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Askoll, si pensa a riconvertirei capannoni e aiutare i dipendenti
Economia

Askoll, si pensa a riconvertire
i capannoni e aiutare i dipendenti

La vicenda Askoll all’attenzione della Regione Piemonte. Resta la decisione della proprietà di chiudere ma le istituzioni sono pronte ad essere al fianco dei lavoratori cercando di dare un futuro all’insediamento di via Casale. L’azienda ha ribadito nell’incontro avuto la scorsa settimana con l’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero, la chiusura definitiva il 1° settembre. Incontro che era stato chiesto dal Comune castellalferese…

La vicenda Askoll all’attenzione della Regione Piemonte. Resta la decisione della proprietà di chiudere ma le istituzioni sono pronte ad essere al fianco dei lavoratori cercando di dare un futuro all’insediamento di via Casale. L’azienda ha ribadito nell’incontro avuto la scorsa settimana con l’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero, la chiusura definitiva il 1° settembre. Incontro che era stato chiesto dal Comune castellalferese e ha visto la presenza anche dell’assessore comunale di Asti, Marta Parodi, oltre alle organizzazioni sindacali. «E’ stato confermato – commenta il sindaco Angelo Marengo – come la riforma governativa degli ammortizzatori sociali abbia messo fuori gioco la soluzione inizialmente prospettata per i lavoratori ancora in organico, ovvero la cassa integrazione per cessazione di attività avendo così maggior tempo per trovare ricollocazione delle maestranze».

Per i 105 lavoratori ancora in forza dal 1° settembre scatterà la mobilità (da 12 a 24 mesi a seconda dell’età anagrafica), unica tutela certa stante la probabile cancellazione della cassa integrazione per cessazione voluta dalla riforma governativa. Prevista per fine maggio la pubblicazione del decreto Jobs act nel frattempo l’assessore Pentenero ha assicurato sull’impegno a coinvolgere il Ministro sulla problematica Askoll. «Verificheremo col Ministero Poletti – si legge in una nota dell’assessore – la possibilità di attivare la cassa integrazione, chiedendo anche un incontro al Mise. Inoltre la Regione si impegna a mettere a disposizione ogni strumento che permetta la reindustrializzazione dello stabilimento a partire dal 31 agosto, quando l’azienda avrà definitivamente cessato l’attività con la produzione verrà definitivamente spostata in Slovacchia».

Parallelamente si lavorerà sulla riconversione industriale degli impianti oppure sul reimpiego dei fabbricati per il sostegno dei livelli occupazionali, stante la disponibilità dell’azienda a valutare proposte con l’impegno da parte dei comuni di Castell’Alfero e Asti, delle stesse organizzazioni sindacali per lo sviluppo di progetti. «Non è da escludere l’eventuale subentro di nuove imprese che possano anche farsi carico di una parte dei dipendenti, con la proprietà che ha mostrato la possibilità di concedere in locazione il plesso o parte di esso a prezzi calmierati», aggiunge il primo cittadino Marengo. Le due amministrazioni, di Castell’Alfero e Asti, si sono impegnate a definire a breve ipotesi di reindustrializzazione da sviluppare, sia nel settore dei motori elettrici che altri comparti innovativi.

L’insediamento posto tra l’ex statale 457 e la ferrovia Asti-Casale potrebbe essere eventualmente utilizzato per nuove realtà oppure ricollocazione di altre. «E’ fondamentale che una struttura moderna ed efficiente, per la cui realizzazione era intervenuto anche il Politecnico, non rischi di rimanere vuota visto che è anche strutturata in modo da essere suddivisa in almeno tre lotti del tutto autonomi», prosegue il primo cittadino. Lo stabilimento occupa una superficie complessiva di circa 47 mila metri quadrati, di cui 4 mila 600 destinati alla produzione, 2 mila 100 sono uffici. 700 metri quadrati adibiti a servizi, e ancora 6 mila 600 magazzini e 33 mila aree scoperte operative. «Proprio per questo come amministrazione saremo impegnati a valutare e favorire ogni proposta utile a ridare lavoro in questo sito» conclude Marengo.

Maurizio Sala

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