Assistenti Sociali del Piemonte: “Occorre guardare al fenomeno in un’ottica multidisciplinare: ambito sociale, educativo, psicologico”
7 febbraio, Torino. Oggi è la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola, celebrata la prima volta il 7 febbraio 2017, in coincidenza con la Giornata Europea della Sicurezza in Rete indetta dalla Commissione Europea (Safer Internet Day).
Dall’indagine 2020 dell’Osservatorio Indifesa di Terre des hommes e Scuola Zoo, emerge con chiarezza che più di 4 ragazzi su 10 hanno subito atti di bullismo e 6 adolescenti su 10 lo hanno vissuto indirettamente, assistendo ad episodi diretti ad amici e compagni di scuola. Bullismo e cyberbullismo sono dunque rischi concreti per oltre un adolescente su 3.
L’Ordine Assistenti Sociali del Piemonte richiama l’attenzione su un fenomeno complesso che andrebbe guardato in un’ottica multidisciplinare: sociale, educativa, psicologica.
Barbara Rosina (Presidente Ordine Assistenti Sociali del Piemonte) afferma: “La scuola ha un ruolo centrale ed è un’alleata importantissima, in fase di prevenzione e individuazione del problema, dei servizi sociali e sanitari che si trovano a gestire il problema in un’ottica quasi esclusivamente riparativa, quando cioè l’atto di bullismo è già accaduto. Potenziare i programmi didattici, in riferimento ad aspetti quali la lotta dell’indifferenza, l’uso consapevole della rete e dei social, la consapevolezza e la gestione delle proprie emozioni, è di fondamentale importanza. La scuola in questo va aiutata e sostenuta con norme che ne potenzino la capacità di fare sensibilizzazione, prevenzione e monitoraggio. Pensare di investire più risorse per rafforzare questi aspetti, vuol dire diminuire numericamente i fenomeni di cyberbullismo ridurne l’impatto sui singoli e sull’intera comunità poiché proteggere i più giovani significa proteggere intere famiglie dai danni e dagli effetti a lungo termine delle violenze”.
La legge regionale del 5 febbraio 2018, n.2 “Diposizioni in materia di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo” ha previsto l’istituzione di un Tavolo tecnico presso la Giunta regionale, per predisporre il piano regionale degli interventi, condividere le buone prassi, raccogliere dati sul fenomeno e individuare percorsi di prevenzione del disagio scolastico. Il Tavolo tecnico collabora con il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, con il Comitato regionale per le comunicazioni, con l’Osservatorio regionale permanente per la prevenzione di bullismi (istituito presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte), con i dipartimenti delle ASL che si occupano di disagio giovanile e con gli enti locali che hanno attivato protocolli d’intesa sulla tematica. Alberto Cirio (Presidente Regione Piemonte), un anno fa, in occasione della Giornata, aveva rivolto un appello: “Istituzioni, scuola, forze dell’ordine e di giustizia continuino a collaborare poiché per ogni vittima c’è anche un bullo che è necessario rieducare”.
“Per contrastare il fenomeno, – dichiara Alberto De Michelis, Consigliere dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte – e ridurre gli effetti quando l’azione è già accaduta sia per chi subisce sia per chi ha agito, è necessario che tutti facciano la loro parte: autorità, genitori, istituzioni, politici e gli stessi ragazzi. Quest’ultimi, ad esempio, devono essere messi nelle condizioni di riconoscere la violenza non appena si manifesta, devono essere in grado di sapere a chi rivolgersi e ciò può essere possibile solo attraverso una cultura del rispetto. I ragazzi vittime di violenze possono a loro volta diventare, se accompagnati, attori attivi nella sensibilizzazione dei pari. Ciò richiede l’azione degli adulti attraverso un lavoro sinergico tra istituzioni e famiglie finalizzato ad implementare le abilità sociali dei nostri giovani. Si tratta di un lavoro educativo complesso e a lungo termine che può dare positivi risultati. Per questo dobbiamo promuovere e incoraggiare contesti formalizzati di dialogo tra genitori e istituzioni. Nessuno deve essere lasciato solo a fronteggiare questo drammatico fenomeno”.
Barbara Rosina lancia un monito: “Dobbiamo segnalare con forza che, come purtroppo accade in altri ambiti, quando parliamo di bullismo e il cyberbullismo a scuola ci troviamo a lavorare in un’ottica riparativa di danni che sono già avvenuti e che hanno portato dolore, paura, percezione di sconfitta nelle persone interessate, i minori e le loro famiglie ma anche le loro reti amicali. Non possiamo dimenticare che queste situazioni generano al contempo sfiducia nella capacità protettiva delle istituzioni, minano alle fondamenta la capacità di riconoscersi e sentirsi parte di una comunità, di essere parte attiva e risorsa della nostra società. Chiediamo con forza che iniziative di prevenzione avviate da anni nei nostri territori, anche in collaborazione con le Forze dell’Ordine che hanno un ruolo importantissimo, siano messe a sistema, che non vengano lasciate alla sensibilità, attenzione, volontà, disponibilità economica dei singoli Presidi e direttori di Istituto ma che vi sia un lavoro centrale di coordinamento degli interventi di promozione e di prevenzione affinché nessun giovane, nessuna famiglia, nessuna scuola venga dimenticata o lasciata sola ad affrontare i rischi di questo fenomeno. Ricordiamo infine che per realizzare interventi efficaci, occorre limitare le situazioni di isolamento riguardante non solo gli insegnanti, i direttori degli istituti scolastici e le famiglie ma anche gli operatori delle diverse professionalità che lavorano nel sistema dei servizi, chi è impegnato nelle attività di volontariato e nelle attività sportive rivolte ai giovani.”