L’assemblea degli azionisti ha approvato nei giorni scorsi il bilancio dell’esercizio 2021 che, nonostante un approccio severo e prudente a fronte dei potenziali impatti economici correlati alla pandemia Covid-19, si chiude con un utile netto di circa 35 milioni di euro e circa 40 milioni di euro a livello di Gruppo.
Questo risultato, che è stato influenzato da oneri straordinari correlati alle operazioni di derisking effettuate in linea con la NPL strategy di Gruppo, dai contributi a sostegno del sistema bancario e dall’incerto contesto di mercato, ha consentito all’assemblea di approvare la distribuzione di un dividendo di 0,15 euro per azione, corrispondente ad un monte dividendi di circa 11 milioni di euro.
Al 31 dicembre 2021 le attività finanziarie gestite per conto della clientela ammontano a circa 16 miliardi di euro e fanno registrare una crescita del 7% nell’ultimo anno sul dato pro-forma ricostruito come somma delle due banche.
Di queste, 9 miliardi sono riferiti alla raccolta diretta da clientela, che presenta quindi un incremento pari al 4,3% rispetto al dato di fine 2020. Il risparmio gestito ammonta a 5 miliardi, evidenziando una significativa crescita del 23,5%.
I crediti netti verso clientela ammontano a 7 miliardi di euro, in aumento del 2,5% rispetto al dato di fine 2020. I nuovi crediti erogati dalla banca nel corso dell’anno ammontano a oltre 1,2 miliardi di euro, di cui circa 700 milioni a favore di imprese e circa 550 milioni a privati e famiglie.
Risultati economici in crescita
Si conferma la buona efficienza operativa della banca, che ha fatto registrare un valore di cost/income (corrispondente al rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione) pari al 59%, a dimostrazione dell’elevato grado di efficienza operativa e di produttività dell’azienda.
Quadro strutturale in ulteriore miglioramento
Nel corso del 2021, proseguendo il percorso di rafforzamento tracciato negli anni precedenti, la banca ha ulteriormente irrobustito il proprio quadro strutturale (con particolare riferimento alla solidità patrimoniale, alla liquidità disponibile e alla qualità del portafoglio crediti), consolidando e potenziando la sua capacità di affrontare eventuali eventi avversi ed imprevedibili, anche di entità rilevante.
I coefficienti patrimoniali, che a livello individuale hanno risentito dell’operazione di unione di Banca di Asti e Biver Banca, sono in generale miglioramento rispetto ai valori pro-forma ricalcolati sul 31 dicembre 2020 e tutti ampiamente superiori ai corrispondenti requisiti minimi regolamentari, con il CET1 Ratio, il Tier 1 Ratio ed il Total Capital Ratio che si attestano rispettivamente al 16,6%, al 18,4% e al 20,7%.
Parla l’amministratore delegato Demartini
In merito ai risultati ottenuti e alle strategie in programma per il futuro abbiamo posto alcune domande a Carlo Demartini, amministratore delegato del Gruppo Cassa di Risparmio di Asti.
Qual è il risultato del bilancio, nei giorni scorsi approvato dall’assemblea dei soci, che secondo lei è maggiormente da sottolineare?
I risultati della banca e del Gruppo sono in generale particolarmente positivi, soprattutto se si considera lo scenario economico ancora condizionato dagli effetti negativi connessi alla pandemia Covid-19.
Abbiamo affrontato gli ostacoli posti dal contesto con professionalità, esperienza, buona volontà e fiducia nelle nostre capacità. Tutti i colleghi hanno espresso la giusta forza e la determinazione per fronteggiare l’incertezza del periodo.
Ciò che mi sento di sottolineare è che gli ottimi risultati confermano la nostra elevata capacità di resilienza e testimoniano la bontà delle scelte strategiche effettuate nel tempo e la capacità della banca di metterle in atto. Il 2021 è stato l’ultimo anno del triennio del piano industriale 2019/2021 e il fatto più importante è di certo l’aver realizzato tutti gli ambiziosi obiettivi di reddito e gli sfidanti propositi di rafforzamento strutturale che ci eravamo posti.
Il 2021 ha visto anche il concludersi dell’operazione di unione di Banca di Asti e Biver Banca che consentirà di conseguire importanti benefici in termini di sinergie, rafforzando la continua crescita e lo sviluppo commerciale di tutto il Gruppo bancario. Un commento sui dividendi distribuiti agli azionisti…
Il dividendo approvato dall’assemblea è di 0,15 euro per azione, in crescita rispetto al 2020, nel pieno rispetto delle indicazioni emanate dall’Autorità di Vigilanza.
Il piano strategico dei prossimi tre anni prevede una crescita dei risultati che lascia ben sperare anche per il futuro.
In questo periodo di crisi delle materie prime e degli elevati costi energetici come può una banca del territorio come la vostra essere di supporto alle piccole e medie imprese?
Il nostro supporto alle imprese è continuo e costante. In particolare, in questi momenti di crisi, oltre ai prodotti tradizionali, abbiamo aderito a numerose misure promosse dal Governo e dalla Comunità Europea per sostenere il tessuto produttivo. In quest’ottica stiamo seguendo con attenzione le evoluzioni e le novità del Quadro Temporaneo e le misure legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Continua inoltre l’intensa attività legata alle garanzie di Medio Credito Centrale che, come noto, facilitano l’accesso al credito delle imprese.
Le imprese che si affidano a Banca di Asti hanno a disposizione oltre 70 consulenti e gestori dedicati, tra i quali molti specializzati nel settore agricolo, distribuiti sui territori in cui la banca è presente, appositamente formati per fornire una consulenza globale che spazia dall’ambito strategico con l’analisi e l’ottimizzazione del business, alla valutazione della posizione assicurativa per la protezione della persona e del patrimonio.
Le strategie future
Come cambierà secondo lei il ruolo delle filiali nei prossimi anni per Banca di Asti, considerata la spinta sempre più forte verso il digitale?
La rapida digitalizzazione imposta negli ultimi due anni ha portato milioni di clienti a prendere dimestichezza con canali e servizi a cui non erano abituati, imparando anche a svolgere diverse operazioni in autonomia.
Continueremo a lavorare allo sviluppo e al perfezionamento di nuove tecnologie per dare la possibilità ai nostri clienti di scegliere come e dove operare.
E’ in ogni caso fondamentale riaffermare i nostri valori e la nostra natura: vogliamo essere una banca moderna ma tradizionale che privilegia la relazione con le persone siano esse privati o imprenditori. La filiale fisica avrà perciò sempre un ruolo centrale nell’interazione con i nostri clienti.
Attualmente in quante regioni siete presenti? Avete in programma un’ulteriore espansione?
Siamo presenti con oltre 200 filiali bancarie in Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta, Liguria e Veneto. E’ in quest’ultima regione che sono state aperte le ultime filiali, nelle città di Padova, Verona e Treviso. Inoltre con la nostra controllata Pitagora, specializzata in prestiti attraverso la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, siamo presenti sul tutto il territorio nazionale.
Nei prossimi mesi la presenza territoriale della Banca di Asti nel Nord Est dell’Italia continuerà con l’apertura di una nuova filiale a Mestre, nel comune di Venezia.