Dai banchi dei tribunali amministrativi passa alle pagine dei giornali la contrapposizione dell'industriale Zonin all'Associazione Produttori guidata da Giovanni Satragno. Che interviene su
Dai banchi dei tribunali amministrativi passa alle pagine dei giornali la contrapposizione dell'industriale Zonin all'Associazione Produttori guidata da Giovanni Satragno. Che interviene su quanto detto dal "vignaiolo-banchiere" nelle interviste rilasciate la scorsa settimana durante un suo breve soggiorno ad Asti nei giorni in cui gli è stata conferita la cittadinanza onoraria.
«L'amministrazione comunale di Asti può conferire la cittadinanza a chi crede -sottolinea Satragno- ma in questo caso ritengo abbia commesso una spettacolare scivolata, irritando i sindaci e i produttori di Moscato d'Asti dei 52 Comuni. Non mi sembrava il caso di assumere tale atteggiamento separatista sapendo che esiste una forte diatriba tra Castello del Poggio e Produttori. I consiglieri di minoranza Cotto e Pensabene sono riusciti a coinvolgere in un'azione inutile e populista anche la maggioranza» sottolineando che così, a questo punto, si è persa ogni possibilità di dialogo e collaborazione per una risoluzione "bonaria" della questione. Sul merito dell'annunciato ricorso alla Corte Europea di Strasburgo in merito alla sentenza del Consiglio di Stato, Satragno si dichiara del tutto tranquillo: «Non si preoccupa il Consorzio, non si preoccupa l'associazione di produttori, non si preoccupano i sindaci dei 52 comuni del Moscato e non si preoccupa la Coldiretti. Che siano tutti incoscienti e gli unici a doversi preoccupare siano solo il signor Zonin e il Comune di Asti?».
Per Satragno, infatti, in Europa esistono altri disciplinari doc che non comprendono le zone che danno il nome. «Ad esempio il Porto, Bordeaux e il Cagliari sono nelle stesse condizioni di Asti». Sottolineando che se fosse così fondata l'obiezione di Zonin sul fatto che la legge sulle docg prevede l'obbligatorietà della presenza nel disciplinare del Comune che ne dà il nome, allora perchè finora due tribunali amministrativi e due Consigli di Stato non gli hanno dato ragione? Il presidente della Produttori interviene anche sul passaggio che riguarda l'impegno della Casa Vinicola Zonin a versare una importante cifra al Consorzio, in caso di inserimento di Asti nella docg, da spendere per la promozione.
«Finora Zonin, pur avendo vendemmiato per due anni Moscato d'Asti docg in virtù della sospensiva temporanea dei provvedimenti, di diritti non ne ha mai pagati. E la lettera di impegno pecuniario ritengo rimarrà lettera morta in quanto se un privato (in questo caso il Consorzio ndr) tenuto ad esprimersi in un atto pubblico riceve denaro, commette comunque un reato». Satragno si chiede anche come mai tutto questo interesse, ora, intorno al Moscato. «Perchè adesso che l'Asti tira e non negli anni in cui invece il mercato era fermo?». Dal presidente dei produttori arriva, per l'ennesima volta, l'invito già rivolto in tutti questi anni di querelle: «Se Zonin e il Comune di Asti vogliono l'allargamento della zona di produzione rispettino le leggi vigenti, non si affidino solo a proclami di carattere emotivo: dieci anni di sperimentazione del prodotto e l'assenso di due terzi dei titolari di matricola, i veri detentori della docg».
Daniela Peira