La docg "Nizza" è sempre più vicina: venerdì l'assemblea dei soci del Consorzio dei Vini d'Asti e del Monferrato ha approvato all'unanimità il nuovo disciplinare che
La docg "Nizza" è sempre più vicina: venerdì l'assemblea dei soci del Consorzio dei Vini d'Asti e del Monferrato ha approvato all'unanimità il nuovo disciplinare che definisce confini e modalità di produzione del Barbera d'Asti superiore che va a prendere il nome dalla città del "Campanòn". Un assenso a tutto tondo da parte del territorio ? fatto che, da solo, è già una buona notizia ? che spinge la pratica avanti nel suo iter alla volta della conferma finale, ipotizzabile in modo ragionevole, salvo intoppi burocratici, entro la vendemmia 2014.
A fine gennaio il tema è previsto all'ordine del giorno nella riunione del Comitato Vitivinicolo Regionale; dalla Regione, completate le verifiche, si istruirà la pratica per condurla al Ministero delle Politiche Agricole, Comitato Nazionale Vini. Ultima tappa, Bruxelles: e se da un lato il progetto del "Nizza docg" è il primo a giungere sotto gli occhi della Comunità Europea, la compattezza dei produttori "a monte" sembra già essere sufficiente motivo di ottimismo per l'esito finale.
Il commento di Lorenzo Giordano e Gianluca Morino, presidenti del Consorzio e dell'Associazione Produttori del "Nizza", è unanimemente entusiasta: «Dopo undici anni di intenso lavoro si realizza un sogno: ora il Nizza può diventare davvero la punta di diamante della produzione di Barbera del Piemonte. È un nome breve, facile da ricordare ed è legato a un territorio. Oggi si producono circa 200 mila bottiglie in 44 aziende vitivinicole, ma l'ambizione è di arrivare a un milione entro il 2015».
Il disciplinare rinnovato introduce molte novità: il "Nizza" sarà 100% Barbera, non consentito l'arricchimento del grado alcolico nelle annate sfavorevoli (in quei casi, semplicemente, non si produrrà "Nizza"); nasce inoltre un "Nizza riserva" destinato a essere affinato in cantina per almeno 30 mesi, di cui minimo 12 in botti di legno. I due presidenti riepilogano il percorso finora affrontato, iniziato negli anni Novanta e consolidatosi nel 2002, con la nascita dell'Associazione Produttori: «Un grande merito va a Michele Chiarlo, primo presidente che è riuscito ad aggregare il gruppo, all'enologo Giuliano Noé, padre del disciplinare, e a Sandro Gioanola, che è stato tra i primi a credere nel Nizza. Oggi vogliamo ricordare anche Tullio Mussa, che fu direttore dell'ex Bottega del vino di Nizza, ora Enoteca Regionale. È anche grazie a lui se oggi il Nizza ha raggiunto l'obiettivo dell'eccellenza e se può puntare alto».
Questi i numeri del Barbera "Nizza": 160 ettari di produzione, estesi sul territorio di 18 comuni, 200 mila bottiglie e 44 aziende vinicole. L'export è al 46% e raggiunge Germania, Svizzera, Usa, Cina, Olanda e Danimarca.
Fulvio Gatti