Inizio d’anno in salita per il mondo dell’artigianato piemontese e astigiano. In base ai dati forniti dall’Ente bilaterale artigianato del Piemonte, che riguardano i numerosi interventi di cassa integrazione effettuati attraverso il Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, emerge infatti che in Piemonte l’impegno complessivo, da gennaio a novembre 2024, è stato pari ad oltre 8,8 milioni di euro (lordi), con un incremento di quasi il 62% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel 2024 le imprese artigiane del Piemonte che hanno beneficiato della cassa integrazione sono state 4.666, con il coinvolgimento di 26.110 addetti. Nell’Astigiano sono state 228 (per 1.235 addetti), con un incremento del 40% circa rispetto all’anno precedente.
Per comprendere meglio le difficoltà del settore abbiamo posto alcune domande a Giansecondo Bossi, direttore provinciale Confartigianato.
Qual è la situazione rispetto al 2023?
Nel 2023 il Fondo di solidarietà bilaterale ha ricevuto in provincia di Asti 83 richieste di avvio di cassa integrazione, salite a 228 nel 2024 (per un totale di 1235 addetti).
Bisogna però precisare che sono cambiate le procedure alla base dell’inoltro delle domande. Mentre nel 2023 le imprese potevano fare istanza unica fino a tre mesi, l’anno successivo hanno dovuto presentare una domanda per ogni mese di cassa integrazione richiesto. Di conseguenza, analizzando il dato sulla base anche di questo elemento, posso affermare che abbiamo riscontrato un aumento del 40% circa.
A finanziare la cassa integrazione c’è solo il vostro fondo di solidarietà?
No, il fondo interviene per le imprese sotto i 15 dipendenti. Per quelle più strutturate o nel caso dell’edilizia, interviene direttamente l’Inps. Quindi il dato del 2024 nella realtà è ancora più alto.
Va tuttavia precisato, per correttezza, che i dati di cui stiamo parlando sono relativi alle richieste, e non al periodo poi effettivamente sfruttato, che potrebbe anche essere inferiore.
Comunque sia, è una situazione cui guardiamo con preoccupazione, perché è evidente che coinvolge imprese che nel 2023 non avevano registrato problemi.
Quali sono i settori maggiormente colpiti?
Il settore alimentare, che in passato non aveva riscontrato difficoltà, sta pagando il calo delle commesse per la crisi dei mercati europei che rappresentano lo sbocco delle loro esportazioni. Mi riferisco, quindi, ad imprese artigiane che vendono all’estero i loro prodotti, ovvero al mondo del vino, delle distillerie e dei prodotti da forno.
Poi la metalmeccanica, soprattutto per gli artigiani che si occupano delle subforniture all’indotto automotive, in quanto pagano le difficoltà del settore. E ancora le ditte di trasporti e quelle che fanno subfornitura in ambito tessile (confezioni, maglierie).
Siamo poi a conoscenza di riduzioni di lavoro per tutte quelle ditte che lavorano per l’edilizia, come i marmisti, a causa del calo seguito al boom legato al bonus casa.
La prospettive per il futuro
Quali sono le prospettive per il futuro?
Sembra che i dati rimarranno negativi anche nei primi mesi di quest’anno. Tuttavia preferisco non azzardare previsioni perché, tra tensioni geopolitiche mondiali e aumento dei costi, è ormai difficile farlo. Sicuramente va tenuto presente che le difficoltà del settore automotive non sono ancora risolte.
Fortunatamente, però, abbiamo anche tanti artigiani, dagli elettricisti ai parrucchieri, di cui ogni giorno i cittadini hanno bisogno e la cui attività è meno influenzata dalle crisi economiche.
Il Fondo di solidarietà bilaterale riesce a reggere il peso dell’aumento delle richieste?
Per ora sì. Alimentato da contributi di imprese e lavoratori, sta reggendo anche perché sfrutta il capitale messo da parte nei periodi di minore richiesta.
Attualmente ogni impresa ha a disposizione 130 giornate di cassa integrazione in un biennio e il lavoratore può contare su un assegno pari all’80% dello stipendio.
Non possiamo escludere, però, se la situazione dovesse peggiorare, un aumento della quota di contribuzione del fondo o una riduzione delle prestazioni in termini di durata.