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Unesco: Alba lavora in team«Ad Asti troppi protagonismi»
Cultura e Spettacoli

Unesco: Alba lavora in team
«Ad Asti troppi protagonismi»

E' uno dei motivi più ricorrenti fra addetti ai lavori e non solo da quando è arrivato il riconoscimento delle vigne di una parte del Sud Astigiano a Patrimonio Unesco: mentre Alba, Barolo e Barbaresco stanno cavalcando economicamente la notorietà di questo importante traguardo raggiunto, l'Astigiano è immobile oppure muove piccoli passi, spesso troppo corti perchè qualcuno se ne accorga al di là dei confini provinciali…

E' uno dei motivi più ricorrenti fra addetti ai lavori e non solo da quando è arrivato il riconoscimento delle vigne di una parte del Sud Astigiano a Patrimonio Unesco: mentre Alba, Barolo e Barbaresco stanno cavalcando economicamente la notorietà di questo importante traguardo raggiunto, l'Astigiano è immobile oppure muove piccoli passi, spesso troppo corti perchè qualcuno se ne accorga al di là dei confini provinciali.

Un esempio? Sabato scorso a La Morra si è tenuta una giornata di informazione su come conoscere e valorizzare il patrimonio comune che ha visto, fra gli altri organizzatori, il Club Unesco di Asti. Peccato che nella nostra provincia, a parte gli spot più o meno riusciti come quello in salsa storica che si è tenuto sabato scorso in città, non si annoverino altri importanti eventi. E, se non bastasse, mercoledì, il Consorzio Turistico Langhe Monferrato Roero ha accolto i suoi operatori all'Hospitality Meeting su responsabilità e opportunità Unesco, una sorta di corso di formazione per gli addetti ai lavori della ricettività nella core zone. Fra i temi trattati anche la comunicazione agli ospiti, siano essi di alberghi o di ristoranti, partendo dalla narrazione di aneddoti finendo alle curiosità passando per l'indicazione di luoghi particolarmente suggestivi e particolari.

Tutto questo mentre Asti sta a guardare e un po' si lamenta del fatto che l'Albese e la sua Langa fagociti tutta l'attenzione. «Il nostro problema è che l'Albese parte avvantaggiato grazie alla sua migliore organizzazione interna che deriva da una lunga abitudine a cooperare e collaborare fra enti e soggetti» spiega Annalisa Conti, fra le "anime" astigiane che hanno fortemente voluto e perseguito l'Unesco, membro dell'associazione per il patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Secondo la Conti «l'Astigiano sta scontando un modus operandi individualista che ha sempre caratterizzato la promozione del territorio. Che ci piaccia o no -sottolinea – di là è da anni che lavorano in team, soprattutto i privati».

Di qui il sollecito affinchè anche i privati dell'Astigiano, siano essi i produttori di vino, l'indotto, i commercianti, gli operatori della ricettività, comincino a muoversi, non aspettino che siano le istituzioni a creare occasioni per loro, con un approccio professionale e, soprattutto utile. «Spesso -stigmatizza la Conti- si fanno eventi e manifestazioni sotto l'egida Unesco che però non escono dal cortile di casa. Bisogna invece unire le forze e le risorse (che per alcune categorie produttive ancora sono notevoli) per organizzare una promozione che porti le nostre colline fuori dall'Italia».

Dunque basta alle "feste fra di noi"; meglio poche iniziative ma belle e importanti che trasmettano un messaggio forte agli stranieri, pronti a venire da noi se sicuri che noi siamo pronti ad accoglierli. Se l'hospitality meeting di Alba andrà bene, probabilmente verrà replicato anche nell'Astigiano e nell'Alessandrino proprio a cura dell'Associazione. E chi ha paura del "ritiro" del riconoscimento alle verifiche dei prossimi anni? «Su questo va fatta chiarezza – risponde la Conti- Il riconoscimento lo manteniamo se non snaturiamo il paesaggio che lo ha ottenuto, non c'entra nulla la promozione economica o turistica del territorio. Anzi, l'Unesco non nasce con lo scopo di essere un volano economico, ma esclusivamente per preservare territori meritevoli».

Daniela Peira

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