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Altro che crisi, Kivi cresceProduce automazioni per disabili
Economia

Altro che crisi, Kivi cresce
Produce automazioni per disabili

La parola crisi non fa parte del suo vocabolario. E di questi tempi è un grande risultato. Ad averlo raggiunto è  la “Kivi srl”, azienda astigiana che produce auto speciali e adattamenti guida

La parola crisi non fa parte del suo vocabolario. E di questi tempi è un grande risultato. Ad averlo raggiunto è  la “Kivi srl”, azienda astigiana che produce auto speciali e adattamenti guida per disabili, in procinto di inaugurare, sabato 15 giugno, la nuova sede da oltre 4.700 metri quadri. Sede operativa già da alcuni mesi, ma che non era ancora stata interessata ufficialmente dal “taglio del nastro”. Un’occasione di festa ma anche utile per approfondire la storia di questa realtà produttiva. A parlarne l’amministratore delegato Michela Giberti.

Quando è cominciata l’avventura?
«L’azienda è stata fondata nel 1995 dai miei genitori, Giancarlo Giberti e Carla Fassone, che sono attualmente i proprietari. All’inizio contava 4 dipendenti, ora diventati 50».
Di cosa vi occupate?
«Ci occupiamo di progettare, fabbricare e commercializzare adattamenti di guida e trasporto destinati a persone con ridotte capacità motorie. I dispositivi di guida e ausili per l’accesso e il trasporto vengono costruiti specificatamente per il modello di autovettura su cui verranno installati; integrandosi perfettamente nell’abitacolo, garantiscono una guida semplice e sicura e, al tempo stesso, l’aspetto estetico. Queste tecnica artigianale – che gode di tutte le certificazioni richieste – ci permette quindi di far guidare anche disabili motori con patologie o lesioni particolarmente gravi, come la distrofia muscolare, la tetraplegia e la focomelia».
Gli adattamenti da chi vengono montati?
«Disponiamo di una capillare rete di installatori che hanno seguito una specifica formazione tecnica, sparsi nel mondo».

La vostra produzione è orientata anche all’estero?
«Sì, per il 60% è orientata al mercato straniero: siamo presenti, oltre che nell’intera Europa, anche in India, Turchia, Arabia Saudita, Israele, Australia e Nuova Zelanda».
A quanto ammonta il fatturato?
«Sei milioni e mezzo di euro. A questo proposito tengo a precisare che il 20% del bilancio è destinato alla ricerca costante di soluzioni di mobilità sempre più all’avanguardia come, per esempio, la guida in carrozzina, un traguardo ambito per i disabili che desiderano essere completamente indipendenti. Kivi, infatti, è stata la prima azienda ad aver introdotto in Italia la guida in carrozzina su veicoli con pianale ribassato, per consentire a chi guida e ai passeggeri di restare sempre seduti sulla propria carrozzina, anche in veicoli di piccole-medie dimensioni.

Da questo concetto è nata, tra il 2010 e il 2011, la “Kivi Soul eMotion”, trasformazione della piccola vettura “KIA Soul” attuata direttamente da noi che, quindi, in questo caso non ci siamo limitati a realizzare gli adattamenti ma ad operare una vera e propria trasformazione dell’auto in accordo con la casa automobilistica.  Proseguendo su questa scia inseriremo in catalogo, a partire da quest’estate, la nuova vettura “Kivi tour “che nasce dalla trasformazione della Chevrolet Orlando, auto di più grandi dimensioni, pensata per tutta la famiglia che, insieme alla persona in carrozzina, desidera viaggiare senza alcuna limitazione e in totale comfort: è infatti omologata per ospitare fino a cinque persone.
Entrambi i modelli che ho citato sono le prime e ancora uniche vetture per la guida in carrozzina ad essere omologate secondo la direttiva europea 46 del 2007. Per questa ragione, in tutti i Paesi dell’Unione, non è più necessario sottoporre le vetture a collaudo, ma è  sufficiente, per ottenerne l’immatricolazione, presentarsi all’Ufficio della Motorizzazione con il Certificato di conformità rilasciato da noi.

Di pari passo con la guida in carrozzina, è stata inoltre realizzata anche una seconda tipologia di allestimento sulla Chevrolet Orlando, volta al trasporto della persona disabile seduta in carrozzina nella parte posteriore, mantenendo comunque cinque posti a sedere sui sedili originali. Questo nuovo veicolo, dal nome “Kivi back tour”,  è stato pensato per coprire diverse esigenze di mercato, da quelle delle famiglie ai taxisti».
Nessun segnale di crisi, dunque, nonostante la situazione difficile del mercato automobilistico?
«No, siamo passati indenni perché il nostro è un mercato di nicchia, che ci vede “lottare” con pochissimi concorrenti in tutta Europa».

Elisa Ferrando

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