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Negozi: mantenute le tristi promesse di chiusura
Economia

Negozi: mantenute le tristi promesse di chiusura

Tranne un unico fortunato caso, i negozi che avevano annunciato la chiusura a fine anno hanno mantenuto la loro triste promessa

La speranza che qualcuno cambiasse idea o che ci fossero subentri c’era. Remota ma c’era. Invece, tranne un unico fortunato caso, i negozi che avevano annunciato la chiusura a fine anno, hanno mantenuto la loro triste promessa. E se ne è pure aggiunto qualcuno.

A poco più di un mese dal nostro viaggio a puntate fra i commercianti che avevano deciso di abbassare per sempre le serrande, siamo tornati per vedere come è andata a finire.

E il centro storico segna pesanti “assenti” all’appello di inizio anno; le vetrine che, seppur dietro i grandi manifesti di “liquidazione per cessata attività” a dicembre erano comunque accese e vive, ora sono spente, locali vuoti, insegne smontate e sparite.

E’ così, ad esempio, per il negozio di abbigliamento “Uomo” di via Guttuari all’angolo con via Cavour. Il suo titolare, che aveva fondato il negozio nel 1986, ne aveva spiegato i motivi: «Noi abbiamo sempre venduto capi di abbigliamento ad una classe media che non esiste più o che, comunque, si è molto assottigliata. Mi spiace, ma ci fermiamo qui». Risalendo via Cavour si trova un’altra chiusura in un posto di grande charme: l’outlet Barazzoni, accanto alla chiesa di San Paolo che, dopo un lungo periodo di svendita, ha spento negozio e vetrine. Basta infilare la strada per piazza Statuto per trovare ancora spento e vuoto il negozio che accoglieva una camiceria, quella all’angolo con via Repubblica Astese. E, fatto un passo in avanti si arriva allo storico Bar San Carlo che giusto un anno fa festeggiava la nuova gestione e oggi non solo ha le serrande abbassate, ma non riporta più nemmeno l’insegna.

Nessun cambiamento neppure in piazza Astesano dove il negozio “Essenze” è vuoto e presenta il cartello “Affittasi” dopo che la responsabile aveva annunciato di non riuscire più a far quadrare i conti. E pensare che aveva scelto Asti al posto di Alba per aprire la sua attività. Migrazione al contrario quella della vicina ex Enoteca Boero, trasferitasi a Novello, nelle Langhe. Al suo posto, nei locali d’angolo, non è ancora arrivato nessuno in sostituzione. Così come al locale d’angolo dirimpettaio, quello che ha ospitato il ristorante messicano e la prima sede de La Zucca, per intenderci.

Non va meglio in uno degli angoli commercialmente più “chic” della città. Dopo la chiusura di Bonello Spose (che si è trasferito in piazza Alfieri sopra i Portici Rossi) e Mauro Calzature (che si è trasferito di fronte al posto della merceria Cantino che ha chiuso la sua storica attività) per lasciare gli immobili alla ristrutturazione della Cassa di Risparmio di Asti, proprietaria, è ancora vuoto anche il negozio che ospitava Mazzoni (trasferitosi in corso Alfieri). All’angolo con piazza Alfieri è ancora vuoto il negozio in cui si trovava Celio, abbigliamento sportivo e, accanto, Desigual.

Sul lato opposto di piazza San Secondo luci ancora accese nel negozio storico di forniture ai sarti Foderami, ma solo per finire le scorte di magazzino. Restituzione delle chiavi già avvenuta, invece, per L’Albero delle sette virtù che ha chiuso a fine anno e cartello “Affittasi” ancora appeso per la ex Farmacia Sacco (trasferitasi in piazza Catena).

Unica nota positiva dal nostro primo servizio è che, nel frattempo, ha riaperto Viamaestra, il negozio di scarpe e accessori in pelle che era stato dichiarato fallito. Ma solo ne locale di corso Alfieri vicino al Cocchi; l’outlet (e prima sede) di fronte alla Banca Popolare di Novara è stato smantellato, vuotato e spento.

Daniela Peira

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