C'è chi ha iniziato a staccare i grappoli già nel fine settimana, i più lo faranno tra oggi e domani. E' iniziata, tra qualche scroscio di pioggia e il calo delle temperature, la vendemmia 2015. E anche grandine, che ha battuto alcune "strisce" del sud astigiano tra Calamandrana, Costigliole, Nizza e Canelli, lasciando il segno. Piogge che, nella maggior parte dei casi, hanno dato un po' di respiro a grappoli stressati dalla calura…
C'è chi ha iniziato a staccare i grappoli già nel fine settimana, i più lo faranno in questi giorni. E' iniziata, tra qualche scroscio di pioggia e il calo delle temperature, la vendemmia 2015. E anche grandine, che ha battuto alcune "strisce" del sud astigiano tra Calamandrana, Costigliole, Nizza e Canelli, lasciando il segno. Piogge che, nella maggior parte dei casi, hanno dato un po' di respiro a grappoli stressati dalla calura, con temperature che, tra fine luglio e la prima decade di agosto, hanno toccato anche i 40 gradi. Riempiendo, così, acini già maturi, senza intaccarne la qualità.
Qualità, e quantità, paiono essere i due leit motiv della vendemmia agli esordi. Per il Moscato, a sentire i vignerons, si profila un'annata dalle grandi soddisfazioni: qualità ottima, in alcuni casi (dicono) eccelsa, accompagnata da una produzione di tutto rispetto. Le preoccupazioni, per i produttori, almeno sul lato prezzi sono archiviate. L'accordo della paritetica 2015 aveva fissato la remunerazione delle uve anche per questo raccolto: 107 euro a quintale, con una resa per ettaro pari a 100 quintali. Sin qui tutto bene. L'orizzonte, adesso, si sposta sul piano, per così dire, "politico". A tenere banco, in questi giorni di agosto, è stata la querelle del blocage/deblocage. Esperimento avviato tre stagioni fa che concede la facoltà agli imbottigliatori dell'Asti di stoccare una parte di mosto, ricavato da 5 quintali di uve per ettaro, per far fronte a possibili incrementi di mercato.
Proposta controversa sin dall'inizio che, se da un lato trova concordi la parte industriale, non così una parte della compagine agricola. Giovanni Satragno, presidente della Produttori Moscato che raggruppa oltre 2300 "moscatisti" delle tre provincie e dei 52 Comuni sedi della docg, ancora quest'anno ribatte la propria contrarietà. «Ci sono riserve per oltre 300 mila ettolitri: perché accantonare altro vino?» dice. D'accordo sul meccanismo, invece, Confragricoltura, che in un incontro di fine luglio a Canelli ha ribadito per bocca del presidente Francesco Giaquinta come il blocage/deblocage «Per i viticoltori sarebbe un'integrazione importante al reddito oltre a rappresentare un segnale importante di collaborazione con l'Industria che non è nostra nemica ma un partner con cui lavorare in sinergia per fare ancora più grande il comparto e tutelare un reddito agricolo in crescita costante».
Giovanni Vassallo