Ma davvero questa è una giornata da “festeggiare”? Crediamo di no.
Crediamo invece che questo sia un giorno come un altro per continuare con la stessa forza e la stessa tenace una lotta che arriva da lontano e che può essere considerata tutt’altro che vinta.
Una lotta contro un sistema patriarcale, eterosessista ed eterocentrico, contro un cultura maschilista intrisa di violenza fisica e psicologica, contro un’idea di sopruso continuo che non lascia spazio all’equilibrio di opportunità nel mondo del lavoro e non solo.
Un esempio tra tutti? Quello di Maria Paola Gaglione, uccisa il 12 settembre scorso dal fratello, perchè fidanzata con un ragazzo transessuale, Ciro. Nuovamente una donna, che per il maschilismo della famiglia non poteva amare, non poteva autodeterminarsi, non poteva, di certo, vivere. Come il suo tantI, troppi esempi che fanno emergere una sola realtà che non si può più ignorare: la violenza di genere è il punto di partenza e lo snodo di tutte le altre violenze.
La violenza di genere, finché esisterà, sarà la fonte avvelenata ove ogni sopruso troverà giustificazione e forza.
Paradossalmente la pandemia ha inasprito questa lotta poiché sono proprio le donne ad aver pagato di più, non solo in termini economici, l’emergenza sanitaria ancora in corso.
La comunità LGBTQI+ è un forte alleato delle donne in questa lotta, c’è e continuerà ad esserci perché i traguardi e gli obiettivi da perseguire sono spesso sovrapponibili se non identici. A partire dall’approvazione della Legge contro l’omo-bi-lesbo-transfobia, misoginia e abilismo (Legge ZAN), che dopo l’approvazione alla Camera, il passaggio al Senato sembra a rischio a causa di un Governo che, per la sua composizione, del “maschilismo” sembra averne fatto il tratto distintivo.
La lotta continua.
Associazione Asti Pride