A lanciare l’allarme, e il conseguente appello per la ripresa del Tavolo, i sindacati Cgil, Cisl e Uil
Un territorio «in agonia» dal punto di vista economico e occupazionale, dove si registra un aumento dei licenziamenti individuali da parte delle aziende e un calo delle procedure di assunzione. Una situazione di crisi e difficoltà che va contrastata facendo ripartire subito il Tavolo dello sviluppo, unica sede adeguata per mettere a punto un progetto di rilancio dell’Astigiano che possa attivare investimenti pubblici e privati.
A lanciare l’allarme, e il conseguente appello per la ripresa del Tavolo, i sindacati Cgil, Cisl e Uil. La scorsa settimana si è svolta infatti una riunione unitaria, alla presenza dei segretari generali provinciali di tutte le categorie, per esaminare la situazione economica dell’Astigiano. Un dibattito e una riflessione che hanno portato ieri (giovedì) i segretari generali provinciali Giovanni Prezioso (Cgil), Armando Dagna (Uil) e Sergio Didier (Cisl) a lanciare pubblicamente, nel corso di una conferenza stampa, un appello ai protagonisti del mondo economico, politico e sociale astigiano.
«Nel corso della riunione – ha esordito Giovanni Prezioso – è emersa una situazione drammatica dal punto di vista economico e occupazionale per quanto riguarda l’Astigiano, che, in base ai dati dell’Inps e dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro, è uno dei territori più colpiti dalla crisi. Dal punto di vista occupazionale, nello specifico, è emersa una sensazione: ovvero, che il Jobs Act abbia un po’ drogato il mercato a livello nazionale e locale, con un aumento delle assunzioni nel 2015 dovuto essenzialmente ai forti incentivi che venivano dati alle aziende. Così, gli imprenditori che volevano assumere nel 2014 hanno atteso l’anno successivo, e quelli che avevano in previsione di farlo nel 2016 hanno anticipato al 2015, perché si sapeva che gli incentivi sarebbero notevolmente diminuiti quest’anno. Tanto che il trend delle assunzioni, negli ultimi mesi, è in forte discesa».
Prezioso ha quindi citato i dati di Inps e Osservatorio regionale sul mercato del lavoro. E’ emerso che nel primo trimestre del 2016 le procedure di assunzione nell’Astigiano, in tutti i settori, siano state 6.159, in calo del 12% rispetto allo stesso perido del 2015 (quando ammontavano a 7.065). La diminuzione ha interessato quasi tutti i settori: industria (- 13%), edilizia (- 17%), servizi (- 26%). Unico segno positivo in agricoltura (+ 7,5%).
Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, nello stesso periodo si è registrata una diminuzione dei contratti a tempo indeterminato (- 29%) e di quelli a tempo determinato (- 10%), con un aumento delle procedure riguardanti gli apprendisti (+ 14%). «In tale contesto – ha aggiunto Armando Dagna – si rileva purtroppo un vero e proprio boom di utilizzo dei voucher per pagare i lavoratori. Nati per essere utilizzati in caso di lavori occasionali, quindi con precisi limiti di reddito, ora vengono proposti anche con disinvoltura, in tutti i settori. Si è trovata quindi la soluzione al fatto che sono stati posti limiti all’utilizzo delle collaborazioni a progetto per favorire le assunzioni».
«Insomma – ha annotato Dagna – 30 anni di riforme nazionali unicamente indirizzate a ridurre il costo del lavoro e ad aumentare la flessibilità hanno portato a questi ed altri preoccupanti risultati, come la disoccupazione giovanile al 40%».
I sindacalisti hanno evidenziato con preoccupazione anche il numero dei licenziamenti individuali avvenuti nell’ultimo periodo, effetto della Riforma Fornero con le sue modifiche all’articolo 18 (relativamente al reintegro e alla possibilità di licenziamento individuale anche in aziende al di sotto dei 15 dipendenti). «Le imprese – ha sottolineato Prezioso – adducono sempre motivazioni oggettive di tipo economico, dichiarando che il licenziamento è dovuto, per esempio, ad un calo di produzione. Dal nostro punto di vista, invece, le ragioni sono di vario tipo».
Anche in questo caso Prezioso ha fornito i dati: nel 2015 i licenziamenti individuali nell’Astigiano sono stati 68 (di queste procedure, 46 sono state conciliate, con il pagamento di un numero concordato di mensilità al lavoratore allontanato, 17 non conciliate, 3 abbandonate). Dal 1° gennaio 2016 allo scorso 14 settembre, invece, le richieste di licenziamento individuale alla Direzione provinciale del lavoro per motivi oggettivi sono già 38.
In tale contesto i segretari provinciali hanno sottolineato la debolezza del quadro politico ed economico astrigiano, che non attrae investimenti pubblici e privati. «Come sindacati – ha proseguito Prezioso – vogliamo stimolare le Istituzioni politiche ed economiche del territorio a riattivare il Tavolo dello sviluppo, che alcuni risultati concreti in passato aveva prodotto».
Il riferimento è al gruppo di lavoro nato nel 2009 in piena crisi economica sotto la regia della Provincia, sostituita successivamente dal Comune a causa della riforma sugli Enti provinciali. «Sarà due anni che non viene convocato», ricordano i sindacalisti. «Un peccato – ha sottolineato Prezioso – in quanto è l’unica strada per ottenere dei risultati. Come, in passato, l’accordo sull’anticipo della cassa integrazione ai lavoratori e l’accordo di intenti per fare in modo che gli imprenditori licenziassero il meno possibile e facessero piuttosto ricorso agli ammortizzatori sociali».
In piena sintonia Sergio Didier, che ha aggiunto come «il Tavolo di sviluppo sia l’unica sede dove poter redigere un piano di rilancio economico del territorio, dato che stanno spuntando qua è là progetti tra loro slegati. Occorre fare gioco di squadra, visto che le intuizioni e le capacità ci sono. Ma bisogna innanzitutto credere nelle potenzialità del territorio».
Dagna, che ha denunciato il disinteresse delle forze economiche e politiche di fronte ai casi di chiusura di aziende avvenuti sul territorio, ha infine esemplificato alcune questioni che si potrebbero affrontare all’interno del Tavolo: «dalla lotta per potenziare i collegamenti ferroviari di Asti con l’Europa a quella per far completare l’autostrada Asti – Cuneo, dalla promozione del marchio Unesco al potenziamento del trasporto pubblico. Un territorio attrae investimenti e aziende, infatti, se è in grado di fornire infrastrutture adeguate».
Elisa Ferrando