La discussione del bilancio è stata quanto mai marginale nella seduta dell'assemblea dei soci dell'Associazione Produttori Moscato d'Asti alla Cantina Valle Belbo. Qui, il presidente
La discussione del bilancio è stata quanto mai marginale nella seduta dell'assemblea dei soci dell'Associazione Produttori Moscato d'Asti alla Cantina Valle Belbo. Qui, il presidente Giovanni Satragno ha voluto affrontare i temi cari ai 2 mila soci della Produttori: la sentenza Zonin, il prezzo definito in paritetica e le nuove strategie di commercializzazione del prodotto. «Combatteremo Gianni Zonin con la legge» ha esordito Satragno, in riferimento ad alcune recenti previsioni dell'imprenditore vicentino su un possibile allargamento della Docg ai terreni del comune di Asti.
Si è poi parlato dell'ultimo accordo stretto in Regione Piemonte, tra parte industriale e parte agricola, per il prezzo delle uve Moscato, e che avrebbe favorito in particolare gli industriali. Come ha puntualizzato lo stesso Satragno «l'accordo non ci ha soddisfatto e non tanto per l'importo pattuito, quanto per la gestione che è stata "dilettantistica"». Sotto accusa lo strumento del "deblocage" in un momento in cui le vendite erano in calo. «In questo contesto era sufficiente attenersi al disciplinare ? ha continuato Satragno ? invece si è fatto ricorso ad uno strumento prezioso quando le vendite sono stabili o in aumento ma che in condizioni diverse da queste può risultare pericoloso». I soci presenti in sala si sono detti d'accordo con il loro presidente, accordandogli la fiducia di sempre. Qualcuno come Filippo Molinaro (produttore di Santo Stefano Belbo) lo ha definito il "gladiatore della paritetica", perché sempre pronto a difendere gli interessi dei produttori sul tavolo della Regione.
A questo proposito non è passata inosservata l'assenza di Giorgio Ferrero, assessore regionale all'Agricoltura e invitato all'assemblea dei Moscatisti. Palpabile l'insofferenza tra chi, in sala, avrebbe voluto un confronto diretto con lui sul tema dei prezzi delle uve e delle rese. «L'assessore è stato trattenuto altrove da altri impegni. In una lettera che ci ha inviato assicura il suo interessamento alle nostre problematiche e garantisce di farsi garante di tutte le normative sulla produzione di Moscato» ha spiegato Satragno, il quale ha rivendicato l'orgoglio di appartenere ad una filiera che esporta il suo prodotto in tutto il mondo.
Una realtà, quella della Produttori Moscato d'Asti fatta di piccole e medie aziende agricole, oltre quattro mila matricole sparse su 9.700 ettari di moscato tra le province di Asti, Alessandria e Cuneo e che ogni anno produce 100 milioni di bottiglie. In polemica con alcune strategie del Consorzio (non ultima la querelle giudiziaria con il presidente Paolo Ricagno) che chiedono di aumentare le rese, Satragno avanza però una proposta volta ad accontentare tutte le parti: sbloccare 100 ettari di impianti da mettere nei surì. In questo modo si aumenterebbe la produzione di uva di buona qualità, salvaguardando allo stesso tempo le ripide colline dal dissesto idrogeologico.
Infine, sul tavolo della discussione è stata presentata la nuova campagna di commercializzazione, la quale ruota intorno ad una nuova bottiglia di Moscato d'Asti, definita ecosostenibile e di design. Il target è un mercato di fascia medio-alta. L'assemblea si è poi conclusa con un ultima dichiarazione di Giovanni Satragno:« Ciò che chiediamo è parità di dignità. Dicono che senza l'industria noi non potremmo vendere le nostre uve. Ma neppure gli industriali, senza di noi potrebbero vendere le loro bottiglie».
Lucia Pignari