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Un improbabile reporter tra neve, sangue e ironia
Cultura e Spettacoli

Un improbabile reporter tra neve, sangue e ironia

Alla Biblioteca Astense si è svolta l’insolita presentazione – senza l’autore – del giallo astigiano “Brividi e maiali” scritto dal misterioso Gianni Gribaudo

Una presentazione senza l’autore. Un fatto sicuramente curioso, che ha caratterizzato l’incontro alla Biblioteca Astense, che ha ospitato la prima presentazione del romanzo “Brividi e maiali”, di recente uscita e pubblicato da SEM, Società Editrice Milanese, casa editrice di recente fondazione. Un giallo vivace, spiritoso, dallo stile molto caratteristico: è firmato attraverso uno pseudonimo, quello di Gianni Gribaudo, anche protagonista della storia, un giornalista sportivo che viene lanciato ad occuparsi di un agghiacciante caso di cronaca.

Gli ospiti

A fare gli onori di casa la direttrice della biblioteca Donatella Gnetti. Non c’era dunque l’autore (o c’era…? magari mescolato tra il pubblico in sala); apprezzatissima invece dai presenti la partecipazione all’incontro, moderato dal giornalista Enzo Armando, dello scrittore piemontese Gianni Farinetti, che, attraverso i suoi romanzi, a partire da “Un delitto fatto in casa”, delizia i lettori con storie di grande profondità nell’affrontare temi anche delicati, in suggestive ambientazioni, soprattutto quelle delle Langhe, ma anche oltre (impareggiabile, ad esempio, la resa delle atmosfere di Stromboli ne “L’isola che brucia”); e del disegnatore astigiano Luigi Piccatto, artefice della splendida e originale copertina di “Brividi e maiali”. Alla presentazione del romanzo, se non c’era, per ovvi motivi, l’autore, c’era però Teresa Martini per la casa editrice: «Un’impresa coraggiosa la nostra, quella di lanciarsi nel mondo dell’editoria in un momento certamente non facile. E proporre un romanzo di un autore celato da uno pseudonimo è certamente un elemento di ulteriore coraggio».

Il romanzo

Nessun chiaro riferimento alla città in cui si svolge la storia o al periodo storico. Ma fin dalle prime pagine appare evidente che ci troviamo ad Asti, sul finire degli anni ‘80. C’è il richiamo a un vecchio caso di cronaca, conosciuto come “il delitto dei porci” ed avvenuto in città intorno al 1967. Il protagonista è un collaboratore sportivo di un giornale locale, che scrive anche «l’opuscolo del Palio» e che ha «vissuto tutta l’archeologia di stampa» e ricorda «i sudori che ci sono venuti a ogni cambio di tecnologia». La sensazione, nei giornalisti dell’epoca che hanno letto il romanzo, è che l’ambientazione potrebbe essere quella de “La nuova provincia”. È un giorno di inverno, freddo e innevato. Gribaudo viene inviato in Questura, a caccia di informazioni: le ossa di un uomo vengono ritrovate in una discarica abusiva, in «valle Bacciglio», spolpate dai maiali. C’è fitto riserbo, ma Gribaudo, guadagnandosi la fiducia del commissario napoletano, in evidente difficoltà con il dialetto locale, e con l’aiuto di amici del paese e personaggi originali, come il “Settegiacche”, il “Pagliasso”, il “Barachin” e il “Gadan”, «un baby pensionato della Stipel» che passa il tempo in redazione a leggere il giornale a scrocco e far la corte alla segretaria un po’ isterica, riesce a risolvere il mistero e a consegnare il suo articolo al direttore.

Lo stile e il linguaggio

Un’assoluta caratteristica di “Brividi e maiali” è lo stile, che richiama, attraverso termini e modi di dire, la parlata piemontese. Dallo “sgiai adoss” al “boia ampestà”, agli “stranomi” impiegati, come il “Settegiacche”, il “Barachin” e il “Gadan”. Emerge anche una serie di elementi che raccontano le tradizioni culturali della zona in un’epoca che si è ormai allontanata. «Ho vissuto da bambino nella campagna di queste zone e, leggendo il libro, mi sono tornati in mente proprio quel mondo e quell’epoca», ha detto Piccatto. «Uno dei pregi del romanzo è il lavoro di ricerca linguistica che viene proposto – ha sottolineato Farinetti – Un aspetto positivo e di interesse: del resto la città di provincia e le nostre colline hanno molto da offrire come ambientazione per un buon romanzo». In “Brividi e maiali” atmosfere alla “Fargo”, anche per il primo piano su personaggi che si potrebbero definire “perdenti”.

Marta Martiner Testa

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