Sono in vigore da lunedì nuove norme per quanta riguarda alcuni luoghi pubblici. Il Consiglio dei Ministri ha infatti stabilito di aumentare la capienza, nelle regioni “bianche” come il Piemonte, nei luoghi di cultura e sport, consentendo anche la riapertura delle discoteche (con una capienza al 50% per quelle al chiuso e al 75% per quelle all’aperto). Per i palazzetti dello sport l’asticella viene fissata al 60%, per gli stadi al 75%, per cinema e teatri al 100%.
Per quanto riguarda le sale cinematografiche, nell’Astigiano il provvedimento è stato definito dagli operatori del settore, in generale, opportuno. Ma la sensazione è che, ora, si debba affrontare un altro ostacolo: la diffidenza del pubblico a frequentare le sale dopo un anno e mezzo di emergenza sanitaria, periodo in cui sono aumentati notevolmente gli abbonamenti alle piattaforme televisive in streaming.
In attesa delle proiezioni per le scuole
«Dallo scorso maggio – spiega don Roberto Pasquero, responsabile del cinema Lumiére che fa parte della parrocchia Don Bosco – abbiamo potuto tenere aperto al 50%, dopo la chiusura legata al secondo lockdown. L’estate abbiamo “vivacchiato”, mentre settembre è andato molto bene, grazie anche all’uscita di titoli di rilievo. L’aumento della capienza al 100%, che mi vede favorevole, non cambierà però più di tanto la situazione, perché non capita spesso che i 300 posti di cui è dotata la sala siano esauriti. L’aumento di capienza ci servirà soprattutto quando le scuole riprenderanno ad effettuare le uscite, per cui proporremo nuovamente le proiezioni dedicate agli studenti».
Da quando è entrato in vigore il Green Pass al Lumiére non si sono verificati problemi con gli spettatori. «Il lato negativo – conclude – è che tra controllare il certificato e chiedere i dati per la tracciabilità non si può essere soli alla cassa, altrimenti si impiegherebbe troppo tempo».
La crisi
E mentre il cinema Cristallo di San Damiano riaprirà venerdì 15 ottobre con la rassegna del cinecircolo Bosio, nello stesso paese il Nuovo Cinema Paradiso continua a rimanere chiuso e il cinema Lux, con due sale da 250 e 100 posti, ha patito la crisi dovuta all’emergenza sanitaria. «Il problema dei cinema piccoli come il mio – spiega Sergio Bongiovanni, titolare della sala Lux aperta dal padre nel 1960, e successivamente ampliata e ammodernata – è dato dal Green Pass, perché la fascia di età tra i 12 e i 30 anni ne è ancora sostanzialmente priva. E, chi ce l’ha, preferisce andare al cinema in centri che possono offrire qualche opportunità in più, a livello di divertimenti e locali aperti, rispetto a San Damiano, come Asti e Alba. Io sono anche titolare della multisala a Savigliano i cui “numeri”, a parità di situazione nazionale, sono nettamente migliori rispetto al Lux».
«Se i cinema, presenti nei bacini più grossi, hanno perso in questo periodo il 15 – 20% del ricavo – prosegue – il “Lux” di San Damiano è arrivato anche a – 60%. Anche perché non va dimenticato il grosso aumento degli abbonamenti alle piattaforme streaming, che stanno disabituando il pubblico ad andare al cinema».
Aspettando le feste natalizie
D’accordo Enrico Pesce, titolare del cine-teatro Sociale (400 posti) e del Lux (250 posti) di Nizza Monferrato (quest’ultimo ancora chiuso). «Sicuramente – afferma – l’aumento della capienza al 100% è di buon auspicio per la ripartenza del settore. Tuttavia lo scoglio più importante da abbattere sarà quello di sconfiggere la paura della gente. Secondo me la ripartenza non sarà così immediata perché, a differenza di bar e ristoranti, luoghi privilegiati della socialità, la fruizione di un film in sala è comunque in silenzio, anche quando si va in compagnia. Di conseguenza bisognerà sicuramente recuperare tutti coloro che hanno fatto abbonamenti alle televisioni a pagamento. La pandemia ha sconvolto le abitudini».
Secondo Pesce si potrà fare un bilancio della ripartenza, favorita dal ritorno alla capienza al 100%, solo alla fine dell’inverno. «Innanzitutto – conclude – perché bisogna attendere le feste natalizie, tradizionale periodo clou del cinema, e poi perché bisogna vedere come si comporterà il pubblico. Il tutto tenendo presente che il cinema è un settore che ha sofferto molto a causa della pandemia. Basti pensare che, a livello nazionale, il 18% delle sale fino alla scorsa settimana era ancora chiuso, in quanto i titolari ritenevano antieconomico aprire con le restrizioni che erano in vigore».
La strategia della Sala Pastrone
Concorde sulla necessità di riacquistare la fiducia del pubblico anche Riccardo Costa, presidente del circolo cinematografico Vertigo che gestisce la Sala Pastrone di proprietà del Comune. «La scorsa estate – racconta – l’affluenza non è stata delle migliori. Negli ultimi dieci giorni, invece, abbiamo visto un sensibile aumento, anche grazie ai film del festival di Venezia. Speriamo quindi che l’aumento della capienza al 100%, segnale di ritorno alla normalità, possa favorire la tranquillità del pubblico e indurlo a tornare. Nel frattempo stiamo riflettendo sulla programmazione. Pur essendo una sala d’essai, stiamo pensando di concentrare i titoli più impegnati nelle nostre rassegne e proporre per le prime visioni film più commerciali, in modo da recuperare il “terreno perduto”».