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«Avviciniamo gli studential mondo produttivo»
Economia

«Avviciniamo gli studenti
al mondo produttivo»

Dieci aziende e due scuole – per un totale di 10 classi – coinvolte. Questi i numeri del "Pmi day 2015", l'iniziativa promossa dall'Unione industriale, intitolata "Industriamoci" e svoltasi venerdì, per aprire le porte degli stabilimenti agli studenti delle scuole superiori. A parlarne, lunedì in conferenza stampa, la presidente dell'Unione industriale Paola Malabaila, il presidente del Comitato Piccola Industria Andrea Amalberto…

Dieci aziende e due scuole – per un totale di 10 classi – coinvolte. Questi i numeri del "Pmi day 2015", l'iniziativa promossa dall'Unione industriale, intitolata "Industriamoci" e svoltasi venerdì, per aprire le porte degli stabilimenti agli studenti delle scuole superiori. A parlarne, lunedì in conferenza stampa, la presidente dell'Unione industriale Paola Malabaila, il presidente del Comitato Piccola Industria Andrea Amalberto, il dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale Franco Calcagno, insieme a dirigenti e rappresentanti delle due scuole partecipanti, ovvero gli istituti "Giobert" e "Artom". «L'obiettivo – ha spiegato Malabaila – era avvicinare le scuole all'industria, nell'ottica dell'alternanza scuola/lavoro promossa recentemente anche dalla Riforma varata dal Governo Renzi, che va nella direzione giusta in quanto è importante che gli studenti conoscano la realtà produttiva e, magari, si lascino affascinare dal mestiere dell'imprenditore. In questa ottica svolgiamo regolarmente anche altre iniziative, come il percorso di orientamento dedicato alle scuole medie da parte del nostro Gruppo giovani e gli stage in azienda con i ragazzi delle superiori».

Ad auspicare l'inizio di una collaborazione duratura tra scuola e lavoro Andrea Amalberto, il cui Comitato ha organizzato il "PMI day", e il dirigente Franco Calcagno. «Il mondo della scuola non può che essere contento di questa collaborazione – ha affermato Calcagno – non soltanto per l'aspetto pratico, soprattutto legato agli stage, ovvero la possibilità per gli studenti di farsi conoscere da un'azienda che dopo il diploma potrebbe assumerli. Ma per un aspetto ancora più importante, ovvero la possibilità per gli studenti di conoscere quali competenze e qualità bisogna possedere dopo il diploma o la laurea per entrare nel mondo del lavoro».

Un punto, quest'ultimo, su cui ha incentrato l'intervento Patrizia Ferrero, dirigente del "Giobert". «Come scuola – ha sottolineato – abbiamo iscritto all'iniziativa non solo i periti in Costruzione, ambiente e territorio (ex geometri) ma anche i periti in Amministrazione, finanza e marketing (ex ragionieri), proprio perché si rendano conto delle opportunità di impiego in azienda, allargando un po' il campo rispetto ai tradizioni sbocchi negli studi professionali e in banca. A questo proposito sono stata molto soddisfatta dell'incontro che i nostri ragazzi hanno avuto alla "BASF", dove hanno potuto confrontarsi con la responsabile Risorse umane, che ha spiegato loro le qualità che le aziende prediligono nei dipendenti. Un'esperienza in linea con il complesso progetto di alternanza scuola/lavoro che abbiamo appena varato, incentrato sulle capacità immateriali che si richiedono ai lavoratori in azienda (tra cui creatività, flessibilità, capacità di lavorare in gruppo)».

Dal dirigente Giorgio Marino (istituto "Artom") è poi arrivato l'invito a coinvolgere in questa iniziativa anche i professori, «la maggior parte dei quali non si rende conto appieno dell'utilità di iniziative come queste, perché ancorata ad un vecchio modo di fare scuola», mentre Ennio Nebiolo, docente dell'Artom, ha proposto di coinvogere anche gli studenti delle medie, «promuovendo visite ad hoc nelle aziende per favorire la scelta della scuola superiore e contrastare la dispersione scolastica».

Elisa Ferrando

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