Grandissima delusione per gli imprenditori alluvionati piemontesi del 1994 che speravano nell’approvazione in zona Cesarini dell’emendamento che avrebbe posto fine al calvario giudiziario per ottenere i rimborsi dei contributi previdenziali versati e non dovuti
Grandissima delusione per gli imprenditori alluvionati piemontesi del 1994 che speravano nell’approvazione in zona Cesarini dell’emendamento che avrebbe posto fine al calvario giudiziario per ottenere i rimborsi dei contributi previdenziali versati e non dovuti.
L’emendamento “correttivo” di quello “assurdo ed inutile” licenziato dal Senato, preparato apposta per la Camera dei Deputati e in allegato alla legge di bilancio che verrà approvata domani, non è passato. Era ricompreso negli ultimi cento che la Commissione Bilancio doveva approvare fra lunedì e martedì, ma è stato stralciato insieme ad un’altra trentina e gli accorgimenti burocratici e tecnici apportati per risolvere la questione, non sono mai entrati in quel testo che torna così all’approvazione del Senato nella stessa forma e sostanza con la quale ne era uscito tre settimane fa.
Un emendamento che, sostengono gli esperti del Comitato Alluvionati, presenta una serie di riferimenti e di norme inattuabili. Non è previsto il superamento dell’annosa questione dei termini di prescrizione delle domande non sanando dunque quelle ritenute “tardive”, sono previsti 5 milioni di euro a fronte dei 42 necessari, si parla di “contributo” e non di rimborso (quindi non il ritorno di quanto pagato in più, ma un contentino di molto inferiore) con i primi soldi messi a bilancio nel 2019. E poi il passaggio più delicato, quello che prevede che tutti debbano ripresentare nuove domande le quali, a rigor di legge, secondo una lettura di “tecnici” si prescrivevano a gennaio del 2017.
«Ancora una volta la macchina burocratica dello Stato si mette di traverso, anche contro la volontà politica e parlamentare degli eletti piemontesi, di ogni appartenenza – afferma Luca Matteja, consulente e portavoce del Comitato – L’ultimo appello che possiamo rivolgere è, “da piemontesi a piemontese” al vice ministro dell’Economia e Finanze Enrico Morando, originario di Alessandria, terra particolarmente colpita dall’alluvione del 1994 affinchè dia il giusto corso all’intera vicenda».
Partorito l’emendamento non utile a risolvere la questione, ora l’ultima speranza è riposta nel decreto attuativo il quale, però, non può stravolgere lo spirito della legge del quale è a servizio e per questo motivo potrebbe rivelarsi anch’esso non utile.
Daniela Peira