L’industria manifatturiera astigiana dalla metà del 2015 presenta un graduale miglioramento delle aspettative
Una industria manifatturiera astigiana che, dalla metà del 2015, presenta un graduale miglioramento delle aspettative e, all’inizio di quest’anno, una importante riduzione del ricorso delle aziende alla cassa integrazione.
Lo ha sottolineato la presidente dell’Unione industriale, Paola Malabaila, nel corso dell’intervento che ha tenuto all’assemblea annuale dell’associazione, svoltasi martedì mattina al Teatro Alfieri. In platea imprenditori, numerose autorità cittadine e regionali, e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che è poi salito sul palco per dialogare con la presidente provinciale sui principali “temi caldi” della questione industriale italiana.
L’intervento del leader degli Industriali italiani è stato preceduto dalla relazione di Paola Malabaila. La quale, oltre ad aver raccontato l’attività svolta dai vari gruppi di lavoro interni all’associazione, ha fornito alcuni dati recenti sulla situazione dell’industria manifatturiera in provincia.
«L’indagine congiunturale previsionale sull’industria manifatturiera astigiana, condotta trimestralmente dal nostro ufficio studi – ha sottolineato – nel 2015 ha evidenziato una situazione altalenante. L’anno è partito con dati di segno negativo per tutti i principali indicatori (produzione industriale, occupazione, ordini totali). Dal secondo trimestre 2015 si è assistito ad un graduale miglioramento, con l’indicatore relativo alle aspettative sulla produzione industriale, rilevato nel corso dell’ultima indagine, relativa al terzo trimestre di quest’anno, che si assesta su un + 5,10%. Dall’ultima rilevazione risultano positivi anche tutti gli altri principali indicatori, con una diminuzione del numero delle aziende che intendono fare ricorso alla cassa integrazione».
Infatti, nel primo semestre 2016 si evidenzia una importante riduzione media del ricorso alla Cig (pari a – 24,37%) rispetto al primo semestre 2015. Una situazione comunque non facile, nonostante i recenti segnali positivi, che si inserisce in un contesto nazionale in cui si è interrotta la fase di crescita. Dopo gli incrementi registrati nei trimestri precedenti, l’Istat ha infatti comunicato, nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana, che nel secondo trimestre 2016 il Prodotto interno lordo ha subito una battuta d’arresto.
«L’Italia, colpita da una recessione profonda – ha sottolineato Malabaila – ha fatto arretrare il Pil di quasi dieci punti. Ora deve finalmente liberarsi dagli impedimenti che durano ormai da due decenni, aggredendo le cause strutturali della sua debolezza. E’ indispensabile favorire misure per la crescita. Per competere abbiamo bisogno di Amministrazioni, statali e locali, che ci sostengano almeno quanto i nostri concorrenti esteri sono sostenuti dalle loro. Siamo la seconda potenza manifatturiera europea: dobbiamo mantenere questa posizione. Dobbiamo farlo, con impegno, in ogni territorio: Asti in primis».
Un dato di fatto, quello del secondo posto in Europa, evidenziato anche dal presidente Boccia nel suo intervento che, in risposta alle domande poste da Paola Malabaila, ha toccato i principali temi “caldi” della questione industriale italiana.
«Siamo il secondo Paese industrializzato in Europa. E lo siamo – ha proseguito Boccia – nonostante i deficit che penalizzano l’Italia. Ecco che, quindi, bisogna portare avanti un’idea di politica economica che intervenga sui fattori di competitività, in modo orizzontale su tutti i settori, a sostegno della crescita, superando la vecchia logica di scommessa sui singoli settori».
Boccia ha poi sottolineato che la questione industriale non è categoriale, ma riguarda il Paese, come la competitività. «A questo proposito – ha spiegato – bisogna partire dalla politica dell’offerta (che significa “prima le imprese”) perché, rendendo competitive le imprese, si può riattivare la domanda». Riguardo poi al dibattito in corso con il Governo in vista della Legge di stabilità, Boccia ha affermato: «Puntiamo a sottolineare ancora l’importanza di alcuni strumenti, misure già in campo che sono utili alle aziende e che vanno rafforzate ulteriormente: dal Jobs Act alla detassazione dei premi di produzione. Tutto quello che ha funzionato finora va riproposto e rafforzato».
Tra le altre questioni toccate quella relativa al Referendum costituzionale. «Confindustria – ha affermato – si è schierata per il sì al Referendum, in primo luogo perché per noi la stabilità di Governo è la precondizione, da parte del Governo, che rende probabile una politica per l’offerta. Infatti se si hanno esecutivi che sono ogni sei mesi in campagna elettorale è altamente probabile che si facciano politiche di domanda, in cerca di consenso».
Al termine, la presidente Malabaila ha ricordato il Progetto di valorizzazione della filiera del vino della provincia di Asti e del suo territorio”, avviato dall’Unione industriale con l’obiettivo di valorizzare la filiera vinicola della provincia agendo sulla leva della collaborazione tra le diverse componenti del settore, nonché tra queste ultime e gli Enti pubblici locali. Tra i vari punti previsti anche «la necessità di realizzare un museo del vino per raccontare al mondo la cultura del vino e cosa essa rappresenti per il territorio», in linea con il Palazzo del vino inserito nel progetto “Asti vino e cultura” lanciato recentemente dal Comune.
Boccia ha espresso parole di approvazione sul progetto dell’associazione astigiana in quanto lega l’economia al territorio, sfruttandone la ricchezza. Territorio che, come ha confidato in conclusione, ha apprezzato personalmente grazie all’amicizia che lo legava a Salvatore Giordano, imprenditore fondatore della Elmeg di Isola, recentemente scomparso, conosciuto quando entrambi erano nel Consiglio nazionale della Piccola industria.
Elisa Ferrando