Qualche giorno fa, il titolare di Cascina d'Aris, l'azienda agricola di Monale conosciuta per la produzione di latte, yogurt e formaggi prevalentemente caprini, ha postato su Facebook
Qualche giorno fa, il titolare di Cascina d'Aris, l'azienda agricola di Monale conosciuta per la produzione di latte, yogurt e formaggi prevalentemente caprini, ha postato su Facebook un'immagine del suo gregge di capre camosciate con l'annuncio "Vendesi". Immediati i commenti di incoraggiamento da parte di chi, da ormai 15 anni, apprezza il suo lavoro e i suoi prodotti.
«I prodotti della Cascina d'Aris sono al momento ancora disponibili, così come ci sono ancora l'azienda agricola e la Cooperativa San Salvatore cui la Cascina d'Aris conferisce il latte e spero di non dover rinunciare ai miei animali ?- rassicura Raffaele Denk ?- ma le difficoltà sono tante. Crisi a parte, mancano i sostegni economici, non è mai stata fatta una politica volta a creare delle filiere di produzione o delle organizzazioni di produttori, così come spesso manca la volontà di fare rete tra imprenditori agricoli, dove continua a prevalere l'individualismo. Si fa un gran parlare di sostegni e finanziamenti all'agricoltura e al territorio, si vuole incentivare l'insediamento di nuove aziende e non siamo capaci di sostenere quelle che già ci sono evitandone la chiusura. Noi cerchiamo di resistere, ma non so come andrà a finire».
La volontà di continuare in un lavoro scelto per passione è forte ma resta l'amaro in bocca. A dicembre è stato chiuso anche il punto vendita in piazza Campo del Palio Agri Spesa 360°, nato nel tentativo di fare rete unendo sotto l'unico marchio Agrispesa i prodotti degli agricoltori della Cooperativa San Salvatore proponendo ai clienti del negozio un paniere completo di formaggi, salumi, carne, miele, vino, marmellate.
«È inutile che continuiamo a illudere dei giovani di poter vivere di agricoltura perché così com'è impostata non dà redditività. Puoi farcela se hai ereditato l'azienda di famiglia già strutturata e senza la necessità di dover fare grossi investimenti. Se devi cominciare da zero come ho fatto io 15 anni fa, non vai da nessuna parte -? aggiunge Denk che provocatoriamente si chiede: «C'è realmente questa attenzione tanto sbandierata verso il prodotto locale? Il potenziale enogastronomico astigiano non è assolutamente valorizzato e non lo dico solo guardando alla mia lista clienti, lo si vede chiaramente da quanto offre la ristorazione: poco tempo fa sono andato a bere un bicchiere di vino con dei clienti in un paese del nord astigiano e ci hanno servito il dolcetto d'Alba, un buon vino certo, però sono quei piccoli particolare che ti fanno capire perché ad Alba vanno forte e nell'astigiano siamo fermi al palo».
Marzia Barosso