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Adriano Capitolo
Economia

Disabilità: la sfida delle colline Unesco

L’interesse dei viaggiatori disabili nei confronti dei territori Unesco impone l’abbattimento delle barriere fisiche e mentali per una completa fruizione del patrimonio paesaggistico e rurale.

Un patrimonio che non è alla portata di tutti

Che le colline di Langhe, Roero e Monferrato siano patrimonio dell’umanità è ormai stabilito. Che questi luoghi siano effettivamente accessibili a tutti non è invece ancora effettivo. Alla luce di questo assunto si è tenuto venerdì scorso al Polo Universitario Astiss un convegno dal titolo “Vedere e percorrere il paesaggio agrario Unesco”, organizzato dall’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli in collaborazione con l’Osservatorio del Paesaggio per il Monferrato e l’Astigiano al fine di migliorare l’accessibilità ai disabili visivi, motori e sensoriali del sito piemontese, costituito da una fitta rete di cantine sotterranee e suggestivi vigneti posti lungo pendii scoscesi.

Soluzioni “tecnologiche”

Sono così intervenuti Renzo Remotti, Vice-Prefetto di Asti e Adriano Capitolo, consigliere regionale UICI, l’ Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e vicepresidente regionale FAND. Adriano Capitolo, ha voluto spiegare come le “barriere” non siano solo l’assenza di ascensori nelle cantine o la difficoltà a muoversi liberamente in un territorio rurale come la campagna piemontese per chi si sposta in carrozzella ma anche l’impossibilità di reperire la corretta comunicazione. Eppure le soluzioni esistono, basti pensare alle carrozzine mono ruota Joelette spinta da accompagnatori per i terreni scoscesi o al ricorso della tecnologia tramite smartphone grazie a Q-R code o NFC che permetterebbero di accedere ad informazioni e guide audio e traduzioni nel linguaggio dei segni.

I disabili come potenziali viaggiatori

«Accorgimenti che certo imporranno investimenti per il pubblico e il privato ma che premieranno in termini di afflussi turistici. Anche i disabili e le loro famiglie vogliono viaggiare» chiarisce Capitolo. A questo proposito, si stima come i disabili rappresentino in totale dopo Cina e India la terza “nazione” del mondo. In Italia sono il 10% della popolazione, ovvero sono 6 milioni coloro che hanno una qualche forma di disabilità e 3 milioni quelli con pluriminorazioni. Secondo l’Istat, nel 2015 tra gli over 65 la disabilità è del 18%.

Pratiche di buon senso per i progettisti

«La popolazione sta invecchiando e con essa aumentano i cittadini con un numero di patologie più o meno invalidanti – ha spiegato l’architetto Fabrizio Aimar nel suo intervento – Servono quindi interventi pratici per rendere non solo gli edifici ma anche il paesaggio e il contesto urbano accessibile a tutti, in autonomia». Pratiche di semplice buon senso per i progettisti: come l’utilizzo di colori brillanti, contrasti maggiori e luci “gialle” a favore di chi ha una disabilità del campo visivo ma anche accortezze come il non utilizzo della ghiaia per i sentieri, così da facilitare gli spostamenti di chi è in carrozzella.

La proposta dei percorsi “multisensoriali”

Altro approccio suggerito, quello di creare percorsi dedicati in cui venga esaltato l’elemento “multisensoriale”. A proporlo è stato il prof. Marco Devecchi il quale ha invece proposto l’idea di accompagnare i visitatori con disabilità visiva lungo itinerari che esaltino l’elemento uditivo e olfattivo. «I nostri paesi e le nostre campagne pullulano di suoni caratteristici, come il suono delle campane, il rumore dei trattori nei campi o dei versi degli animali. Così come i profumi, quello del mosto e quello umido delle cantine che possono risvegliare una miriade di sensazioni a coloro in cui il senso della vista è precluso e ciò nonostante acquisire un’esperienza suggestiva unica».

Etichetta di vino in braille

Come esempio di autentica fruizione, è stata presentata una bottiglia di vino con etichetta in braille e QR code in grado di fornire indicazioni e informazioni sulla cantina e sul luogo di provenienza del prodotto che Adriano Capitolo ha voluto donare (nella foto), a fine convegno, a Roberto Cerrato presidente dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli.

Lucia Pignari

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