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Economia

“Ecco le nostre proposte per la scuola post Covid e la difesa del diritto allo studio”

Parlano i presidenti di consiglio di istituto e di circolo in rappresentanza di tutte le materne, elementari e medie di Asti

L’impegno dei presidenti di consiglio di istituto e circolo

Genitori e docenti insieme per dare vita ad un movimento “dal basso” che, con proposte concrete, ponga al centro dell’attenzione la scuola e il diritto allo studio. Il tutto in un’ottica di collaborazione tra famiglie, mondo della scuola, Istituzioni e quegli ambiti della società che possono dare un contributo nei modi più diversi, dal terzo settore alla Chiesa. Insomma, un impegno corale per investire sul futuro dei ragazzi. E’ questo lo spirito che anima i cinque presidenti di consiglio di istituto e di circolo in rappresentanza di tutte le scuole materne, elementari e medie di Asti: Roberta Barbaro (Istituto comprensivo 1), Giuseppe Cordaro (Istituto comprensivo 2), Piera Arfinengo (Istituto comprensivo 3), Alberto Dapino (I Circolo didattico), Massimo Mazzinghi (V Circolo e scuola media Brofferio – Martiri della Libertà).

La petizione

La loro prima azione comune, nata su impulso anche di alcuni insegnanti, è stata la petizione “Asti riparte dalla scuola”, per chiedere il ritorno tra i banchi in presenza e sicurezza a settembre. Lanciata a fine giugno, ha raccolto circa 1.400 firme (on line e cartacee). «Questa iniziativa – spiega Roberta Barbaro – era volta a sollecitare il mondo della scuola e le Istituzioni a trovare le migliori soluzioni per avviare il prossimo anno scolastico, in modo da garantire l’adeguata attenzione ai bisogni dei ragazzi che, a causa della pandemia, sono stati trascurati per troppo tempo. Tra i diversi punti contenuti, la sollecitazione a non usare la didattica a distanza solo per coprire l‘assenza di spazi adeguati e la necessità di avviare, con il ritorno in classe, un percorso di rielaborazione, dal punto di vista emotivo e psicologico, di quello che è successo. E il fatto che abbiamo ottenuto così tante firme dimostra che le famiglie avvertono l’esigenza di avere scuole che funzionano e un patto educativo valido».
Dopodiché il gruppo ha proseguito il lavoro prendendo parte ad un incontro con il Comune di Asti. «Abbiamo suggerito all’Amministrazione – aggiunge Barbaro – di contribuire, per quanto possibile, all’organizzazione di doposcuola laddove non si riuscirà, da settembre, a garantire l’orario curriculare, a beneficio dei ragazzi e delle famiglie. Oppure per mettere a disposizione volontari davanti alle scuole per evitare assembramenti».
E proprio in merito al doposcuola Giuseppe Cordaro aggiunge una proposta. «Sappiamo – sottolinea – che diverse scuole hanno fatto rete per partecipare a bandi promossi dal Ministero dell’Istruzione per estendere il tempo scuola in questo periodo di difficoltà a causa dell’emergenza sanitaria. Da parte nostra abbiamo incontrato diverse associazioni di volontariato per chiedere disponibilità di tempo, idee e spazi, con una prospettiva di regìa comunale che coordini il tutto. E nelle prossime settimane abbiamo intenzione di incontrare, in un’ottica collaborativa che potrà concretizzarsi nelle forme più diverse, anche il vescovo Marco Prastaro».

L’appello

Inoltre il gruppo lancia un appello a privati, Enti, Istituzioni in modo che forniscano spazi adeguati a quelle scuole che sono in difficoltà a rispettare le norme del distanziamento tra gli alunni, come la media Brofferio. «Lanciamo un appello a tutta la cittadinanza – affermano i cinque presidenti – per raccogliere fondi e risorse da investire nella scuola, in modo analogo a quanto si è fatto per la sanità nei mesi scorsi in considerazione della situazione di emergenza. Fondi che sarebbero utilizzati non solo per interventi di edilizia leggera necessari in questo periodo, ma anche per tinteggiare le aule o effettuare altri interventi di miglioria».
Riguardo al “capitolo edifici”, poi, i presidenti si dicono stupiti per la decisione dell’Amministrazione comunale di avviare il cantiere alla media “Jona” nonostante l’emergenza. «Dieci classi saranno spostate all’Enofila – affermano – ma 12 rimarranno in sede, nella porzione non cantierata. Nonostante la rassicurazione da parte del Comune della collocazione di tamponamenti tra le due zone, ci sembra che questo progetto non si armonizzi con la giornata scolastica, considerata la vicinanza del cantiere e l’esigenza di arieggiare spesso le aule nel rispetto delle misure anti Covid. Da sempre favorevoli al progetto, avremmo preferito che i ragazzi fossero tutti trasferiti altrove».

Gli obiettivi di lungo periodo

Come accennato, comunque, il gruppo non si concentra solo sull’emergenza attuale, ma ha un orizzonte di lungo periodo. «Vogliamo sottolineare – puntualizza Piera Arfinengo – che la scuola non è il luogo in cui le famiglie lasciano i bambini e i ragazzi quando vanno al lavoro. Le Istituzioni devono capire che lo studio è un diritto, che i ragazzi non possono pagare le conseguenze della situazione emergenziale e che investire sulla scuola significa investire sul loro futuro».
Il tutto, come detto, nella piena collaborazione. «Abbiamo notato – conclude Alberto Dapino – una grande disponibilità da parte del mondo della scuola e delle Istituzioni a collaborare con le famiglie, nell’ottica di un dialogo biunivoco, nonostante l’assenza di un’abitudine a lavorare in questo modo. Quindi continueremo ad impegnarci per trovare soluzioni migliorative nell’interesse della crescita e della formazione dei ragazzi».
I presidenti sono anche disponibili a ricevere suggerimenti e quesiti all’indirizzo. Chi fosse interessato può scrivere a: astirapartedallascuola@gmail.com.

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