Speranze legate ad un filo per il destino della Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori per lavatrici e che impiega 150 addetti (cui se ne aggiungono altri 60 in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività). Ieri (lunedì) si è svolto il secondo incontro all'Unione industriale tra proprietà (il Gruppo vicentino Askoll) e sindacati (Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil). Ancora una volta è stato un "muro contro muro". Da una parte la proprietà…
Speranze legate ad un filo per il destino della Askoll, l'azienda di Castell'Alfero che produce motori per lavatrici e che impiega 150 addetti (cui se ne aggiungono altri 60 in cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività). Lunedì si è svolto il secondo incontro all'Unione industriale tra proprietà (il Gruppo vicentino Askoll) e sindacati (Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil). Ancora una volta è stato un "muro contro muro".
Da una parte la proprietà, che ha ribadito ancora una volta la volontà di chiudere lo stabilimento, adducendo come motivazione la crisi economica, e in particolare del settore degli elettrodomestici, che non ha consentito il "ritorno" di fatturato previsto dagli investimenti effettuati recentemente sullo stabilimento. Dall'altra i sindacati, che hanno continuato a ripetere che la chiusura è inaccettabile e che vanno trovate soluzioni alternative.
«L'incontro è stato teso – ammette ieri, al termine della riunione, Silvano Uppo (Uilm Uil) – e non ha portato ad alcun risultato. A quanto pare nemmeno le possibilità offerte dalla Regione all'azienda, in termini di linee di finanziamento e contributi per nuove produzioni, hanno dato gli esiti sperati. Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuto un incontro tra azienda e tecnici regionali, per parlare di contributi volti a contrastare le delocalizzazione o ad avviare la mobilità elettrica, progetto di cui si è parlato riguardo allo stabilimento astigiano. Ma, a quanto pare, non si sono rivelati risolutivi. Nei prossimi giorni sono in programma un incontro tra azienda e Istituzioni locali – in primo luogo con l'assessore Marta Parodi del Comune di Asti e con il vice sindaco di Castell'Alforo Angelo Marengo – e poi quello fondamentale del 21 marzo al Ministero dello Sviluppo economico, cui prenderanno parte anche le stesse Istituzioni locali e i rappresentanti della politica, come successo in occasione del "primo round". Vedremo cosa succederà. Un punto fermo, comunque, c'è: noi non arretriamo di un passo, e i lavoratori continueranno ad effettuare lo sciopero ad oltranza e il blocco delle merci in entrata/uscita dallo stabilimento avviato lo scorso 13 febbraio».
L'incontro di lunedì è stato seguito da un gruppo di dipendenti che, con le loro famiglie, hanno dato vita ad un presidio in piazza Medici, sotto la sede dell'Unione industriale. I lavoratori, infatti, sono molto preoccupati per l'evolversi della situazione in quanto, nelle scorse settimane, hanno ricevuto la lettera di licenziamento collettivo per cessazione di attività in programma il prossimo giugno.
Elisa Ferrando