I, è stato assassinato per mano dell'anarchico Gaetano Bresci) che intende assistere alla rappresentazione della Tosca di Puccini. Una città non propriamente realista la Pisa di quel tempo nella quale, tra anarchici e internazionalisti, molti dei quali coinvolti nell'allestimento dell'opera, l'arrivo del monarca crea tensioni in un crescendo che culmina con l'omicidio del tenore Ruggero Balestrieri alias Mario Cavaradossi, ucciso al culmine della rappresentazione.
Chi è stato? Perché? Il delitto è da ricondurre alla mano anarchica? Tutte domande alle quali tenta di rispondere l'indagine del giornalista scapigliato Ernesto Ragazzoni, testa calda, senza dubbio, ma non meno curioso e impiccione dei vecchietti del Barlume che hanno portato Malvaldi ad essere uno degli autori più apprezzati del momento. Ecco come lui stesso ha spiegato, durante l'incontro moderato dal libraio itinerante Davide Ruffinengo, l'idea a base del romanzo: «Mi sono chiesto se fosse mai capitato che, durante la rappresentazione della Tosca, qualcuno fosse stato fucilato per davvero e, in effetti, qualcosa è successo». Nel 1995 il tenore Fabio Armiliato venne ferito per sbaglio alla prima, a Macerata, per un cattivo funzionamento di un fucile del plotone di esecuzione nella scena in cui Cavaradossi viene giustiziato. Il giallo, come nella migliore tradizione malvaldiana, strappa molte risate mettendo alla berlina vizi (molti) e difetti di un popolo monarchico più per necessità che per convinzione.
Se nel precedente romanzo storico "Odore di chiuso", Malvaldi aveva promosso lo scrittore e gastronomo Pellegrino Artusi a detective dilettante, questa volta chiama a far parte del gioco il giornalista e poeta Ragazzoni, scapigliato e controcorrente. «Ai tempi della scuola mi portarono a vedere Vittorio Gassman – ricorda Malvaldi – Concluse lo spettacolo recitando una poesia di Ragazzoni che componeva rime su vari argomenti, anche molto bassi come "L'apoteosi dei culi d'Orta". Quando gli chiedevano cosa facesse nella vita, Ragazzoni rispondeva: "faccio buchi nella sabbia". Era il suo modo per dire che faceva il giornalista perché gli articoli vivono un giorno, esattamente come i buchi fatti sulla spiaggia». Geniale, anticonformista, sopra le righe, Ragazzoni, penna sopraffine della Stampa, indaga sul caso che diventa per Malvaldi una maniera per raccontare le inquietudini dell'Italia del primo Novecento. La tappa astigiana è stata per Malvaldi un'occasione di spiegare cosa sia il mestiere di scrittore.
«Non è un lavoro – ha precisato – perché scrivere è una conseguenza del modo di vivere e di quello che pensi di poter dire. Tutti noi abbiamo una cerchia di persone privilegiate con le quali ci interfacciamo e altre che incontriamo, soprattutto svolgendo determinati lavori. Quando incontri molte persone e ti rendi conto di come vivano, che hanno delle particolarità uniche, allora capisci che sarebbe un delitto non raccontarle». Non è mancata una riflessione sul giallo in quanto genere privilegiato dei suoi libri. «Scrivo tutti i giorni e spesso butto via più di quello che tengo o che funziona. La trama la costruisco al contrario rispetto a chi legge, partendo dalla fine: chi è il colpevole? Com'è stato scoperto? Quando? E poi inizio a scrivere dando tutti gli indizi necessari al lettore per risolvere il mistero. Però ho una mia tecnica per distrarlo… tutte le volte che do un indizio fondamentale, subito dopo rifilo una troiata e così l'indizio viene cancellato dalla sua mente». E il gialli del Barlume? «Torneranno quando avrà una storia convincente da raccontare perché mi diverto moltissimo a scrivere dei miei vecchietti».
Riccardo Santagati