Neppure il settore dell'assistenza socio sanitaria è immune dalla crisi economica tanto che i 150 dipendenti delle case di riposo "Casa Mia" di Asti e "Casa Mia Rosbella" di
Neppure il settore dell'assistenza socio sanitaria è immune dalla crisi economica tanto che i 150 dipendenti delle case di riposo "Casa Mia" di Asti e "Casa Mia Rosbella" di Nizza Monferrato sono in stato di agitazione. A renderlo noto i sindacati di CGIL, CISL e UIL che individuano nella mancata erogazione delle tredicesime la causa scatenante del provvedimento. Una situazione non nuova per la Cooperativa Essetre del Gruppo Clinea, che ha in gestione le due strutture e che per la quinta volta consecutiva in due anni si trova ad affrontare uno stato di agitazione del proprio personale. E come in questo caso, per ben due volte, il dito era puntato contro il mancato versamento delle tredicesime.
«L'azienda ha dichiarato che non riuscirà a pagare le tredicesime per intero e che di conseguenza una parte verrà versata prima di Natale mentre il restante sarà erogato a gennaio 2015 ? spiega Alessandro Delfino (FP CISL) ? Non è la prima volta che capita e per questi lavoratori è snervante perché molti provengono da famiglie monoreddito e quella mensilità in più serviva per coprire le inevitabili spese natalizie». A esacerbare gli animi anche il comportamento della Essetre. In un incontro richiesto per novembre, i sindacati avrebbero chiesto alla direzione se anche per il 2014, come lo era stato per gli ultimi due anni, si sarebbe riproposto il problema del pagamento tardivo. In questa occasione la risposta fu negativa. «Poche settimane dopo, ci è stata invece comunicata la difficoltà finanziaria e l'impossibilità di versare la mensilità per intero» aggiunge Delfino.
Il tutto in un contesto in cui lavoratori e sindacati hanno cercato più volte di venire incontro all'azienda accettando anche riduzioni dell'orario, l'esaurimento dei permessi e ferie e sottoscritto accordi individuali per dieci incentivi all'esodo. In un momento storico in cui a causa della crisi, gli ospiti delle case di riposo vanno via via riducendosi. «Ora verrà attivata una procedura di raffreddamento in Prefettura. Se dal Prefetto non si raggiungeranno i risultati sperati non escludiamo l'eventualità di uno sciopero. Oltretutto questa comunicazione da parte dell'azienda arriva in un momento in cui siamo chiamati a ridiscutere il rinnovo della riduzione dell'orario anche per il 2015. La situazione per questi lavoratori è pesante» sottolineano i sindacati. I nervi sono dunque tesi. Con la direzione delle due case di riposo erano subentrate tensioni anche a seguito della decisione aziendale di demansionare parte dell'organico, e in particolare gli OSS.
L'azienda aveva infatti interpretato la DGR 85 a favore di un demansionamento degli operatori socio-sanitari, ora coinvolti non solo più nell'assistenza psico-fisica dei pazienti ma anche nei servizi di sanificazione, di lavanderia e alberghieri. «Ci siamo sempre opposti a questo provvedimento, che riteniamo inaccettabile. Gli OSS sono operatori qualificati, con una formazione specifica ma che adesso si trovano a svolgere i compiti del personale ausiliario» conclude Delfino.
Lucia Pignari