La crisi in atto continua a incidere in modo pesantemente negativo sul comparto artigiano. In Piemonte saranno 442 le aziende che cessaranno lattività nel primo semestre di questanno. Quelle astigiane passeranno dalle 7.016 del 2012 alle 6.989 di fine giugno 2013. Numeri negativi, a partire dallo scoppio della crisi, anche per quanto riguarda gli occupati del settore, sia lavoratori autonomi sia dipendenti, passati in Piemonte dai 314 mila 342 del 2008 ai 294mila 614 del 2011…
La crisi economica continua ad incidere negativamente sul comparto artigiano. In base al compendio dei dati 2012 elaborato dallUfficio studi di Confartigianato Imprese Piemonte, infatti, saranno 442 le aziende che cessaranno lattività nel primo semestre di questanno (passeranno dalle 136.070 del 31 dicembre 2011 alle 135.628 del primo semestre 2013). Si prevede quindi un calo così suddiviso per classi dimensionali: – 69 da 0 a 1 addetto; – 229 da 2 a 4 addetti; – 97 da 5 a 10 addetti; – 28 da 11 a 20 addetti; – 19 oltre 20 addetti. Per quanto riguarda lAstigiano saranno 27 in meno, dato che passeranno dalle 7.016 del 2012 alle 6.989 di fine giugno 2013. Interessante è anche notare che quasi la metà delle imprese artigiane attualmente attive (3.350) appartenga al settore delle costruzioni, uno dei più penalizzati dalla crisi economica, seguita al secondo posto da quelle che operano nellambito della metalmeccanica (836) e al terzo dal settore delle manifatture leggere (697).
Numeri negativi, a partire dallo scoppio della crisi, anche per quanto riguarda gli occupati del settore, sia lavoratori autonomi sia dipendenti, passati in Piemonte dai 314.342 del 2008 ai 294.614 del 2011.
Uno stato di crisi, quello dellartigianato, che è stato affrontato anche tramite il ricorso alla cassa integrazione in deroga, estesa a tutti i settori per ridurre gli effetti negativi che la congiuntura economica sta producendo a livello occupazionale. Per quanto riguarda il 2012, infatti, sul totale di 12.981 domande di cassa integrazione in deroga ben 7.467 sono arrivate da imprese artigiane (pari al 35,8%). I lavoratori complessivamente coinvolti sono stati 78.846, di cui 29.751 dipendenti di imprese artigiane.
Numeri in calo, infine, per quanto riguarda lapprendistato, ovvero lavviamento al lavoro regolamentato dei giovani. Considerando landamento in Piemonte dal 2005 al 2012 (dove lultimo dato disponibile è di giugno), gli apprendisti sono passati dai 31.917 del 2005 alla punta dei 39.870 del 2007, per poi scendere progressivamente fino ai 12.064 del 2012. Andamento speculare per quanto riguarda lAstigiano: i giovani avviati al lavoro con questo tipo di contratto, nella nostra provincia, sono passati dai 1.608 del 2005 ai 2.112 del 2007, per arrivare a 632 nellanno appena concluso, ovvero meno della metà rispetto al primo anno preso in considerazione.
Capitolo conclusivo del compendio, unanalisi approfondita sul credito.
Se paragonato alla media nazionale, il costo del denaro in Piemonte resta di oltre mezzo punto sotto quello italiano, pari al 5.94%. Tuttavia, analizzando il dato per provincia, si nota che Asti sia sopra le media regionale (5,62%). Lassociazione di categoria rileva quindi come la quantità dei finanziamenti alle imprese sia diminuita del 4,5% tra agosto 2011 e lo stesso mese del 2012. Le più penalizzate sono le piccole imprese con meno di 20 addetti, i cui finanziamenti si sono ridotti del 4,9%. A soffrire ancora di più il razionamento del credito sono le imprese artigiane: da giugno 2011 a giugno 2012 lo stock dei finanziamenti è diminuito del 7,2% e si attesta a 53,3 miliardi.
Elisa Ferrando