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Candidatura Unesco, si perdono delle areee per Canelli crescono le possibilità
Economia

Candidatura Unesco, si perdono delle aree
e per Canelli crescono le possibilità

Sotto l’albero Canelli ritrova una “nuova” candidatura Unesco. Regalo neppur troppo inatteso che, se da una parte sottolinea ancor di più il valore del territorio culla del Moscato d’Asti,

Sotto l’albero Canelli ritrova una “nuova” candidatura Unesco. Regalo neppur troppo inatteso che, se da una parte sottolinea ancor di più il valore del territorio culla del Moscato d’Asti, dall’altra rende omaggio ad una realtà urbanistica consolidata. Giovedì scorso, ad Asti, l’assessore regionale Ugo Cavallera ha tracciato il nuovo perimetro della candidatura: dimagrimento delle “core zone”, passate da nove a sei come avevano chiesto i delegati Icomos durante la visita a settembre, e un allargamento delle aree “buffer”. Scelta che ha scontentato più d’un sindaco, dall’Alto Astigiano con i percorsi romanici ai cuneesi delle colline di Dogliani.

Canelli, nella rivoluzione voluta dall’ente parigino, torna a casa arricchita. Lo spiega il sindaco Marco Gabusi, rivelando un retroscena che la dice lunga sul valore che l’amministrazione comunale riserva a questo percorso. «Più di un mese fa venimmo a conoscenza che qualcosa si stava muovendo all’interno della candidatura. Con l’assessore Vassallo chiedemmo immediatamente un incontro con l’assessore regionale Cavallera, presenti l’assessore Angela Quaglia e il consigliere Rosanna Valle: qui ottenemmo conferma che il nostro territorio non solo non era stato cancellato ma, anzi, aveva conquistato un’opportunità maggiore».

Quale sia questa nuova opportunità è lo stesso sindaco a tracciarla. «Nel corposo documento che partirà per Roma è stata riaffermata l’importanza dell’area del Moscato e dell’Asti Spumante che fa capo a Canelli. Inserendo, e questa è la novità, come sito d’interesse strategico il patrimonio paesaggistico e urbanistico che, scendendo dalla collina di Sant’Antonio, ingloba gran parte del centro storico cittadino comprese le “cattedrali sotterranee”». Salto di qualità che apre nuove prospettive ma, anche, richiamo ad una forte responsabilità gestionale nelle scelte urbanistiche. Ancora Marco Gabusi: «Riconoscere il valore universale di una porzione importante della città è certamente un fattore arricchente per Canelli che, però, ci impegna al rispetto di regole che, via via, saranno sempre più orientate alla valorizzazione dei nostri beni.

Il progetto che abbiamo intrapreso, con la ristrutturazione di piazza Cavour e i percorsi legati alle “Cattedrali sotterranee” con gli interventi già previsti in corso Libertà, vanno in questa direzione». Senso di responsabilità, dunque, che deve coinvolgere tutti i canellesi. «Diventare Patrimonio dell’Umanità non è solo un onore ma, soprattutto, una grande responsabilità: significa tutelare un bene di straordinaria importanza in modo lungimirante, compiendo scelte oculate e determinate che possono anche scontentare qualcuno ma, sempre, nell’interesse comune».

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