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Il caso

Autoriparazioni, non si trovano meccatronici

Emerge da un’indagine di Confartigianato – Forina, titolare di concessionaria e officina a Montiglio: «Mancano i candidati, ma non è un problema di stipendio»

La richiesta di personale qualificato nel campo delle autoriparazioni ha raggiunto livelli critici.
Emerge da “Citemos 2024”, il rapporto nazionale dell’associazione di categoria Confartigianato sulla mobilità sostenibile: su un totale di 36.330 meccatronici artigianali e riparatori di automobili necessari sul mercato, il 70,8% è risultato difficile da reperire (percentuale che sale all’82% in Piemonte e Valle d’Aosta), soprattutto se in possesso di competenze digitali di base e se in grado di applicare le tecnologie 4.0.

L’accordo

Per cercare di superare il problema è stato recentemente siglato un accordo nazionale tra Confartigianato e Unioncamere. L’intesa prevede l’analisi dei fabbisogni professionali, l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, la formazione, l’orientamento e, ancora, la certificazione delle competenze acquisite dagli studenti delle scuole superiori nei percorsi di alternanza scuola–lavoro. Al centro della collaborazione anche la programmazione di iniziative per l’orientamento dei giovani, con particolare attenzione alla filiera formativa tecnico-professionale.

Il commento di Michele Quaglia

«Il settore – commenta Michele Quaglia, presidente della Federazione autoriparazione di Confartigianato Imprese Piemonte – si è evoluto e innovato anche con l’ingresso di nuovi giovani autoriparatori. Anche se, come si evince dai dati, il comparto registra gravi difficoltà nel reperimento delle risorse umane. Una carenza legata anche al gap tra scuola, sistema della formazione e mondo del lavoro. Sono necessarie, inoltre, risorse per favorire il passaggio generazionale e sostegni per le imprese che investono sul fronte innovazione e sul personale con competenze digitali avanzate, necessari per garantire standard qualitativi adeguati alle richieste dei clienti e all’evoluzione del settore».

L’opinione di Alberto Forina

A confermare la difficile situazione Alberto Forina, contitolare, con il fratello Cesare, della “F.lli Forina srl” di Montiglio, che comprende la concessionaria Renault e Dacia, l’officina di riparazioni auto e il centro revisioni, per un totale di 7 dipendenti.
«Lavoro in questo ambito da tanti anni – racconta – in quanto mio padre aveva aperto l’officina da elettrauto negli anni Settanta. Poi nel 1998 siamo subentrati io e mio fratello con la nostra società. Posso quindi dire di conoscere bene il settore e, purtroppo, affermare che da circa 15 anni abbiamo difficoltà a trovare personale. Da mesi, tanto per fare un esempio pratico, cerchiamo un rivenditore per la concessionaria e un meccatronico, o elettromeccanico, il neologismo con cui si indica attualmente il meccanico, in considerazione del costante utilizzo del computer per diagnosticare i problemi di una vettura. Ebbene, non riusciamo ad assumere nessuno. Siamo iscritti al Centro per l’impiego e alle varie agenzie di somministrazione lavoro, ma nulla: non arriviamo nemmeno alla fase dei colloqui».

La difficoltà di assumere giovani

Secondo Forina il problema è generazionale. «Sono sempre meno i giovani che hanno voglia di svolgere i lavori più usuranti – commenta – tanto che il problema riguarda anche altri settori simili al nostro. Inoltre non sono disponibili a lavorare, se necessario, il sabato mattina, oppure, per quanto riguarda l’ambito delle vendite, il sabato pomeriggio o la domenica. Insomma, molti giovani vogliono guadagnare tanto e lavorare poco. A questo proposito sgombro il campo da possibili equivoci: nel nostro caso non è un problema di stipendio. Un meccatronico a tempo pieno guadagna almeno 1.700 euro al mese. Senza contare che la situazione è così grave che spesso, soprattutto nelle città, le officine si “rubano” il personale, cercando di convincere il dipendente con una proposta migliore, ovviamente a livello economico, rispetto alla concorrenza».
A questo proposito ricorda episodi poco piacevoli. «In questa situazione di incertezza – afferma – rappresenta un problema anche la formazione del personale. Può capitare, infatti, di formare un dipendente, iscrivendolo a corsi di aggiornamento pagati da noi, con i quali ottiene anche certificazioni e patentini, per poi vederlo cambiare azienda una volta ultimata la formazione. E’ un sistema che non funziona: io imprenditore pago la formazione, poi il lavoratore sfrutta le competenze acquisite presso la concorrenza».

La riparazione di auto elettriche

Secondo Forina, in tale contesto la mancanza di competenze per la riparazione di auto elettriche è secondaria. «Attualmente la vendita di auto elettriche in Italia rappresenta una percentuale minima rispetto al totale – conclude – in quanto senza incentivi statali gli acquirenti non sono invogliati ad affrontare una spesa di questo tipo. Essendo un percorso avviato, comunque, le case automobilistiche stanno organizzando corsi di formazione per la riparazione di auto elettriche che, nel nostro caso, sono seguiti da mio fratello. Ma non è quello il punto. Il problema è la mancanza di candidati meccatronici, anche per riparare vetture a motore termico».

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