Via libera dal Ministero del Lavoro al percorso che consentirà alla Askoll di proseguire l'attività produttiva almeno per un anno. E' emerso giovedì nell'ambito dell'incontro che si
Via libera dal Ministero del Lavoro al percorso che consentirà alla Askoll di proseguire l'attività produttiva almeno per un anno. E' emerso giovedì nell'ambito dell'incontro che si è svolto negli uffici ministeriali di Roma alla presenza di alcuni politici, dei rappresentanti sindacali (Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil) con le relative Rappresentanze sindacali unitarie, della proprietà (Il Gruppo Askoll di Vicenza) e dell'Unione industriale di Asti.
E' quindi stato considerato legittimo l'accordo siglato nei giorni scorsi tra sindacato e azienda, poi successivamente illustrato e discusso davanti al Prefetto Pierluigi Faloni. Un accordo che consente di tirare un sospiro di sollievo dopo che la proprietà dello stabilimento, il Gruppo Askoll di Vicenza, aveva comunicato nei mesi scorsi di voler chiudere lo stabilimento a giugno a causa della crisi economica generale, e del settore elettrodomestici in particolare, che non rendevano più sostenibile a livello economico la produzione. In sostanza, prevede che tra i 150 dipendenti attuali dello stabilimento (gli ulteriori 70 in cassa integrazione per cessazione di attività dallo scorso agosto sono infatti esclusi, dato che il loro destino era già stato "scritto" precedentemente) si aprirà la mobilità volontaria incentivata per 27, mentre tutti gli altri dall'8 giugno, data in cui sarebbe dovuta cessare l'attività, e fino al 31 agosto, dovrebbero godere della cassa integrazione in deroga. Ma siccome la certezza su questo punto non c'è, l'alternativa sarebbe quella di sfruttare ferie e permessi. Dopodiché si partirebbe con i contratti di solidarietà, che sono una tipologia di ammortizzatore sociale.
I "contratti" rimarranno attivi per un anno, previo appuntamento a maggio 2015 tra azienda e sindacati per verificare l'andamento dello stabilimento. La verifica servirà per capire se il bilancio dello stabilimento, che nel frattempo avvierà la produzione di un nuovo motore tecnologicamente più evoluto, l'Askoll Evo, non sarà più "in rosso" o se, comunque, le perdite saranno limitate. In questo caso i contratti di solidarietà verranno prorogati fino al 31 agosto 2016, e la produzione continuerà. In caso contrario, invece, l'azienda avrà la possibilità di chiudere e trasferire la produzione all'estero, avviando le procedure di mobilità per i dipendenti.
«La verifica di oggi (giovedì, ndr) con il Ministero sulla possibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali, scongiurando una conclusione traumatica della vicenda – commenta il deputato Massimo Fiorio (Pd) – lascia ora il tempo di cercare soluzioni future per l'unità produttiva e le maestranze». Soddisfatti anche i sindacati. «E' un ottimo risultato che ci consente di prendere tempo. Certamente quello che stiamo per cominciare sarà un anno di lavoro molto complicato, perché a maggio 2015 ci sarà l'incontro durante cui l'azienda verificherà i conti per vedere se la produzione sarà economicamente sostenibile. Diciamo che il prossimo anno in questo periodo non saremo così tranquilli come siamo adesso». Commenti positivi anche da parte di Isidoro Gioiello (Fim Cisl): «Il Ministero ci ha dato il benestare, affermando che il percorso è fattibile al 100%. Inoltre abbiamo già preso appuntamento per il 31 luglio per una verifica sul primo step dell'accordo, ovvero sulla mobilità volontaria, e per l'avvio dei contratti di solidarietà dal 1° agosto».
Negativo, invece, il commento di Paolo Romano, deputato del Movimento 5 Stelle: «Non lo considero un accordo positivo – dichiara – per vari motivi. Innanzitutto è soltanto un modo per spostare il problema di un anno, con l'utilizzo di ammortizzatori sociali che, invece di servire a superare un periodo di crisi, secondo me accompagneranno la chiusura dello stabilimento, in quanto gli obiettivi in termini di sostenibilità economica inseriti nell'accordo sono troppo difficili da raggiungere. E poi non bisogna dimenticare che non sono stati coinvolti i 70 lavoratori attualmente in cassa integrazione. Oltre al fatto che nell'accordo c'è solo un accenno minimo al progetto di riconversione dello stabilimento».
Dopo l'incontro di lunedì in Prefettura, invece, era stata espressa sulla risoluzione della questone soddisfazione da parte degli Enti Locali. «Con la sottoscrizione dell'accordo – commentano l'assessore del Comune di Asti Marta Parodi e il vice sindaco di Castell'Alfero, Angelo Marengo – il territorio può affermare di aver messo le basi per quello che realmente dovrebbe essere l'approccio da intraprendere per difendere e valorizzare il nostro patrimonio produttivo, anche in futuro. Un percorso avviato più di un mese fa in occasione di una riunione molto affollata nelle scuole di Castell'Alfero, quando si sono poste le basi per una mobilitazione del territorio a difesa del tessuto produttivo locale, sancita da un documento sottoscritto da 70 Comuni della Provincia, compreso il capoluogo. Collaborazione e dialogo interistituzionale si sono rivelati elementi essenziali per ottenere questo risultato».
e.f.