Nonostante il periodo fiacco per gli incassi e i saldi che stentano a decollare, il commercio canellese sembra resistere al periodo di crisi. A dirlo, i numeri che provengono dall'Ufficio
Nonostante il periodo fiacco per gli incassi e i saldi che stentano a decollare, il commercio canellese sembra resistere al periodo di crisi. A dirlo, i numeri che provengono dall'Ufficio Commercio del Comune di Canelli e che parlano di un saldo stabile tra aperture e chiusure di esercizi commerciali. Anzi, il 2015 non sembra essere andato poi così male perché a fronte di una quindicina di attività che hanno chiuso definitivamente la serranda, si contano 20 nuovi negozi su un totale di 300 attività. Alla resa dei conti il 2016 è iniziato con cinque realtà commerciali in più a cui vanno ad aggiungersi tre nuovi ristoranti presenti in città.
Un timido segno positivo ma che non deve far cantare vittoria troppo presto perché analizzando più da vicino la situazione più che ad un miglioramento della congiuntura economica si assiste ad un cambio di mentalità che vuole reagire al mutamento del mercato. Complice la crisi economica, si assiste infatti ad una maggiore "sperimentazione" di chi decide di aprire una nuova attività. Accanto ai negozi per così dire "storici", nascono sempre più spesso nuove realtà commerciali che sopravvivono qualche anno, se non addirittura una stagione per poi passare di mano. Chi ha perso il lavoro prova a reinventarsi aprendo un negozio ma spesso gli manca l'esperienza nel settore e finisce per cedere la propria gestione. A questo si aggiungono le spese, gli affitti e le imposte che per molti negozianti diventano sempre più insostenibili a fronte dei minori incassi.
Sempre secondo i dati del Comune sono otto le attività che hanno richiesto una procedura di sospensione, che tengono cioè chiusa l'attività per un anno nella speranza che arrivino tempi migliori. Emblematico il caso di un negozio di abbigliamento aperto nella primavera 2015 e chiuso a fine dicembre. Secondo i dati ufficiali a Canelli si contano 230 attività di vendita, una cinquantina di bar, ristoranti e pizzerie e 20 attività artigianali come parrucchieri ed estetisti. «Certo il momento è difficile – ? dichiara il vicesindaco Paolo Gandolfo con delega al Commercio -? ma non dobbiamo scoraggiarci. Anzi, vogliamo leggere positivamente il dato sulle cinque attività in più presenti a Canelli, è sintomo che qualcuno crede nella nostra città e vuole investire nonostante gli affitti, qui ma come altrove, siano aumentati».
Il vicesindaco però lancia un appello ai commercianti: «senza dubbio Canelli deve diventare maggiormente attrattiva. Servono i dee e iniziative per portare gente. Il Comune ha fatto la sua parte con un ricco programma di manifestazioni ora tocca ai commercianti che devono essere più propositivi». Il riferimento alla possibilità di valutare aperture domenicali non è poi così velato.
Lucia Pignari