Anche sul fronte lavoro non mancano le iniziative. In questo caso, infatti, è stato messo a punto, ne 2011, il Progetto lavoro, che ha seguito, e continua a seguire, tre direttrici: formazione,
Anche sul fronte lavoro non mancano le iniziative. In questo caso, infatti, è stato messo a punto, ne 2011, il Progetto lavoro, che ha seguito, e continua a seguire, tre direttrici: formazione, incontro tra domanda e offerta di lavoro, creazione di posti di lavoro. «In primo luogo – indica Beppe Amico, direttore della Caritas diocesana – abbiamo avviato tirocini formativi grazie alla collaborazione del Cepros e del consorzio Co.Al.a. Il primo passo è consistito nel formare i volontari del centri di ascolto, in modo che fossero preparati a compilare le domande di inserimento nel progetto dei disoccupati che si rivolgevano loro. Il consorzio si è poi occupato di incrociare queste domande con l'offerta di lavoro da parte delle aziende e ad avviare i tirocini formativi, con la speranza di trasformarli in rapporti di lavoro stabili».
Come funzionano? I disoccupati vengono inseriti per tre mesi in azienda, rimoborsati dalla Caritas (400 euro al mese per il part time, 600 euro per il tempo pieno), quindi a costo zero per l'azienda, rinnovabili di altri tre mesi a patto che l'azienda intervenga nel pagamento. Nel 2012 ne sono stati attivati 9, mentre nel 2013 sono stati 24, di cui 11 sono ancora in corso di svolgimento: 19 grazie alla Caritas e 5 tramite altri finanziamenti. Varia la distribuzione dei tirocinanti nei diversi settori: dall'azienda agricola alla produzione di birra, dal ristorante al bar, dalla cooperativa sociale a quella che si occupa di pulizie. Collaborazioni che, nel 2013, hanno portato a 8 assunzioni.
Al contempo, sempre in questo ambito sono stati avviati i laboratori di sartoria e tessitura, rispettivamente nei locali delle parrocchia N.S.di Lourdes e San Quirico, «che hanno l'obiettivo – spiega Franca Ronco, volontaria Caritas – di insegnare un mestiere, fornendo ai partecipanti macchinari, materia prima, e le prime commesse di lavoro, così da favorire la nascita di attività in proprio. In totale vi partecipano 10 persone – 8 al corso di tessitura e 2 a quello di sartoria – seguiti da personale esperto».
PROFUGHI SOMALI
A partecipare ai tirocini formativi alcuni profughi somali accolti negli anni scorsi dalla Caritas all'Oasi dell'Immacolata. «La convenzione per l'utilizzo dei locali dell'Oasi, di proprietà della Diocesi – spiega Amico – è terminata, ma comunque siamo riusciti a garantire una vita dignitosa ai 10 profughi rimasti dei 40 che erano arrivati. I restanti 30, infatti, sono partiti alla volta del Nord Europa a causa della scarsità di lavoro che caratterizza l'Italia. Coloro che sono restati vivono in due appartamenti che abbiamo acquistato appositamente (la Caritas, infatti, gode, oltre che di donazioni, dei fondi Cei e 8 per mille, ndr)».
e.f.