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Economia

Bruno Violato: “Questo secondo lockdown è devastante”

Il ristoratore parla delle difficoltà del settore: “L’emergenza sanitaria sta cancellando il turismo di qualità che Asti aveva conquistato”

Parla il ristoratore Bruno Violato

«Questo secondo lockdown mascherato, che impone a noi ristoratori la chiusura tutti i giorni alle 18, è devastante, sia a livello economico sia psicologico».
Sono le parole di Bruno Violato, titolare del ristorante “Il podestà” e dell’enoteca “La Buta”. E, inoltre, presidente in proroga dell’Associazione albergatori e ristoratori di Ascom Confcommercio, dato che l’associazione ha preferito evitare, data la pandemia, l’assemblea per il rinnovo della carica (per la quale, però, Violato ha già manifestato l’intenzione di non ricandidarsi).
«Come i miei colleghi, ho già subito tre mesi di chiusura totale la scorsa primavera, che ha provocato un danno economico enorme – sottolinea Violato – dopo la quale ho potuto riaprire seguendo ben due protocolli: quello HCCP e quello relativo alla normativa anti Covid. Quest’ultimo ha imposto una lunga serie di regole a cui mi sono subito adeguato: il distanziamento sociale, con una riduzione di coperti che per me ammonta al 20%; la disinfezione e l’igienizzazione dei locali, l’acquisto di mascherine da cambiare due volte al giorno per me e per i miei otto dipendenti (suddivisi tra i due locali), l’acquisto di termometri per misurare la febbre. Tutti provvedimenti che hanno imposto un costo ulteriore, oltre a quelli burocratici, come l’obbligo per tutti i clienti a compilare i moduli prima di sedersi nel locale. Ma andava bene. Ho accettato tutto con serenità nella speranza di continuare a tenere aperto. E devo dire che, alla fine, tra maggio e ottobre ho lavorato. Ovviamente non ai livelli pre Covid, ci mancherebbe, ma comunque procedevo senza ansia eccessiva. Ora questo secondo lockdown fa più male del primo, perché non riesco a vedere oltre, non so quanto durerà, e temo fortemente per le feste natalizie. Certo, ora non sono obbligato a tenere chiuso, ma nel mio caso devo fare i conti con la realtà. L’enoteca funziona dal tardo pomeriggio in poi, per cui l’ho già chiusa. Il ristorante potrà contare su 2 servizi decenti su 12, ovvero il sabato e la domenica a pranzo. Durante la settimana, infatti, la gente non ha tempo per godersi un pranzo al ristorante, dove si reca invece alla sera, perché subito dopo deve tornare a lavorare».

L’assenza di turisti

Inoltre Violato sottolinea anche la differenza dovuta all’assenza di turisti. «La pandemia – ricorda – è arrivata in un periodo decisamente positivo, in quanto la ristorazione poteva contare, in città, sull’arrivo di turisti italiani e stranieri attirati dagli eventi culturali che si stavano organizzando, in particolare grazie alla mostre di livello internazionale realizzate a Palazzo Mazzetti, come ho avuto moto di dire più volte in passato. Turismo di qualità che rappresentava una clientela di livello anche al ristorante».
Violato, infine, sottolinea come le misure di aiuto al settore decise dal Governo non riusciranno ad essere determinanti. «A parte le difficoltà e i ritardi riscontrati da molti colleghi la scorsa primavera – conclude – bisogna vedere quando effettivamente arriveranno e per quanto tempo».

Elisa Ferrando

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