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Askoll, ancora sciopero"La chiusura va esclusa"
Economia

Askoll, ancora sciopero
"La chiusura va esclusa"

Decisi a proseguire lo sciopero fino a quando l'azienda non escluderà ufficialmente la possibilità di chiusura dello stabilimento. Non mollano i lavoratori della "Askoll" di Castell'Alfero, azienda che produce motori per lavatrici, di proprietà del Gruppo Askoll con sede a Vicenza. Da una settimana sono in sciopero, e continueranno la protesta ad oltranza con la seguente modalità: astensione dal lavoro per il 50% del turno e blocco delle merci in entrata/uscita dallo stabilimento…

Decisi a proseguire lo sciopero fino a quando l'azienda non escluderà ufficialmente la possibilità di chiusura dello stabilimento. Non mollano i lavoratori della "Askoll" di Castell'Alfero, azienda che produce motori per lavatrici, di proprietà del Gruppo Askoll con sede a Vicenza.

Da una settimana sono in sciopero, e continueranno la protesta ad oltranza con la seguente modalità: astensione dal lavoro per il 50% del turno e blocco delle merci in entrata/uscita dallo stabilimento. Il motivo è la preoccupazione che lo stabilimento possa chiudere a giugno, quando scadranno i contratti di solidarietà per i 150 dipendenti della fabbrica e la cassa integrazione straordinaria per i 60 lavoratori il cui reparto è stato chiuso lo scorso agosto per essere spostato nell'Est Europa. Una preoccupazione che la riunione con l'azienda, svoltasi martedì, non ha contribuito a placare.

«I lavoratori in assemblea – spiega Silvano Uppo, segretario generale provinciale Uilm Uil – hanno deciso di sospendere martedì, per alcune ore, lo sciopero, come richiesto dalla proprietà per partecipare all'incontro con i sindacati. Incontro che si è tenuto al Comune di Castell'Alfero e che ha visto intrvenire diversi amministratori, oltre all'amministratore delegato e al responsabile Risorse umane del gruppo, rispettivamente Alessandro Beaubain e Mario Bassini. Dalla riunione è emerso che lo stabilimento è in perdita anche sul 2014, dato su cui ci riserviamo di effettuare le opportune e minuziose verifiche. Poi si è parlato di altre opportunità di business che l'azienda sta sondando, visto che il settore degli elettrodomestici è ormai in grave difficoltà in Italia. Il problema è che si tratta di uno sviluppo non immediato, con "numeri" che con consentirebbero, secondo noi, di salvare lo stabilimento, anche nel caso in cui venisse coinvolto».

Dopo la riunione i lavoratori, insoddisfatti, hanno quindi deciso di riprendere lo sciopero con la modalità attuale. «Secondo noi il Gruppo sta pianificando la chiusura da tempo, e il fatto che non abbia patito particolarmente sette giorni di blocco della produzione è dovuto al fatto che aveva fatto le scorte di magazzino in vista della chiusura dello stabilimento». Tutte considerazioni che l'azienda non accetta. «La crisi c'è, si sente, e arriva da lontano – dichiara Massimo Furlan, responsabile Comunicazione del Gruppo Askoll – e non è un segreto. Ciò che vogliamo sottolineare, da parte nostra, è che il Gruppo ha investito sullo stabilimento di Castell'Alfero 20 milioni di euro, in modo da concentrarvi la produzione di un motore tecnologicamente avanzato, l'Askoll motor. Il problema è che, vista la crisi che sta attanagliando il settore, i risultati di questo sforzo non si vedono».

Come dichiarato nelle scorse settimane, inoltre, la proprietà, in questa situazione, non se la sente di escludere nessuna ipotesi al futuro dello stabilimento, rimandando al 10 marzo – data in cui è previsto un incontro al Ministero dello Sviluppo economico tra azienda, sindacati e Istituzioni locali – la discussione sul piano industriale alla luce di «possibili sviluppi commerciali che si potrebbero concretizzare nei prossimi giorni», concludeva Furlan. Intanto la prossima settimana è in programma un incontro politico al Comune di Castell'Alfero, convocato dal vice sindaco Angelo Marengo, cui sono stati invitati numerosi amministratori locali.

Elisa Ferrando

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