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Allarme siccità: i raccolti si riducono
Economia

Allarme siccità: i raccolti si riducono

Abbiamo negli occhi le drammatiche immagini che arrivano dagli Stati Uniti di agricoltori sconfitti che guardano interi raccolti di mais completamente distrutti. Ma la siccità preoccupa anche gli

Abbiamo negli occhi le drammatiche immagini che arrivano dagli Stati Uniti di agricoltori sconfitti che guardano interi raccolti di mais completamente distrutti. Ma la siccità preoccupa anche gli agricoltori della provincia di Asti con caldo torrido e carenza idrica che hanno portato una preoccupante riduzione dei raccolti in particolare di mais, girasole, soia e uva. Mentre i costi di produzione sono schizzati alle stelle. Per alcune colture, specie dove non si è potuto irrigare il danno è ormai irreparabile.

«Il problema si è sentito principalmente sul mais per cui, dove non si potuto irrigare, il danno è stato almeno del 50%. Anche oltre su terreni sabbiosi – commenta il presidente di Confagricoltura Asti, Massimo Forno – La situazione è a macchia di leopardo. Infatti dove è arrivata l'acqua si è portata dietro la grandine che si è aggiunta al gelo invernale che aveva già distrutto gli ulivi». Danni estesi anche sugli orti dove gli agricoltori hanno visto lievitare i costi. «Per le orticole il problema principale è quello dei costi di irrigazione – fa sapere Secondo Scanavino, presidente della Cia – che non sempre i prezzi riescono a coprire. Le zucchine ad esempio negli ultimi giorni hanno prezzi molto bassi addirittura sotto i cinquanta centesimi ma per produrre servono quattro ore di irrigazione e si va fuori mercato».

Grossi problemi di maturazione anche per il pomodoro degli orti astigiani a causa del troppo caldo. Lo stress idrico rischia di compromettere anche le uve. Infatti, se l'annata è particolarmente asciutta, la vite assume dal grappolo stesso l'acqua che le serve per sopravvivere, riducendo la produzione e peggiorando la qualità. Per le basi spumante e il moscato oramai il danno sembra fatto mentre per i rossi basterebbero alcune piogge per mettere riparo alla situazione. «Basterebbero alcuni giorni di precipitazioni – sottolinea Secondo Rabbione, responsabile del Centro Studi Vini – e i rossi potrebbero ancora raggiungere l'eccellenza».

L'irrigazione di soccorso in Piemonte è vietata dal disciplinare mentre in altre zone d'Italia è consentita. Un intervento a goccia che oltretutto usa in modo molto parsimonioso l'acqua. Secondo Giamario Cerutti vicepresidente della Fivi:«L'inverno piovoso ha salvato la vite, lo stress vegetativo è addirittura minore dello scorso anno. Nonostante questo le produzioni sono chiaramente più basse, fino al 20% sui primi campioni». Anche peggiori le stime fatte dai tecnici della Vignaioli Piemontesi. «La riduzione della produzione sui vigneti giovani – commenta il Presidente Giulio Porzio – può arrivare al 50%, la media però sarà intorno al 10% tenendo conto che il trend in questi ultimi anni è in diminuzione. La vendemmia è ancora lunga se permane questo caldo può cuocere altri grappoli».

A preoccupare sono i cambiamenti climatici che si fanno sempre più marcati: anticipo delle stagioni, lunghi periodi di siccità, aumento dell'intensità delle precipitazioni, maggiore frequenza di eventi alluvionali, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive sono i principali mutamenti che influenzano le stagioni e rappresentano una nuova sfida per l'attività agricola. «Per l'emergenza siccità – conclude il presidente provinciale Coldiretti, Roberto Cabiale – è stato sollecitato lo stato di calamità naturale che a giorni sarà sicuramente confermato dalla Regione Piemonte».

Lodovico Pavese

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