È sofferenza e coraggio, lettera d’addio e carezza. E, al contempo, un potente inno alla vita il libro “Noi voci invisibili” (Le Château Edizioni, 2022) di Elisa Schininà, presentato sabato scorso alla Biblioteca Astense.
«Quello di oggi è un argomento difficile e doloroso – ha esordito Roberta Bellesini, presidente della Biblioteca Astense – un tema di cui si sente parlare sempre più spesso. Ciò che dobbiamo fare è prendere atto che, come si ammala il corpo, si ammala anche la mente».
Elisa Schininà, laureata in Design della Moda con un Master al Polimoda di Firenze, era un’artista: fotografa, disegnatrice, scrittrice, fotoritoccatrice. Soffriva di un disturbo mentale, un’ombra che accettava e che aveva deciso di gestire.
In una sala gremita, Antonia Bassignana e Maurizio Schininà, genitori di Elisa, hanno ripercorso la breve vita della figlia. «Non si dice mai abbastanza sulla salute mentale – ha sottolineato Vittoria Dezzani, titolare della Piccola Libreria Indipendente e moderatrice dell’incontro – e quando succede spesso si usano parole sbagliate. Elisa, in questo libro che è un potente inno alla vita, ha invece trovato quelle giuste per parlare della sua malattia».
La decisione di scrivere un libro
La decisione di scrivere di questioni molto personali è nata per caso, tanto che il libro è una sorta di diario intervallato da ricordi. Elisa da oltre 10 anni subiva gli alti e bassi della malattia e quella scrittura sembrava essere veramente di grande aiuto.
«A fine aprile 2021 ci aveva comunicato che tramite Amazon aveva auto pubblicato la prima parte di “Noi voci invisibili” – ha raccontato il padre – per me quasi un atto liberatorio, un modo per rompere un tabù».
La seconda parte, che Elisa aveva intitolato “La Fenice” e che non aveva fatto in tempo a pubblicare, era stato scritto tra giugno e luglio 2021.
Prima di questa decisione esprimeva il suo disagio con post sui canali social. «Solo nell’inverno 20/21, durante uno dei primi ricoveri – hanno ricordato i genitori – e dopo aver visto ragazzi problematici e soli, aveva deciso di dar loro voce con un libro».
Nonostante ciò Elisa, alla soglia dei trent’anni, si è tolta la vita. Ma il suo impegno non è stato vano. I genitori, oltre a far pubblicare l’intero volume, hanno fondato l’associazione “La voce di Elisa” per aiutare soprattutto i giovani ad affrontare qualsiasi tipo di problema psichico. «Per dare alla malattia della mente – ha ribadito Antonia – la stessa dignità delle altre malattie».
L’associazione “Un libro per Daniela”
Presenti all’evento anche Carlo Milordini, psichiatra e presidente de “La voce di Elisa”, Claudio Lucia, presidente dell’Ordine dei medici di Asti, e numerosi volontari dell’associazione “Un libro per Daniela”, nata in memoria dell’astigiana Daniela Albertelli con l’obiettivo di ascoltare e aiutare, magari solo con un abbraccio, chi ha disagi psichici e i loro famigliari. «Una difficoltà delle famiglie – ha commentato Luciano Cavallo, marito di Daniela – è proprio quella di trovare una persona a cui rivolgersi».
Da qui l’idea di un appuntamento bisettimanale (aperto a tutti) alla “Caffetteria Mazzetti”, in una sala riservata, tra amici che possono aiutare a stare meglio. Per informazioni: 328/7554675.