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Economia

Askoll, è tregua armata
in attesa dell'incontro del 21 marzo

Tutto rimandato al 21 marzo. E' il "verdetto" del tanto atteso incontro al Ministero dello Sviluppo economico che si è svolto lunedì sulla Askoll, l'azienda di Castell'Alfero

Tutto rimandato al 21 marzo. E' il "verdetto" del tanto atteso incontro al Ministero dello Sviluppo economico che si è svolto lunedì sulla Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori elettrici, di proprietà del Gruppo Askoll di Vicenza. Gruppo che, nelle scorse settimane, ha inviato ai 220 dipendenti (di cui 60 in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività) le lettere di licenziamento collettivo, data la volontà di cessare l'attività il prossimo giugno. Una intenzione temuta da sindacati e lavoratori ancor prima dell'invio delle lettere, tanto che lo scorso 13 febbraio avevano dichiarato lo sciopero ad oltranza, che stanno continuando con la modalità del 50% del turno di lavoro e, soprattutto, del blocco delle merci in entrate/uscita dallo stabilimento. Ieri, quindi, l'incontro a Roma, programmato da tempo. Presenti da una parte la proprietà, dall'altra i sindacalisti (Silvano Uppo per la Uilm Uil, Isidoro Gioiello per la Fim Cisl e Beppe Morabito per la Fiom Cgil, insieme alle Rsu) e alcuni amministratori e politici: l'assessore del Comune di Asti Marta Parodi, il vice sindaco di Castell'Alfero Angelo Marengo, l'assessore regionale Giovanna Quaglia, il deputato Massimo Fiorio.

«Prima dell'incontro – spiega Silvano Uppo al termine della riunione – i funzionari del Ministero hanno voluto incontrare separatemente le parti. Dopodiché si è svolto il confronto in cui ognuno ha mantenuto la propria posizione. La proprietà ha ribadito che non può continuare l'attività nello stabilimento astigiano con quei numeri, vista la grave crisi che attanaglia il comparto degli elettrodomestici (l'azienda produce motori per lavatrici, ndr). Noi abbiamo ribadito che si può trovare una soluzione che consenta di continuare a produrre nello stabilimento. Insomma, siamo in una sorta di "tregua armata". Comunque ciò che conforta è che anche il Ministero non vede di buon occhio la chiusura dello stabilimento. Ora il verdetto è stato spostato al 21 marzo: in vista di questa data stenderemo un piano che proponga un'alternativa alla chiusura». E Tino Camerano (Fim Cisl) aggiunge: «Saremo disponibili a togliere i blocchi dai cancelli dello stabilimento solo se l'azienda deciderà di non chiudere o, comunque, fino a che non si troverà una soluzione condivisa con i lavoratori».

Nonostante il nuovo confronto "romano" in programma, Uppo conferma l'incontro tra sindacati e proprietà fissato per mercoledì alle 14.30 all'Unione industriale di piazza Medici. In vista del quale mercoledì mattina si terrà un corteo dei dipendenti Askoll contro la chiusura, cui dovrebbero unirsi anche i lavoratori di alcune aziende metalmeccaniche astigiane. Il corteo partirà alle 9.30 circa da corso Casale per poi percorrere corso Alessandria, corso Alfieri, piazza Alfieri e raggiungere piazza Medici. Intanto sempre lunedì il deputato Massimo Fiorio ha depositato l'interrogazione nella quale chiede ai ministri Federica Guidi (Sviluppo Economico) e Giuliano Poletti (Lavoro e Politiche sociali) di esprimere una valutazione sulla vicenda Askoll «in relazione al piano riservato, riguardante la chiusura dello stabilimento di Castell'Alfero, che sarebbe stato redatto dopo aver ottenuto strumentalmente dallo Stato il rinnovo dei contratti di solidarietà per le maestranze al solo scopo di tenere bassa la tensione con i lavoratori ed occultare le vere strategie di chiusura dell'azienda».

Elisa Ferrando

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