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Amalberto Andrea
Economia

“Ripartiamo, ma la crisi economica sarà peggiore rispetto a quella del 2008”

Il presidente dell’Unione industriale di Asti, Andrea Amalberto, parla delle difficoltà degli imprenditori con la ripresa delle attività a livello di manifattura ed edilizia

La ripartenza della manifattura

La ripartenza ieri (lunedì) della manifattura e del comparto dell’edilizia, insieme ad alcune altre attività (dalle librerie alle concessionarie d’auto), era un momento atteso. Il primo allentamento del blocco partito lo scorso marzo. Ma la preoccupazione per il futuro è palpabile.
Lo sa bene Andrea Amalberto, presidente dell’Unione industriale, che paventa per i prossimi mesi una crisi economica peggiore rispetto a quella del 2008.
«La data di oggi (ieri per chi legge, ndr) era sicuramente attesa da noi imprenditori – afferma – ma, purtroppo, si inserisce in un contesto di mercato ancora parzialmente fermo. Riapriamo oggi con costi superiori per adottare le necessarie misure di sicurezza dopo due mesi di blocco dell’attività che ha riguardato qualsiasi settore, con pochissime eccezioni, tanto che si profila una crisi assolutamente peggiore rispetto a quella del 2008: una crisi economica mondiale».

La situazione per settori

Amalberto fa quindi una panoramica della situazione di alcuni settori importanti per l’economia e l’industria astigiana. «Il mercato del vino – continua – soffre per il fatto che è fermo tutto il comparto dell’Horeca (hotel, ristoranti, bar e locali in genere). Il settore metalmeccanico legato all’automotive è seriamente preoccupato per le previsioni di vendita delle auto (crollate dell’85% a marzo e del 95% ad aprile). Il settore turistico, e quindi il comparto degli hotel e degli agriturismi, è fermo fino al 1° giugno, ma non vede un futuro roseo a causa del prevedibile crollo del turismo estero, dato che gli stranieri, nell’incertezza della situazione, non prenoteranno di sicuro una vacanza in Italia per l’estate».
Il tutto in un contesto caratterizzato dal crollo degli investimenti. «Quale imprenditore – incalza Amalberto – decide di pianificare ed effettuare investimenti per ampliare lo stabilimento o espandere l’attività in un momento così critico? Certo, l’edilizia oggi è ripartita, ma bisogna vedere quali commesse riuscirà ad ottenere».

Le difficoltà

Amalberto sottilinea quindi le difficoltà economiche che stanno vivendo gli imprenditori «nell’assenza completa di misure concrete da parte del Governo». «Abbiamo assistito – evidenzia – solo a grandi annunci. Per il resto, le aziende che hanno bisogno di aiuto e liquidità non sono di sicuro facilitate dai previsti prestiti fino a 25mila euro, che rappresentano solo una forma di debito ulteeriore; dal fatto che i mutui non sono stati annullati, in quanto le scadenze sono state semplicemente prorogate nel tempo. E, infine, dal fatto che non si parla dello sviluppo dei prestiti a fondo perduto».
«Lo stesso – prosegue – per i lavoratori. Se l’azienda non anticipa il trattamento di cassa integrazione, i dipendenti devono recarsi in banca per ottenerlo, con relative procedure burocratiche. Come associazione, quindi, lanciamo un grido di allarme nei confronti dello Stato, sottolineando che l’unica misura di interesse è stata finora il piano della Regione Piemonte per la ripartenza, finanziato con 80 milioni di euro».

Le misure di sicurezza

Infine il presidente degli Industriali astigiani affronta le questioni contingenti. «Per riaprire oggi – conclude – abbiamo seguito le misure di sicurezza che prevedono dispositivi di protezione, sanificazioni dei locali due volte al giorno e riorganizzazione del personale. Come Unione industriale siamo riusciti a fare scorta di dispositivi di protezione, come le mascherine, anche se alcune tipologie sono molto difficili da reperire, come i modelli che si utilizzano in alcune lavorazioni particolari. Scorte che dureranno al massimo per due o tre mesi. Dopodiché, se non verranno adottati provvedimenti, il mondo produttivo sarà in difficoltà anche su questo fronte».

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