Si è svolto stamattina, in piazza San Secondo, il presidio dei lavoratori della casa di riposo “Città di Asti ” (ex Maina) che hanno aderito allo sciopero di otto ore proclamato da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. Le tre sigle del pubblico impiego hanno infatti deciso di manifestare «per difendere la struttura più grande del Piemonte, tutelare i 120 posti di lavoro, in primis garantendo la mobilità dei lavoratori nella Pubblica Amministrazione, e i 150 ospiti della struttura». Il riferimento è alla situazione molto difficile che sta vivendo la struttura, afflitta da oltre 8 milioni di euro di debiti e in attesa di importanti interventi di ristrutturazione. Tanto che lunedì scorso, in occasione del Consiglio comunale aperto sul tema svoltosi al Teatro Alfieri, il commissario straordinario della “Città di Asti”, Mario Pasino, ha informato che il 5 ottobre sarà il termine ultimo per decretare il futuro della struttura.
Le richieste
Come ricordato nel corso degli interventi dai segretari territoriali Roberto Gabriele (FP Cgil), Alessandro Delfino (Cisl FP) e Dino Penso (Uil Fpl), gli obiettivi delle categorie sindacali sono due. «Innanzitutto – spiegano – vogliamo salvaguardare la gestione pubblica della casa di riposo. In secondo luogo chiediamo di aprire un tavolo, che coinvolga tutte le Istituzioni (Regione Piemonte, Comune di Asti, Provincia di Asti e Asl), in modo da trovare una soluzione condivisa per la garanzia a copertura del debito contratto dalla casa di riposo e pensare a sviluppi futuri: la ristrutturazione completa della struttura, compresa l’ala più vecchia, e il rilancio del sistema di convenzione con l’Asl per ridare alla casa di riposo ossigeno dal punto di vista finanziario».
La proposta
Dai sindacati anche una proposta: rilanciare la casa di riposo creando un polo socio-sanitario assistenziale moderno e capace di fornire servizi innovativi alla città. «Ci riferiamo – specificano – a hospice, casa della salute, housing sociale e collocazione di prestazioni specialistiche che diminuiscano la pressione sull’ospedale Cardinal Massaia. Inoltre la parte della casa di riposo già ristrutturata potrebbe essere acquistata o affitattata a Enti pubblici per garantire un equilibrio economico a livello gestionale».