Agricoltura, si contanoi danni dell'estate piovosa
Economia

Agricoltura, si contano
i danni dell'estate piovosa

Il 7 novembre la Confagricoltura di Torino ha tenuto una conferenza stampa per fare il bilancio dell'annata agricola piemontese chiusasi martedì 11. Le anomalie del clima caratterizzato

Il 7 novembre la Confagricoltura di Torino ha tenuto una conferenza stampa per fare il bilancio dell'annata agricola piemontese chiusasi martedì 11. Le anomalie del clima caratterizzato quest'anno da una piovosità superiore alla media hanno certo influito negativamente sulla produzione.

Un esempio è il comparto cerealicolo: in ribasso le quotazioni di orzo, frumento e riso mentre proprio le intense piogge hanno permesso un'ottima resa delle coltivazioni di mais da insilato e da granella. Le intenzioni di semina dichiarate dagli agricoltori per l'annata 2013- 2014 mostrano poi un generale decremento delle superfici adibite a coltura, soprattutto cerealicola, e un aumento del numero dei terreni a riposo a causa della rotazione agronomica pluriennale e di un certo timore ad investire in un'attività spesso poco remunerativa.

Il clima ha fatto le sue vittime anche fra la produzione frutticola favorendo lo sviluppo di malattie crittogamiche e costringendo a ricorrere a trattamenti fitosanitari. E' il caso dell'uva: buona la qualità, ma calo del 15% sulle quantità. Regge bene la nocciola e l'essicazione risolverà il problema dell'umidità che rischia di incidere sulla bontà del frutto. Stime negative anche per l'orticoltura che segna un decisivo ribasso dei prezzi dovuto a calo della domanda e aumento dei volumi prodotti, come nel caso di peperoni e patate.

Il crollo delle vendite del comparto florovivaistico sta poi portando molte aziende a convertire la produzione a orticoltura, frutticoltura e coltivazione di piccoli frutti destinati soprattutto al mercato svizzero. Nel settore allevamento stabili le vendite di carne bovina di razza piemontese, ma in grande difficoltà le aziende suinicole. «Le imprese sono ancora soffocate da una pesante burocrazia e da costi di produzione troppo elevati che impediscono crescita e competitività, anche sui mercati internazionali» commenta Paolo Dentis, presidente di Confagricoltura Torino.

Da 6952 nel 2013 le imprese agricole astigiane sono ad oggi 6690, in linea con il tasso regionale che segna -0,15% di aziende agronomiche rispetto a un anno fa. La soluzione per Dentis non può che essere l'export per il quale Cuneo provvede al 46% mentre Asti vanta un buon 7,8%. D'altra parte è vero che degli 1,1 miliardi di euro previsti dal Programma di Sviluppo Rurale la Regione ne ha finora erogati solo 782 milioni e lungo si prospetta l'iter per l'approvazione del nuovo PSR in sede di Commissione Europea, inadeguato alle reali esigenze.

Confagricoltura Piemonte con l'Accademia dell'Agricoltura di Torino ha pubblicato poi il volume "Dal biogas al biometano, un'opportunità per l'agricoltura" per incentivarne la produzione quale fonte rinnovabile che garantirà all'azienda autonomia energetica e integrazione al reddito grazie alla vendita.

Alice Ferraris

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