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Amalberto Andrea
Economia

“Alle imprese servono tecnici specializzati che si formino negli ITS”

L’appello di Andrea Amalberto, presidente dell’Unione industriale di Asti impegnata ad incentivare i percorsi professionalizzanti post diploma

L’appello del presidente Andrea Amalberto

«Nel corso di quest’anno le imprese industriali sono state costrette ad affrontare molti cambiamenti e sfide connessi alla situazione causata dal Covid-19. Tuttavia una questione è rimasta tale: la carenza di tecnici specializzati».
Così Andrea Amalberto, presidente dell’Unione industriale, interviene per richiamare l’attenzione su una situazione paradossale: nonostante la disoccupazione giovanile elevata, le imprese non riescono a trovare tutte le figure professionali di cui necessitano.
«Spesso – continua – gli imprenditori si trovano davanti al paradosso di offrire lavoro e, in un Paese con problematiche di disoccupazione importanti, non riuscire a reperire le professionalità che servono per la propria azienda. Come Confindustria, a questo proposito, abbiamo stimato che ogni anno l’industria italiana avrebbe bisogno di almeno 20mila giovani provenienti da un percorso professionalizzante post-diploma, come accade nel sistema ITS (e la nostra provincia non fa eccezione). Lo scorso anno, però, nel nostro Paese sono usciti dal canale ITS soltanto 4mila giovani, che infatti hanno trovato subito un impiego».

Gli Istituti Tecnici Superiori

«E’ proprio a fronte di questi dati e del continuo confronto con gli imprenditori del territorio – evidenzia – che la nostra associazione, negli ultimi tempi, si sta facendo portavoce di queste esigenze, sottolineando quanto intraprendere percorsi post-diploma di tipo professionalizzante possa essere un valore aggiunto per chi si affaccia nel mondo del lavoro. Per la nostra esperienza, esperti in meccatronica ed informatica, per esempio, sono figure professionali richieste ma di difficile reperimento».
I percorsi formativi cui fa riferimento il presidente Amalberto vengono garantiti dagli ITS, Istituti Tecnici Superiori, scuole ad alta specializzazione tecnologica, nate per rispondere alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche.
Gli ITS offrono percorsi gratuiti biennali post diploma o qualifica.
«Tra loro – prosegue Amalberto – c’è la Fondazione ITS Aerospazio Meccatronica del Piemonte, in cui le aziende collaborano direttamente alla definizione dell’attività formativa. Si tratta di un percorso biennale gratuito di 1800 ore suddivise tra formazione in aula, laboratori e percorsi in azienda, in cui parte della formazione viene erogata da docenti cha arrivano dalle imprese. Ad ottobre inizierà il nuovo anno accademico e le selezioni sono ancora in corso. Il mio auspicio è che molti neo diplomati possano cogliere l’opportunità di intraprendere un percorso di questo tipo che, oltre a fornire competenze e nozioni concrete, può offrire un contatto diretto con le aziende alla ricerca di figure ad elevata specializzazione da inserire nel loro organico».
A dimostrazione dell’interesse nutrito nei confronti di questi percorsi l’associazione degli industriali astigiani propone anche iniziative concrete.
«Come Unione industriale – conclude – vogliamo cercare di incentivare la frequenza di questi percorsi. Tanto che abbiamo pensato di erogare borse di studio per la copertura dei costi di viaggio sostenuti dai ragazzi che frequenteranno i corsi».

Elisa Ferrando

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2 risposte

  1. ci sono troppi limiti nel mercato del lavoro, i nostri nonni/ antenati, hanno costruito imperi alcuni senza studio, altri con le elementari… Oggi si cancellano diritti acquisiti, lavori di qualche ora… sfruttati.
    (Per guidare un muletto bisogna aver frequentato un corso… per un muletto?? pagare) qualsiasi persona ne è in grado…

    se volete formare fatelo voi, ma bisogna prendersi la responsabilità, così come facevano i grandi; i ns nonni.

    Davvero questa percorsa è la strada giusta?

    Per avere bisogna dare!

