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Economia

Provincia, la polemica dei cantonieri
Il commissario taglia la reperibilità

E’ polemica sulla decisione del commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia, di eliminare la reperibilità per i dipendenti del settore viabilità (i cosiddetti cantonieri) e della

E’ polemica sulla decisione del commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia, di eliminare la reperibilità per i dipendenti del settore viabilità (i cosiddetti cantonieri) e della Protezione civile. La comunicazione è stata ufficializzata lunedì nel corso dell’incontro che si è svolto in Provincia, dove il segretario generale Livia Scuncio e la responsabile del personale Fiorina Montanera hanno incontrato i sindacati della categoria Funzione pubblica per comunicare i provvedimenti sulle spese di personale adottati dall’Amministrazione per contenere le spese correnti a fronte di un netto calo dei trasferimenti di Stato e Regione.

Per quanto riguarda il personale, nello specifico, l’Amministrazione ha comunicato di aver eliminato l’istituto della reperibilità per i circa 60 dipendenti della viabilità (cantonieri) e di protezione civile, cancellando quei circa 60 euro al mese che ogni lavoratore percepiva in cambio della reperibilità richiesta in caso di interventi fuori dall’orario di lavoro, per esempio in caso di calamità naturali (nevicate, temporali, allagamenti) quando era necessario un intervento sulle strade provinciali, ad esempio per spostare un albero caduto che bloccava il transito. Inoltre ha comunicato che, dal 1° agosto, verrà ridotto da 32 a 10 il numero dei funzionari, ovvero dei dipendenti con responsabilità organizzative, cui verrà anche ridotta l’indennità di risultato dal 20 al 10%.

«Per quanto riguarda il provvedimento sulla reperibilità – commenta Gianmario Badino, delegato Fp Cisl per le Province di Asti e Alessandria – ritengo sia una decisione che determinerà un inceppamento del servizio. Pensiamo alla frana che blocca una strada provinciale: se capita nel fine settimana chi andrà a ripristinare il transito? Pensiamo ad una nevicata: se una strada non è percorribile o è pericolosa chi interverrà? Senza contare che, se avvenisse un incidente, l’Amministrazione provinciale sarebbe responsabile, con un aggravio a livello di costo dell’assicurazione, che quindi andrebbe nella direzione opposta a quella del risparmio». La Cisl riferirà sulla riunione di ieri nel corso dell’assemblea dei lavoratori che si svolgerà domani, mercoledì, dalle 8.30 alle 10.30, in occasione della quale è anche previsto un presidio sotto il Palazzo della Provincia.

Anche Serena Moriondo (Fp Cgil) e Sergio Cerrato (Uil Fpl) denunciano il taglio al servizio, ricordando che in orario extra lavorativo questi dipendenti effettuano 300 interventi all’anno. «A preoccuparci, oltre alla risorse in meno che i lavoratori si ritroveranno un busta paga – affermano – è l’impossibilità del personale a svolgere interventi urgenti e necessari che dovessero verificarsi in qualsiasi ora al di fuori dell’orario di lavoro, con possibili denunce per l’interruzione di pubblico servizio e con le conseguenze ben prevedibili sul servizio ai cittadini. A questo proposito ricordiamo che, come sindacati, siamo disponibili a ricontrattare con l’Amministrazione ciò che, pur non condiviso, è legalmente possibile (ovvero la parte variabile del fondo incentivante 2013 del personale, pari a 80mila euro) ma contestiamo all’Ente di togliere delle somme contrattuali dal fondo per far pareggiare un bilancio che, oltretutto, presenta molte incognite a fronte della decisione del Governo di procedere con un decreto legge costituzionale per la cancellazione delle Province dopo il pronunciamento della Corte costituzionale».

Sulla questione interviene anche Mariangela Cotto, ex consigliere provinciale di “Noi per Asti”, in vista dell’incontro che il commissario straordinario della Provincia, Alberto Ardia ha avuto con gli ex capigruppo in Consiglio provinciale per aggiornarli sull’andamento della gestione dell’Ente. «Sono molto preoccupata – scrive – per il progressivo e reale impoverimento che l’Ente sta addossando sulle spalle dei dipendenti provinciali e, in ultima istanza, di tutti i cittadini con la riduzione dei servizi. Cito testualmente, tra le altre, cioè che scrive l’Amministrazione nella delibera 105 del 27 giugno. Mentre si prende atto che “il pagamento della reperibilità comporta un costo … pari a oltre 90mila euro all’anno”, nel tagliarla se ne ribadisce “indubbia utilità e funzionalità”. Ora, amministrare significa anche scegliere l’allocazione delle risorse. E la Provincia ha scelto, per esempio, nella vicenda del segretario provinciale, a differenza di quanto indicato da due ordini del giorno approvati all’unanimità da Consiglio comunale e Consiglio provinciale, di assumerne uno, con un importante aggravio di costi per l’Ente. Era proprio necessario?».

A spiegare la situazione economico-finanziaria dell’Ente il segretario generale, Livia Scuncio: «Siamo in una situazione di estrema criticità», ammette. «Basti pensare che il bilancio 2013 pareggia su 77,6 milioni, a fronte di un bilancio 2012 che pareggiava su 101 milioni, dato che i trasferimenti da Stato e Regione sono diminuiti pesantemente. Basti pensare che dal 2006 al 2013 i trasferimenti sono diminuiti da 10,1 milioni a 2,3 milioni, e quelli regionali, prendendo in esame il medesimo periodo, da 4,3 a 1,6 milioni di euro. In tale situazione, considerando che i trasferimenti “dall’alto” costituiscono il 48% delle entrate, non c’era altra soluzione che ridurre le spese. Siamo quindi intervenuti tempestivamente in tutti i settori, dalla diminuzione delle spese di pulizia negli uffici alla riduzione del parco automezzi a noleggio.

E ancora, per citare altri esempi, abbiamo deciso la chiusura della sede di corso Palestro (con trasferimento degli uffici nel palazzo di piazza Alfieri), che sarà venduta, e il recesso della partecipazione dell’Ente in associazioni e società partecipate (tra cui il consorzio Astiss, che gestisce l’università). Dopo aver interessato tutti i settori abbiamo dovuto, a malincuore, tagliare anche nel capitolo personale, incidendo sulle voci accessorie e sul numero dei funzionari, riportandoli in linea con le “dotazioni” delle Province simili a quella astigiana. Nei prossimi mesi dovremo ancora ritoccare qualche voce, sperando nel frattempo che dallo Stato arrivi una piccola “boccata d’ossigeno”». Infine Livia Scuncio ricorda che «per legge i Comuni capoluogo non possono avere un segretario in comune con le Amministrazioni provinciali, per cui era una decisione obbligata».

Elisa Ferrando

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