  2. Corriere della Sera 28/09/2020

    Lea, la regina delle lettere classiche: «All’estero con il latino si lavora»

    di Marco Gasperetti
    28 set 2020
    Romana, 28 anni, premiata da Cambridge: devo tutto a Seneca e ai miei professori. «Non mi sento un cervello in fuga, ma in Italia sarebbe stato tutto più difficile»

    L’attrazione per la classicità, se così si può definire quella misteriosa pulsione che spinge a decifrare le antiche lettere, a Lea si è manifestata in prima liceo classico durante una lezione su Seneca. Perché a volte anche le frasi latine sono come frecce che raggiungono l’inconscio più profondo. E quelle parole del filosofo, Omnia aliena sunt, tempus tantum nostrum est («Niente ci appartiene, solo il tempo è nostro») fu per quella ragazzina di 16 anni una rivelazione sconvolgente e probabilmente il primo passo verso quel cammino faticoso di studi che l’ha portata a vincere un premio secolare all’università di Cambridge.

    Dal liceo classico alla Normale di Pisa
    E già perché Lea Niccolai, che oggi di anni ne ha 28, si è diplomata al liceo classico «Anco Marzio» di Ostia, è allieva della Scuola Normale Superiore e a Pisa ha ottenuto due lauree — Lettere Classiche e Orientalistica —, è stata appena premiata con l’«Hare Prize» per la migliore tesi di dottorato di ricerca dall’università di Cambridge, dove dal 2019 è ricercatrice in «Classics/Oriental Studies». La tesi premiata resterà nell’archivio dell’Università inglese e poi diventerà anche un saggio, al quale la ricercatrice italiana ha già iniziato a lavorare.

    La tesi su Giuliano l’Apostata
    «Ho studiato Giuliano l’Apostata andando alla ricerca di testi in greco — racconta Lea — e cercando di capire perché lui, nipote di Costantino primo imperatore cristiano dell’Impero Romano, avesse scelto di tornare al paganesimo. E ho trovato una risposta al quesito: Giuliano vedeva la cristianità come un’intromissione nella filosofia e nella politica del tempo. Credo che l’Apostata debba essere rivalutato». Che, raccontata con questa semplicità, sembra l’intuizione più facile al mondo e invece è costata alla studentessa, oggi ricercatrice, anni di lavoro rigoroso, fatica e sacrifici per costruirsi un bagaglio di conoscenze invidiabile per la sua giovane età.

    «Insegnanti bravissimi»
    «Certo, il mio amore per il latino mi ha stregata sin da adolescente — confessa Lea — ma non avrei mai pensato di diventare una classicista. Ho avuto insegnanti bravissimi che mi hanno raccontato Virgilio, Orazio, Catullo e Seneca in un modo straordinario. Con loro mi si è aperto un universo». Che non è, badate bene, quello di una incorreggibile secchiona. Lea è una ragazza del suo tempo, ha tanti hobby. «Amo la musica — racconta —. Suono il pianoforte e la chitarra. Mi piacciono Bach e Chopin ma anche il rock-folk sperimentale dei Bon Iver, la profondità del jazz mi appassiona, Lucio Battisti mi emoziona». Poi ci sono lo yoga e l’amore infinito per gli animali: «Sono animalista e vegana», dice con orgoglio. Infine ecco i libri, naturalmente. Librerie intere. Classici greci e latini, ma anche contemporanei, saggi, raccolte di poesie di ogni epoca e tendenza.

    «Le aziende apprezzano la formazione classica»
    La dottoressa Lea si sente un cervello in fuga? «No, io sono una ragazza che ama molto viaggiare, avere nuovi stimoli, conoscere culture diverse — risponde —. Non fuggo, mi muovo per conoscere. Però ammetto che se avessi desiderato restare in Italia tutto per me sarebbe stato più difficile. Sono molto grata alla scuola pubblica italiana, dal liceo sino alla Normale. I miei connazionali che arrivano a Cambridge sono stimati per la loro cultura umanistica, che nel Regno Unito è molto apprezzata e aiuta a trovare lavoro». Un lavoro grazie a Eraclito e Seneca? «Sì, a differenza che in Italia dove le discipline umanistiche vengono un po’ svilite e non danno sbocchi professionali — spiega Lea —. Qui ci sono molte aziende che apprezzano una formazione classica. Ci sono imprenditori che ritengono importante la flessibilità intellettuale che si conquista imparando le lettere antiche. Amano chi coltiva la capacità critica dei romani e dei greci, chi possiede un’ampiezza culturale fuori e dentro il suo tempo, chi ha la capacità di imparare dal passato».

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